Tempo e sudore, difficile sia un hobby

Poche le donne che praticano l’atletica, fra queste Simona Coppola, specializzata nei 100, 200 metri e staffetta: “le ragazze s’iscrivono e abbandonano, perché si accorgono che a questo sport devi dedicare tempo e sudore, altrimenti non raggiungi gli obiettivi, è difficile praticarlo per hobby”. Laureata in Scienze dello Spettacolo al Suor Orsola, ora iscritta al Conservatorio, Simona ha 28 anni e un grande sogno: “diventare una cantante. Praticare atletica per me è un modo di misurarsi. Se riesco a terminare l’allenamento o ad arrivare al traguardo, sento di essere in grado di affrontare qualunque cosa, anche la dura scalata al successo”. L’atletica diventa un dovere verso se stessi: “mi sento in colpa se manco ad un allenamento, come spesso capita il venerdì sera, quando canto. Se perdi il ritmo è difficile ricominciare”. Gli allenamenti infatti sono la parte più dura: “prima di iniziare a correre, faccio mezz’ora di fitness, che serve a potenziare la muscolatura, poi bisognerebbe seguire diete ferree, cosa che io non faccio, perché sono già magra. Mi permetto anche una birra nel fine settimana, senza esagerare però, il bicchiere di troppo lo senti in pista e le gambe non si alzano”. Seppure non si tratta di sport di squadra: “quando gareggiamo dobbiamo raggiungere un punteggio complessivo, quindi è come se fossimo una squadra. A furia di correre insieme, siamo un gruppo di amici che si organizza la sera per uscire, ma che allo stesso tempo fa del proprio meglio per raggiungere il compagno più bravo”. Anche Simona apprezza la nuova pista: “dopo tre anni al CUS finalmente corro sollevata. È una pista stupenda, prima sembrava di allenarsi sul cemento e sentivamo continuamente dolori, oggi corriamo su una superficie morbida”.
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