Tennis, a lezione con il maestro Cierro

“È bene avvicinarsi al tennis perché è uno sport che si può praticare sino a tarda età, perché aiuta a mantenersi in forma e perché si riesce sempre a trovare un compagno con cui giocare”. A parlare è Massimo Cierro, da tre anni maestro di tennis negli impianti del Cus Napoli, da pochi mesi responsabile del settore tecnico regionale campano alla Fit.   
Quarantuno anni, tecnico nazionale Fit, un passato da giocatore professionista di alto livello (tra i primi 100 al mondo, cinque volte campione italiano assoluto, presenza in Coppa Davis nel 1995, una medaglia d’argento ai Giochi del Mediterraneo nel 1990), al Cus Cierro tiene corsi di tennis per dilettanti. Un fisico scattante e una buona tempra mentale sono i requisiti che, a detta del maestro, fanno un buon giocatore di tennis. “Il tennis è fatto di spostamenti veloci; pertanto, riescono bene i ragazzi che hanno una struttura corporea regolare e gambe molto allenate. Il tennis, inoltre, è uno sport individuale: nei momenti clou di un incontro si è da soli a prendere decisioni importanti”. 
Adatto ad uomini e donne, Cierro sfata il luogo comune secondo cui il tennis sia uno sport asimmetrico. “Non c’è nessun scompenso di braccia per chi, a livello dilettantistico, si allena per un’ora tre volte a settimana. In ambito professionistico, poi, si fa molta ginnastica compensativa”. Per andare sul sicuro, comunque, meglio acquistare la giusta attrezzatura: scarpette da tennis e, per evitare il classico “gomito del tennista” (in gergo tecnico epicondilite), “meglio scegliere una racchetta più rigida se si ha un braccio potente; in caso contrario, è saggio optare per uno strumento più leggero”. 
All’incirca una ventina gli universitari che partecipano ai due corsi tenuti da Cierro. “Generalmente – riferisce il tecnico – abbiamo quattro campi a disposizione e, a seconda delle presenze, decidiamo se utilizzare la terra rossa o l’erba sintetica”. Il programma di allenamento varia in base al livello tecnico del gruppo. “Ai principianti s’insegna l’abc del tennis, partendo da come ci si muove sul campo sino ad arrivare ai singoli colpi. Gli altri ragazzi, invece, spesso giocano vere e proprie partite”. A fine anno, poi, il rituale torneo di tennis (singolo, doppio, a volte anche doppio misto) aperto a tutti gli iscritti del corso. 
Rocco De Maio, laureando in Matematica, da cinque anni frequenta il corso di tennis negli impianti di via Campegna: “Il tennis mi piace perché è uno sport elegante e perché aiuta ad usare il cervello, necessario quando si deve costruire la tattica vincente”. Gli universitari amano allenarsi al Cus per via dell’ambiente, costituito in prevalenza da studenti e coetanei. “È vicino casa, mi è agevole venire al Cus – ammette Fabrizio De Pasquale, laureando in Giurisprudenza, una passione per il tennis sbocciata a dieci anni, grande estimatore delle lezioni del suo tecnico perché “diversamente da quanto accade nei circoli, Massimo ci dà la possibilità di giocare sia con lui che con gli altri ragazzi”. 
Ottimo il feeling tra i ragazzi ed il loro allenatore, che descrivono come un personaggio “simpatico, disponibile e tecnicamente fortissimo”. Peccato per l’organizzazione, che andrebbe migliorata. “Poiché al Cus le strutture ci sono, si potrebbe associare al tennis un po’ di ginnastica. Non capisco perché non ce lo permettano”, sostiene Mariano Piacci, pochi esami alla Laurea in Giurisprudenza, giocatore da fondo campo. Quando piove, poi, niente corsi, “anche se – dice Mariano – ci fanno recuperare restando un’ora in più dopo la nostra lezione”. Da correggere, inoltre, la manutenzione. “Il problema – sottolinea Fabrizio – è che spesso non c’è controllo sui campi e capita che ci giochino ragazzi con scarpe inadatte”. “Tante, troppe buche sulla terra rossa, non va bene”, aggiunge Rocco.
Le lezioni si svolgono i giorni dispari, due o tre volte a settimana (40 euro il costo mensile nel primo caso, 50 nel secondo). Due i corsi, l’uno per principianti dalle 19 alle 20, l’altro per chi già sa giocare dalle 20 alle 21.
Paola Mantovano
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