Dipartimento di Economia Aziendale, ore 11.00 del 10 aprile: prove tecniche di tesi. Potrebbe riassumersi così il progetto presentato ai laureandi dal prof. Federico Alvino ed intitolato: ‘Obiettivo Laurea”. Una sorta di vademecum del buon studente, in vista della conclusione del ciclo di studi, finalizzato alla laurea. L’iniziativa, infatti, ha avuto come obiettivi principali quelli di guidare i ragazzi nella scelta degli argomenti, su una rosa di almeno 30 settori disciplinari inerenti all’economia aziendale, di individuare tecniche capaci di accelerare i tempi di consegna e stabilire un filo diretto con i docenti, per un’assistenza continua e propositiva, basata anche su sistemi on-line. Una lezione ricca di consigli utili e pratici, quella svolta dal prof. Alvino, strutturata in tre sezioni. La prima fase è stata quella della scelta della tesi. “Valorizzate quello che già sapete e quello che avete maggiormente studiato”, ha detto il professore. “Non puntate, per forza di cose, alla tesi che può garantirvi più punti”, (per la cronaca, quella sperimentale comporta una assegnazione di 7 punti, mentre quella compilativa 5). “Quando vi si assegna una tesi, nessuno vi chiede di rifondare le basi dell’economia aziendale ma di sviluppare delle particolari condizioni, spesso non presenti nella teoria. Noi vi possiamo indirizzare, darvi input e una bibliografia di base, ma il progetto vero e proprio, sia se riguardi particolari aziende o specifici settori dell’economia, deve partire da voi. Ecco perché, quando parlo di studenti dormienti, mi riferisco a studenti che, durante la fase di preparazione di una tesi, scelgono di avere un ruolo esclusivamente passivo. Dimenticatevi di essere passivi, perché dovrete essere voi a fornire spunti, idee e lavoro al docente. Solo così potreste incontrare, sempre più, la sua collaborazione e disponibilità”.
La seconda fase della lezione, invece, ha affrontato un altro tema cruciale di ogni lavoro, e cioè: come si scrive una tesi. Qui il professore ha messo in guardia tutti gli studenti dalle false leggende che riducono la tesi ad una mera formalità. “Un vecchio detto afferma che fare una ricerca vuol dire copiare da tanti, differenziandosi dal plagio, dove, invece, si copia da uno solo. Fare una tesi, però, è tutt’altro”. Un ricordo personale “consegnai più di 80 pagine al professore, tutto contento. Dopo averle lette, però, il professore esclamò: ‘bene, ora butta via queste pagine ed iniziamo la tesi’. Questo vuol dire che è vero che nessuno vi chiede di scoprire nulla di nuovo, ma una serie di copia-incolla, o semplici riassunti di ciò che si è studiato, non vi aiuterà a redigere una buona tesi”. Le tecniche per realizzare un buon lavoro: “lo schema ad imbuto: dal concetto generale di un argomento, o di una problematica, si arriva al dettaglio, alla descrizione del fenomeno particolare. Uno schema che può essere utile sia se usato in maniera tradizionale, andando dal concetto deduttivo a quello induttivo, che viceversa. Occorre però prestare sempre attenzione a ciò che si scrive: segnare tutte le citazioni e le fonti e poi, in seguito, esprimere una propria opinione, una propria conclusione”.
La terza ed ultima fase della lezione è stata, forse, la più interessante ed originale, quella relativa alla discussione della tesi. “Ricordatevi che, nonostante vi siate impegnati per mesi e mesi, avrete circa 8-10 minuti di tempo per discutere la tesi e dare un’ottima impressione del vostro lavoro. Da qualche tempo, presso il nostro dipartimento, offriamo a tutti gli studenti in procinto di laurearsi una sorta di simulazione della discussione. Una simulazione in cui affrontiamo tutto, dal modo di discutere il lavoro, all’atteggiamento da osservare in seduta di laurea. In primo luogo, cercate di non assumere mai delle pose sconvenienti per la commissione, come quella di accavallare le gambe o di usare un modo di gesticolare troppo marcato. In secondo luogo, cercate di gestire bene il vostro tempo e di non dilungarvi in argomenti che vanno poco al nocciolo della questione”. “Vedete – ha concluso il professore – una buona discussione può essere fondamentale per ottenere un voto maggiore o anche a mascherare alcune falle presenti nella vostra tesi”.
Gianluca Tantillo
La seconda fase della lezione, invece, ha affrontato un altro tema cruciale di ogni lavoro, e cioè: come si scrive una tesi. Qui il professore ha messo in guardia tutti gli studenti dalle false leggende che riducono la tesi ad una mera formalità. “Un vecchio detto afferma che fare una ricerca vuol dire copiare da tanti, differenziandosi dal plagio, dove, invece, si copia da uno solo. Fare una tesi, però, è tutt’altro”. Un ricordo personale “consegnai più di 80 pagine al professore, tutto contento. Dopo averle lette, però, il professore esclamò: ‘bene, ora butta via queste pagine ed iniziamo la tesi’. Questo vuol dire che è vero che nessuno vi chiede di scoprire nulla di nuovo, ma una serie di copia-incolla, o semplici riassunti di ciò che si è studiato, non vi aiuterà a redigere una buona tesi”. Le tecniche per realizzare un buon lavoro: “lo schema ad imbuto: dal concetto generale di un argomento, o di una problematica, si arriva al dettaglio, alla descrizione del fenomeno particolare. Uno schema che può essere utile sia se usato in maniera tradizionale, andando dal concetto deduttivo a quello induttivo, che viceversa. Occorre però prestare sempre attenzione a ciò che si scrive: segnare tutte le citazioni e le fonti e poi, in seguito, esprimere una propria opinione, una propria conclusione”.
La terza ed ultima fase della lezione è stata, forse, la più interessante ed originale, quella relativa alla discussione della tesi. “Ricordatevi che, nonostante vi siate impegnati per mesi e mesi, avrete circa 8-10 minuti di tempo per discutere la tesi e dare un’ottima impressione del vostro lavoro. Da qualche tempo, presso il nostro dipartimento, offriamo a tutti gli studenti in procinto di laurearsi una sorta di simulazione della discussione. Una simulazione in cui affrontiamo tutto, dal modo di discutere il lavoro, all’atteggiamento da osservare in seduta di laurea. In primo luogo, cercate di non assumere mai delle pose sconvenienti per la commissione, come quella di accavallare le gambe o di usare un modo di gesticolare troppo marcato. In secondo luogo, cercate di gestire bene il vostro tempo e di non dilungarvi in argomenti che vanno poco al nocciolo della questione”. “Vedete – ha concluso il professore – una buona discussione può essere fondamentale per ottenere un voto maggiore o anche a mascherare alcune falle presenti nella vostra tesi”.
Gianluca Tantillo