Tra i banchi della facoltà da studente, ora è docente

Studiare e poi lavorare nella stessa Facoltà è quasi il sogno di tutti. Per l’ingegnere Raffaele Solimene è  una realtà. Grazie ad una brillante carriera universitaria e ad una veloce carriera accademica.
Laureato nel 1999 in Ingegneria Elettronica, nei tempi previsti e con il massimo dei voti , Solimene ci racconta la sua esperienza.
“Ho scelto questa Facoltà, che era ai suoi primi anni dalla fondazione, innanzitutto per il mio interesse verso le materie scientifiche, che ho sviluppato sin dalle superiori e, quindi, Ingegneria mi sembrava combinasse bene quest’aspetto con delle buone prospettive occupazionali. Ho, poi, scelto questo Ateneo in particolare per la sua posizione geografica. Per me che venivo da Maddaloni era sicuramente più facile da raggiungere rispetto alla Federico II. In questo modo si riescono ad ottimizzare i tempi morti connessi con gli spostamenti”.
Solimene consiglia infatti agli studenti della zona di iscriversi a questa facoltà estremamente dinamica e con tanti punti a suo favore. “Essendo una Facoltà giovane era una struttura vivace e protesa verso la sperimentazione. Il rapporto con i docenti, poi, era molto amichevole, perché essendo in pochi era quasi possibile un rapporto come quello che si ha alle scuole superiori”.
Tutte queste caratteristiche dal 1999 ad oggi non sembrano essere cambiate, anzi si sono maggiormente potenziate. “L’interazione con i docenti si è conservata nel tempo, perché, anche se il numero degli iscritti è cresciuto, non si parla certo delle cifre dei MegaAtenei. I docenti sono tutti relativamente giovani ed entusiasti, sono sempre a disposizione degli studenti e questo rende sicuramente più facile lo studio e la vita universitaria”.
Laurearsi bene e subito, con la Laurea Magistrale del vecchio ordinamento, non è certo da molti e sicuramente questo ha aperto le porte per Solimene verso una splendida carriera post-laurea. “Dopo la laurea ho svolto un dottorato di ricerca, sempre in questa facoltà, concluso nel 2003. Già nel 2002, però, ho partecipato ad un concorso per ricercatore presso l’Università di Reggio Calabria dove sono stato strutturato, in seguito ai tre anni di prova. A Reggio trascorro la maggior parte della settimana, ma tengo delle supplenze anche alla Sun, per il Corso di Circuiti e Microonde. Quella del ricercatore è soprattutto una scelta di vita: non lo si fa né per gloria né per soldi e l’impegno è tanto anche perché ci troviamo spesso a dover svolgere mansioni che non ci competono”.
Cambiando il punto di osservazione, da studente a docente, non sembrano cambiare, però, molte cose: “continuo a pensare che l’aspetto più importante sia il rapporto quasi confidenziale che esiste fra studenti e professori e che ritengo sia stata, personalmente, un’esperienza molto positiva. Il consiglio che posso dare a chi inizia questo percorso, che per me è soprattutto una passione, è capire se si ha una reale propensione per le materie scientifiche. Anche se questa Facoltà non è blasonata come il Politecnico della Federico II, i nostri laureati hanno tutti un’ottima preparazione anche grazie all’impegno dei docenti. Poi un elemento fondamentale per chi risiede in questa zona, mi sembra la posizione geografica sicuramente vantaggiosa”.
Valentina Orellana
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