Mercoledì 10 e giovedì 11 maggio, al voto per l’elezione del Rettore all’Università Federico II. Il primo giorno si voterà dalle 9,00 alle 19,00, il secondo dalle 9,00 alle 14,00. Seggio unico, l’aula De Sanctis, della Facoltà di Giurisprudenza, in Corso Umberto (nell’edificio centrale). Al voto sono chiamati in 2.143, così suddivisi: 970 professori ordinari, 854 professori associati, 236 rappresentanti dei ricercatori, 42 del personale tecnico-amministrativo, 41 studenti. Presiederà le operazioni di voto il decano dell’ateneo, prof. Federico Martorano, docente di Economia e Presidente della Commissione elettorale, composta da 27 docenti e ricercatori e 27 supplenti; mentre vice presidente è il prof. Vincenzo Cocozza, di Giurisprudenza. Per essere valida la votazione è necessario che si raggiunga il quorum del 50% più 1 degli aventi diritto al voto. Già, il quorum. Perché pur essendoci un candidato unico, il timore (piuttosto remoto) è che si presenti al voto un numero esiguo di docenti: per assenza di competizione; perché elezione scontata; perché il rettore in carica, prof. Guido Trombetti (57 anni), gode di un largo consenso; per una certa stanchezza ed insoddisfazione di molti professori ordinari, ma soprattutto associati e ricercatori, rispetto allo stato di sofferenza e di ristrettezza economica (veri e propri sacrifici) in cui versano facoltà e dipartimenti a seguito dei tagli imposti dal governo da diversi anni a questa parte. Mentre diventa di rilevante importanza affidare un consenso ampio, forte, al rettore Trombetti, sia per meglio affrontare le sfide future che attendono il Federico II, sia per dare maggior forza al rettore in vista della competizione nazionale per la CRUI, che nella settimana successiva, il 18 e 19 maggio, impegnerà i 77 rettori italiani nell’elezione del Presidente. Carica alla quale Trombetti afferma ad Ateneapoli (il 29 aprile) di non essere candidato ma che, se sollecitato, come diceva sullo scorso numero del nostro giornale, potrebbe farci un pensierino. Intanto fa discutere – e sarebbe grave se confermata – una frase detta dal rettore dell’Università di Bergamo, resa in una riunione pubblica, che risulterebbe più o meno questa: “non voterò mai un meridionale”. Beh, l’Università dovrebbe dare ben altri esempi. Trombetti invece preferirebbe un rettore del Meridione, per mettere al centro dello scenario nazionale “l’attenzione alle università del Sud, da sempre vere e proprie miniere per aziende e centri di ricerca, nazionali ed internazionali”.
Intanto si va al voto per eleggere il Rettore del Federico II. Al candidato, prof. Guido Trombetti, va riconosciuta l’enorme mole di lavoro e di innovazioni apportate in questi primi 5 anni al vertice del Federico II (il nuovo mandato sarà invece di 4 anni e non rinnovabile, a seguito delle modifiche apportate allo Statuto dell’ateneo), dall’informatizzazione dei servizi degli studenti, al web dell’ateneo, alla serie di incontri, convegni, seminari, le conferenze de ‘La Corte di Federico’, ad un importante sistema (pubblico) di relazioni istituzionali instaurate con Comune, Provincia e Regione, in particolare con il sindaco Iervolino, con il Presidente della Regione Bassolino e l’assessore regionale all’Università Teresa Armato; alla vice presidenza della CRUI ottenuta un anno fa che gli ha consentito anche contatti diretti (e stima) con il ministro dell’Università Letizia Moratti.
Ancora, da ricordare, una serie di eventi che hanno portato al Federico II il Premio Nobel ‘dei numeri’, John Nash, Gigi Proietti, l’attrice Maria Grazia Cucinotta, il direttore della squadra corse della Ferrari, Jean Todt, alla laurea honoris causa al maestro Riccardo Muti. Molto lavoro suo, di Trombetti, molto anche di tanti a cui ha saputo dare spazio, dai professori e Presidi Di Donato, Zollo, Amaturo, a Nazzaro, Marrelli, Basile, Cosenza, Naso, solo per fare qualche nome. Alle tante donne a cui ha saputo aprire posti di governo nell’ateneo. E non è poco.
Paolo Iannotti
Intanto si va al voto per eleggere il Rettore del Federico II. Al candidato, prof. Guido Trombetti, va riconosciuta l’enorme mole di lavoro e di innovazioni apportate in questi primi 5 anni al vertice del Federico II (il nuovo mandato sarà invece di 4 anni e non rinnovabile, a seguito delle modifiche apportate allo Statuto dell’ateneo), dall’informatizzazione dei servizi degli studenti, al web dell’ateneo, alla serie di incontri, convegni, seminari, le conferenze de ‘La Corte di Federico’, ad un importante sistema (pubblico) di relazioni istituzionali instaurate con Comune, Provincia e Regione, in particolare con il sindaco Iervolino, con il Presidente della Regione Bassolino e l’assessore regionale all’Università Teresa Armato; alla vice presidenza della CRUI ottenuta un anno fa che gli ha consentito anche contatti diretti (e stima) con il ministro dell’Università Letizia Moratti.
Ancora, da ricordare, una serie di eventi che hanno portato al Federico II il Premio Nobel ‘dei numeri’, John Nash, Gigi Proietti, l’attrice Maria Grazia Cucinotta, il direttore della squadra corse della Ferrari, Jean Todt, alla laurea honoris causa al maestro Riccardo Muti. Molto lavoro suo, di Trombetti, molto anche di tanti a cui ha saputo dare spazio, dai professori e Presidi Di Donato, Zollo, Amaturo, a Nazzaro, Marrelli, Basile, Cosenza, Naso, solo per fare qualche nome. Alle tante donne a cui ha saputo aprire posti di governo nell’ateneo. E non è poco.
Paolo Iannotti