Un concerto a chiusura del corso

8 giugno. E’ la lezione conclusiva del corso di Propagazione del prof. Giorgio Franceschetti. 150 ragazzi sono irrequieti e sovraeccitati, l’atmosfera è carica d’attesa. Alla cattedra compaiono un amplificatore, un leggìo, un microfono e persino una chitarra. Gli studenti non sono sicuri di quel che accadrà ma sperano che il professore abbia organizzato per loro un concerto di fine anno, proprio come per gli allievi dei corsi precedenti. 
“E’ un regalo che il prof. fa ai suoi alunni, praticamente ci fa una serenata!” esclama divertito Luigi Capone, uno dei frequentanti. “Ho seguito il corso l’anno scorso ma non ho assistito alla lezione finale –  afferma Mariangela Lamberti – Il racconto dei colleghi mi ha incuriosita però non mi ha sorpresa più di tanto perché dal professore ci si aspetta sempre cose un po’ particolari come queste…”. “Avevo sempre sentito parlare del concerto, ma è la prima volta che riesco a venire ad ascoltarlo” afferma la dottoressa Consiglia Rasulo, collaboratrice di Franceschetti quando lui era Direttore del CNR. “Ogni anno il professore prepara una giornata musicale a conclusione del corso – afferma Gerardo Di Martino, dottorando presso la cattedra di Telerilevamento e Diagnostica elettromagnetica del prof. Daniele Riccio ma fortemente legato al prof. Franceschetti – Ogni anno sceglie un genere diverso, per il 2005 ha coinvolto un gruppo di musica napoletana composto da numerosi elementi, molti dei quali docenti universitari che si dilettano a suonare. E’ una grande idea per far capire ai ragazzi che la cultura è qualcosa che va al di là della materia in sé”.
Il professore giunge alla cattedra, cancella meticolosamente la lavagna e vi scrive ordinatamente le quattro leggi di Maxwell.  Allora il prof. terrà lezione? chiediamo al dott. Giuseppe Ruello, ricercatore che ha curato le esercitazioni scritte del corso. “No, le equazioni servono per depistare. Il professore avverte i ragazzi che ci sarà una sorpresa ma non dice di cosa si tratterà. Io stesso avevo la consegna del silenzio”.
Tra i banchi c’è chi scatta foto con il telefonino per documentare il carattere insolito dell’evento. Certo, ai ragazzi non capita tutti i giorni di vedere il professore trasformato in un tecnico del suono per ovviare ai problemi acustici dell’apparato di amplificazione.
“E’ una festa – spiega il dottor Ruello – un modo di offrire ai ragazzi una cosa diversa, una cosa bella”.
La cantante Mariella La Rosa, appena giunta alla cattedra, commenta: “è una splendida iniziativa. Il professore in questo modo riesce a far sentire importanti gli studenti. Questa sensazione di familiarità con gli allievi è una cosa rara ed in piena sintonia con la personalità di Giorgio che è un docente straordinario e straordinariamente amato dagli allievi”. La Rosa ci rivela di aver conosciuto il professore venti anni fa perché era amico di amici ingegneri legati alla Facoltà ed alla ricerca negli Stati Uniti e si raccomanda: “Scriva che sono un avvocato e non una cantante professionista!”. 
“Come forse molti di voi già sapranno – esordisce Franceschetti – alla fine di ogni corso offro un concerto ai miei studenti per testimoniare loro il mio affetto ed il piacere di aver trascorso insieme tre mesi”. Il professore dichiara che il suo intento è quello di invitare i ragazzi ad apprezzare la bellezza ed indica con entrambe le mani protese verso la lavagna le equazioni di Maxwell. Alla risata generale segue uno scrosciante applauso. “La mia attenzione è stata fortemente polarizzata da questo tipo di bellezza – prosegue il prof. – ma riconosco che esiste un altro tipo di bellezza, per esempio quella della musica”.
Se due anni fa Franceschetti ha scelto la musica del secolo dei lumi e l’anno scorso ha optato per la melodia napoletana, quest’anno il suo sentimento “era in direzione della saudade, uno stato d’animo a metà tra la malinconia ed il rimpianto che  -spiega il prof. – trova nel fado portoghese una particolare tradizione”.
“Il fado è impegnativo dal punto di vista emozionale perché canta la nostalgia – avverte l’artista – Siccome ha origini in tutto il Mediterraneo ho pensato che poteva essere interessante vedere come le canzoni della nostra terra abbiano una radice in comune con i fadi”.
Da insegnante amico a giudice
“Silenzio assoluto, altrimenti si perde la bellezza!” raccomanda il professore, ma non c’è bisogno di dirlo perché, appena l’artista comincia a cantare, i ragazzi si immobilizzano con gli occhi fissi su di lei. 
L’avvocato La Rosa trascina con sé la platea in un viaggio tra Napoli e Lisbona e fa emergere la similitudine delle tradizioni dei due paesi alternando i fadi alle villanelle.
“I ragazzi sono una platea difficilissima – commenta La Rosa a fine concerto – ma stavolta sono stati molto più attenti di quel che pensavo. Il fado non è semplice da ascoltare, eppure l’hanno seguito con particolare attenzione”.
Il professore spiega di aver inteso con il concerto di oggi esortare a “vivere il bello al più alto livello. Le equazioni  di Maxwell sono uno dei tanti livelli, la musica, l’arte ne sono altri”. 
Franceschetti poi avverte i ragazzi che ora si passerà da una fase in cui è stato l’insegnante-amico ad un’altra in cui sarà il giudice e loro saranno gli imputati.  “Vi serve un avvocato?” chiede allora scherzando La Rosa ai ragazzi. 
Professore, è soddisfatto di questo incontro? gli domandiamo a caldo.
“Sì – risponde con uno sguardo contento – Così bisogna fare, occorre appassionare gli studenti, questa è l’unica cosa che rimane. Il resto non è importante, si dimentica.”
I ragazzi vociferano allegri e si stringono attorno al professore per una foto di gruppo. Tra i più entusiasti Filippo Savonara che esclama: “E’ stata una sorpresa bellissima! Mi è piaciuto molto anche il tema perché sono uno studente fuori sede e, quando nel periodo degli esami non posso tornare a casa, mi prende un po’ di saudade”. “E’ stato un bel modo di finire il corso – commenta un altro studente Roberto Coscione – Non poteva terminare se non con le leggi di Maxwell, Franceschetti non si smentisce mai!”. “Le quattro equazioni su cui il professore ha centrato la sua vita ed i suoi studi sono geniali perché permettono di risalire a tante altre leggi  – chiarisce Giovanni Spagnuolo – Con la semplice trasformazione di qualche termine riescono a spiegare qualsiasi fenomeno elettromagnetico”. 
Le equazioni Maxwell illustrano dunque la bellezza che contraddistingue alcuni fenomeni naturali, proprio come le leggi dell’armonia consentono di ottenere, attraverso piccole variazioni di note, la percezione estetica di una musica sempre differente.
“Se un giorno sarete a Coimbra – conclude il professore per meglio definire l’ideale di una vita vissuta “al più alto livello”- vi consiglio di andare in una delle case di fado a cenare a lume di candela con una persona di vostro gradimento…” 
Manuela Pitterà 
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