Nessuno sconvolgimento con la scomparsa della Facoltà di Sociologia e la nascita del Dipartimento di Scienze Sociali. “Al massimo cambierà qualche docente”, dichiara la prof.ssa Enrica Amaturo, Direttore del Dipartimento. Chi sceglie di intraprendere questo percorso didattico dovrà prepararsi ad affrontare diversi blocchi disciplinari. “Quello sociologico è il più importante – spiega la docente – abbiamo la Sociologia Generale con i suoi metodi e alcune discipline affini, e una serie di sociologie speciali che insegnano ai nostri studenti a leggere i processi culturali e comunicativi”. Ma il sociologo che viene fuori dal Dipartimento della Federico II è un analista di dati, un esperto di comunicazione, un web designer. Quindi deve affrontare anche discipline più tecniche come la Statistica e l’Economia Politica, esami di Psicologia e, ovviamente, tutte le discipline di cultura generale come la Storia e la Filosofia. Può capitare, inoltre, che le canoniche lezioni frontali vengano affiancate da laboratori che rendono l’insegnamento più pratico. Stiamo parlando di esami che gli studenti ancora ricordano con amore. “Come quello del prof. Daniele Pitteri, Marketing e Nuovi Media da 6 crediti. Il docente ci ha fatto preparare la promozione di un prodotto da lui sponsorizzato in passato”. Oppure Comunicazione Nuovi Media con la prof.ssa Monica Murero, che ha fatto iscrivere i suoi studenti a diversi social network per analizzarne i processi. O, ancora, Politiche Sociali e del Territorio con il prof. Fabio Corbisiero, con il quale gli studenti si sono occupati di sviluppo sostenibile.
Apprezzate
dagli studenti
le esperienze
sul campo
dagli studenti
le esperienze
sul campo
I circa 500 i ragazzi che ogni anno decidono di affrontare questo tipo di studi che tipo di ambiente troveranno? “È una struttura concentrata, non c’è molta dispersione”, commenta la prof.ssa Amaturo. “Quando sono arrivata io era meno eterogeneo – spiega Maria, iscritta alla Magistrale in Politiche Sociali e del Territorio – prima era più un parcheggio”. Maria alla Triennale è stata una studentessa fuoricorso. A settembre partirà con il progetto Erasmus insieme alla sua collega Claudia alla volta di Budapest. “Per cinque mesi ci daranno 1.150 euro, poi forse avremo un contributo al ritorno”, raccontano le ragazze. Claudia ha un’ottima opinione di Sociologia. “Io venivo dalla Parthenope – dice – là non era così tranquilla la situazione”. Anche Simona, iscritta alla Magistrale in Comunicazione Pubblica, Sociale e del Territorio, ha vissuto l’esperienza Erasmus durante la Triennale. “Sono stata in Francia – racconta – e l’Ateneo mi dava un contributo di 230 euro mensili. In pratica solo i soldi delle sovvenzioni europee”. Oltre alla mobilità internazionale, i problemi più grandi pare proprio che gli studenti ce li abbiano con la segreteria. “È praticamente inesistente – continua Simona – Siamo, credo, l’unico Dipartimento ad avere la segreteria decentrata. Comunicare con gli uffici è impossibile. Non rispondono nè alle mail nè al telefono”. “Abbiamo spesso problemi con la convalida degli esami – conferma la sua collega Silvia – non compaiono nel libretto on-line”. “Facciamo troppa teoria e poca pratica – lamenta invece Giuseppe, iscritto alla Triennale in Sociologia – Conosciamo alla perfezione Marx, ma poi al termine dei tre anni non sappiamo fare una ricerca sul campo”. “Effettivamente alla Triennale l’approccio è più teorico – conferma Valerio Saggese, iscritto al Corso di Laurea in Culture Digitali, rappresentante uscente degli studenti nel Consiglio di Facoltà – ma il problema non è solo quello. Viviamo anche disagi per la carenza di spazi: le aule studio sono poche, oltre a quelle al piano terra e alla biblioteca, abbiamo dei banchi posizionati ai piani che non possono essere considerati luoghi adatti a studiare. Adesso la situazione è migliorata rispetto agli anni scorsi, ma ci vuole comunque un buon piano organizzativo”. “Chi sceglie di studiare in questo Diparimento deve entrare nell’ottica di una formazione continua – spiega Alessandro Fiore, rappresentante degli studenti in Consiglio di Ateneo – la figura del sociologo non è molto richiesta nel mondo del lavoro”. Comunque è molto buona la comunicazione docente-studente. “Invitiamo sempre i rappresentanti degli studenti – affema la prof.ssa Amaturo – anche adesso nei Consigli di Dipartimento, organo in cui ancora non abbiamo eletti”. “Ci sono in tutto il Dipartimento 40 docenti e ricercatori – specifica Fiore – e spesso fanno anche di più del loro lavoro per poter colmare tutte le lacune”.
Sociologia è a cura di
Marilena Passaretti
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Marilena Passaretti