Un primo anno unificato ad Ingegneria

È risaputo che quando si passa da un tipo di studio ad un altro si incontra una certa difficoltà: è così quando si lascia la scuola elementare per la scuola media, quando si termina la scuola media per passare alle superiori, quando si completano le superiori per andare all’università. L’ultimo passaggio è probabilmente il più discontinuo e chiunque abbia intrapreso studi universitari sa bene che non è cosa da poco vincere l’attrito di primo distacco all’università; anzi, iniziare con il giusto passo il primo anno è assai importante per il prosieguo della carriera, tanto che riesce talvolta, se non a pregiudicarla, a condizionarla fortemente. Gran parte degli abbandoni di studenti universitari trovano giustificazione in queste difficoltà, che non sono solamente culturali, ma che coinvolgono anche fattori di ambientamento e di cattivo orientamento. Tra tutti gli studi universitari, quelli di Ingegneria sono, a giudizio unanime, considerati quelli più duri e selettivi, per quel che riguarda almeno i primi anni di corso.
Ebbene, nell’Ateneo Federico II ferve il dibattito sulla creazione delle nuove Scuole, che, quali strutture di coordinamento e razionalizzazione delle attività didattiche dei Dipartimenti, andranno a sostituire i vecchi Corsi di Laurea, la maggior parte delle quali adopereranno professori provenienti da Dipartimenti diversi. Nella vecchia Facoltà di Ingegneria si era sviluppato prepotentemente il dibattito di una risistemazione didattica, specialmente del primo anno, un’operazione resasi necessaria per le continue riforme che hanno investito l’università negli ultimi dieci anni. Il mio ruolo di responsabile dell’Orientamento e di ingegnere impone qualche riflessione sul tema, che spero possa aiutare le erigende scuole e stimolare la discussione, al fine di evitare gli errori commessi in passato.
Tre esami a
 semestre, più 
uno annuale
Il primo anno di Ingegneria è tradizionalmente quello in cui si verifica il maggior numero di abbandoni, certamente legati ad una scelta poco attenta dello studente, ma anche condizionati dalla diversa organizzazione didattica che ha caratterizzato fino ad oggi i diversi Corsi di Laurea. Per contro c’è chi, come me, sogna da sempre un primo anno unificato, cioè svincolato dalla scelta del particolare Corso di Laurea, uguale per tutti i futuri ingegneri. Un primo anno, insomma, in cui la nuova matricola si iscriva alla Scuola di Ingegneria, non ad una in particolare, durante il quale, secondo il ritmo di tre esami a semestre più un esame annuale, possa sostenere sette esami e, soltanto dopo essere arrivato al secondo anno, possa scegliere, con un pizzico di esperienza in più, quale sia il ramo dell’Ingegneria che effettivamente rappresenti la migliore sintesi dei suoi interessi. Una tale scelta, tra le altre cose, consentirebbe una ottimale allocazione degli spazi e delle risorse al primo anno (gli iscritti ad Ingegneria sono circa quattromila) e darebbe il tempo alla nuova matricola di ambientarsi, prima di scegliere definitivamente la strada da intraprendere. Molti dei nuovi iscritti non conoscono nemmeno l’esistenza di tantissime branche dell’Ingegneria, che finiscono per essere penalizzate, non avendo un nome accattivante oppure essendo poco conosciute.
Concretamente, la proposta didattica per un primo anno unificato si articola su due semestri, secondo la tabella di seguito riportata, in cui sono indicati i sei esami che dovrebbero costituire la spina dorsale della formazione di tutti gli ingegneri. Si intende che ogni esame dovrebbe essere di 9 CFU, per un totale di 6 • 9 CFU = 54 CFU.
    Primo    Secondo    semestre    semestre        Analisi 1    Analisi 2    
    Fisica 1    Fisica 2    
    Algebra e Geometria    Chimica    
Mancano 6 CFU per arrivare a 60: questi potrebbero essere spesi per un corso annuale di Fondamenti di Informatica, da dividersi in due parti, una per semestre. Soltanto al secondo anno, dopo essersi per bene acclimatato ed aver conosciuto modi e tempi della scuola, dopo aver avuto il tempo di confrontarsi con i suoi colleghi e con colleghi più avanti negli studi, lo studente sceglierebbe in quale particolare scuola continuare la sua formazione di ingegnere.
Precorso di
Matematica e lezioni 
di Storia della 
Tecnologia
Prima di iniziare, tuttavia, la giostra del primo anno, sarebbe opportuno, al fine di allineare le conoscenze delle nuove matricole provenienti da differenti istituti superiori, ammannire un precorso di Matematica per tutti ed una piccola introduzione di dieci lezioni di Storia della Tecnologia, un altro sogno che ho nel cassetto da anni e che consentirebbe di colmare la lacuna storica nella formazione degli ingegneri, tanto bene evidenziata dall’Associazione Italiana di Storia dell’Ingegneria (AISI), nata più di dieci anni or sono da una brillante idea del vulcanico professor Salvatore D’Agostino.
Le ricadute sulle politiche di Orientamento di una tale scelta sarebbero enormi in termini di chiarezza dell’offerta formativa e razionalizzazione della scelta. Le matricole potrebbero finalmente iscriversi ad Ingegneria senza la paura di sbagliare l’indirizzo dei loro studi e con la più ampia possibilità di scelta spalancata sulla loro strada. Il vero Orientamento si potrebbe fare in itinere, nel corso del primo anno, in incontri dedicati nei vari Dipartimenti, durante i quali sarebbe possibile raccontare in maniera approfondita le bellezze e le peculiarità di ciascuna scuola.
Infine, per quale motivo una simile proposta non potrebbe essere adottata da tutte le scuole dell’Ateneo, che, così facendo, andrebbero sicuramente incontro alle richieste di chiarezza dei nuovi iscritti?
Riflettano con attenzione su queste cose coloro che hanno l’onere di costruire le nuove scuole e non si facciano mai prendere da modesti interessi di bottega.
Prof. Ing. Luigi Verolino
Direttore del SOFTel
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