Un seminario sul calcio per gli studenti della Magistrale

Chi lo dice che il calcio si riduce a guardare la partita allo stadio o in televisione? C’è tutta una profonda analisi sociologica da fare sullo sport più amato dagli italiani che va dal tifo, all’economia, alla geopolitica. Lo sanno bene i professori Francesco Pirone e Luca Bifulco, entrambi ricercatori di Sociologia Generale, che hanno da poco pubblicato un libro dal titolo “A tutto campo, il calcio da una prospettiva sociologica”. I due giovani docenti non si sono fermati alla pubblicazione del testo ma hanno voluto coinvolgere anche i loro studenti, così hanno organizzato un seminario per gli iscritti alla Magistrale del Dipartimento di Scienze Sociali. “Non ce la facevamo a tenere un seminario anche per i triennalisti – chiarisce Bifulco – così abbiamo deciso di cominciare con gli iscritti alla Magistrale”. Ma non sono rimasti a bocca asciutta i ragazzi della Triennale: per loro si è tenuta una tavola rotonda l’11 di marzo che ha visto la partecipazione di ospiti come l’etnologo di fama internazionale Christian Bromberger. Intanto, le iscrizioni per il seminario vanno a gonfie vele. “In 24 ore avevamo già raggiunto le 30 richieste, per la maggior parte di donne”. L’interesse degli studenti per lo sport è in forte aumento: “Abbiamo avuto anche richieste di tesi e non solo sul calcio”. Purtroppo però non tutti potranno partecipare. “Il seminario sarà soprattutto laboratoriale quindi abbiamo dovuto fissare un numero massimo di partecipanti – continua Bifulco – Divideremo i ragazzi in gruppi e affideremo ad ognuno di loro un argomento da curare”. È previsto un numero di 24 partecipanti, saranno selezionati in base ai crediti. “Abbiamo pensato di dare la precedenza a chi deve laurearsi”, spiega il professore. I temi fondamentali che i due docenti vogliono affrontare sono quattro: la passione per il tifo; gli intrecci tra politica e calcio; l’asincronia insita nella carriera dei calciatori (“basti pensare che un giocare tocca i punti più alti della sua carriera mentre i suoi coetanei si stanno ancora formando e solitamente smette di giocare in età non proprio avanzata. Adesso, se parliamo dei calciatori che guadagnano molto, il problema non si pone, ma ci sono anche giocatori di squadre minori”); gli investimenti economici (grandi capitali vengono spostati da una parte all’altra del mondo per finanziare le squadre). “Il calcio non è sempre un investimento che rende  – dice Bifulco – ma porta molta pubblicità e gli imprenditori russi e arabi lo utilizzano anche per aprirsi la strada verso nuovi mercati. Questo comporta un certo cambiamento dal punto di vista geopolitico”.      
Marilena Passaretti
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