Partiti un po’ in sordina i corsi del secondo semestre. A due settimane dall’avvio delle lezioni, non si registra ancora una folta presenza nelle aule. “Siamo alle prese con le ultime date d’esame – dice Nunzia Nigro, studentessa al terzo anno – Quest’anno ci sono appelli anche a fine marzo, sarebbe davvero un peccato perdere l’occasione”. Le aule studio di Porta di Massa testimoniano questa tendenza. “Si fa quel che si può – ammette Lucio Nocerino – ci barcameniamo fra esami e lezioni. Trascorro in Facoltà quasi 9 ore al giorno, seguo i corsi che più m’interessano e, fra uno spacco e l’altro, studio dov’è possibile”. “In questi giorni, trovare un posto nelle aule studio è facile quasi quanto centrare un sei al superenalotto – dichiara Mario Feola – Chi ha da seguire corsi importanti non può permettersi il lusso di restare a casa. Quindi si portano i libri in Facoltà per studiare. E’ una bella lotta, siamo in centinaia relegati in aule studio che ne possono contenere al massimo cinquanta”.
Il picco di affluenza si registra al Palazzo di Vetro perché è lì che si tengono quasi tutti i corsi del primo anno. Un gruppo di studenti attende fuori l’Aula Coviello. “Abbiamo deciso di seguire solo Privato, siamo indietro con gli esami e preferiamo investire questo lasso di tempo per studiare”. Il corso del prof. Gabriello Piazza termina alle 12.30, troppo tardi per rientrare a casa. “Per questo preferisco ‘sostare’ in Facoltà – racconta Fabiola Mattera – La mattina cerco di accaparrarmi un posto in aula studio, sto preparando Istituzioni di diritto romano per fine mese e non è facile. Però proprio non posso perdere le nozioni introduttive di Privato, finirei con non capire più nulla successivamente”. Dice Lello Di Matteo: “Da quando abbiamo messo piede in Facoltà, ad ottobre, abbiamo iniziato a correre senza più fermarci. Una bella sfida. Stare al passo con i tempi richiede un grande spirito di sacrificio”. Difficoltà anche per le matricole della IV (prof. Ferdinando Bocchini) e V cattedra (prof. Raffaele Caprioli): entrambe hanno il corso di Privato dalle 12.30 alle 14.30. Un orario scomodo, perché, afferma Roberta Barone, che al momento segue tutte lezioni per poi decidere su quali concentrarsi, “la stanchezza si fa sentire e diventa problematico mantenere alta l’attenzione”. Si arriva molto prima delle 12.30 in Facoltà, altrimenti, fa notare Silvestro Finocchiaro, “poiché c’è l’arrembaggio, si rischia di restare in piedi. Ci sono scene assurde, si corre da tutte le parti, nessuno vuole perdere le prime lezioni di una disciplina tanto importante”. Privato, infatti, non risente della scarsa frequenza che si registra in altri corsi. “Per questa materia così difficile cerchiamo di fare maggiori sacrifici – dicono Gemma ed Alessandra – Studiamo dove capita, nei corridoi, sulle scale, aspettando l’inizio del corso. Purtroppo nelle aule studio ci si siede raramente, questi sono periodi di super affollamento”.
Il picco di affluenza si registra al Palazzo di Vetro perché è lì che si tengono quasi tutti i corsi del primo anno. Un gruppo di studenti attende fuori l’Aula Coviello. “Abbiamo deciso di seguire solo Privato, siamo indietro con gli esami e preferiamo investire questo lasso di tempo per studiare”. Il corso del prof. Gabriello Piazza termina alle 12.30, troppo tardi per rientrare a casa. “Per questo preferisco ‘sostare’ in Facoltà – racconta Fabiola Mattera – La mattina cerco di accaparrarmi un posto in aula studio, sto preparando Istituzioni di diritto romano per fine mese e non è facile. Però proprio non posso perdere le nozioni introduttive di Privato, finirei con non capire più nulla successivamente”. Dice Lello Di Matteo: “Da quando abbiamo messo piede in Facoltà, ad ottobre, abbiamo iniziato a correre senza più fermarci. Una bella sfida. Stare al passo con i tempi richiede un grande spirito di sacrificio”. Difficoltà anche per le matricole della IV (prof. Ferdinando Bocchini) e V cattedra (prof. Raffaele Caprioli): entrambe hanno il corso di Privato dalle 12.30 alle 14.30. Un orario scomodo, perché, afferma Roberta Barone, che al momento segue tutte lezioni per poi decidere su quali concentrarsi, “la stanchezza si fa sentire e diventa problematico mantenere alta l’attenzione”. Si arriva molto prima delle 12.30 in Facoltà, altrimenti, fa notare Silvestro Finocchiaro, “poiché c’è l’arrembaggio, si rischia di restare in piedi. Ci sono scene assurde, si corre da tutte le parti, nessuno vuole perdere le prime lezioni di una disciplina tanto importante”. Privato, infatti, non risente della scarsa frequenza che si registra in altri corsi. “Per questa materia così difficile cerchiamo di fare maggiori sacrifici – dicono Gemma ed Alessandra – Studiamo dove capita, nei corridoi, sulle scale, aspettando l’inizio del corso. Purtroppo nelle aule studio ci si siede raramente, questi sono periodi di super affollamento”.
Tutti in fila per
seguire Commerciale
seguire Commerciale
Un’anomalia al secondo anno. Ai corsi di Diritto Commerciale c’è fila fuori l’aula già un’ora prima delle lezioni. “Sono abituata a sgomitare – ammette Sofia Cetrangolo – Durante gli anni se c’è una cosa che ho imparato è ‘correre’. Per discipline così seguite devi essere prepotente, altrimenti rischi di restare in piedi”. “Proprio com’è capitato a me ieri – racconta Alessandra – Sono arrivata con cinque minuti di ritardo e l’aula era stracolma. Mi sono accontentata di seguire seduta per terra, ma è veramente dura prendere appunti di Commerciale se si è scomodi e infreddoliti”. L’aula Arcoleo che ospita le lezioni del prof. Carlo di Nanni è relativamente piccola. “Proprio non ci stiamo tutti – sottolinea Patrizia Lauro – Ogni giorno si arriva fuori l’aula anche due ore prima, pur di poter entrare e sedersi. Il corso poi finisce alle 14.30, in questo modo si perde il pomeriggio e parte della mattinata per poter seguire solo due ore”. Va un po’ meglio nell’aula 28, gli studenti del prof. Massimo Miola hanno a disposizione spazi decisamente più ampi. “Per ora stiamo bene, c’è posto a sufficienza per tutti – dice Roberta Zaccardi – Però siamo solo nelle prime settimane di corso, molti ragazzi sono ancora a casa, a studiare. Dovremo vedere cosa accadrà nei prossimi giorni. A breve la sessione di esami si concluderà, sono sicura che dopo ci sarà un vero boom di corsisti”.
Al terzo anno si cominciano a registrare gli effetti positivi dovuti allo sdoppiamento della cattedra di Scienza delle Finanze. “Lo scorso anno era impossibile seguire – afferma Pasquale De Bonis – Il prof. Stornaiuolo faceva lezione a tutti gli studenti della Facoltà. C’era una bolgia infernale, non si capiva niente. Per fortuna quest’anno abbiamo due cattedre e le cose vanno decisamente meglio”. “Segue le lezioni con il prof. Commendatore – racconta Alberta Amato – e nell’Aula Coviello c’è spazio per tutti. Lo scorso anno lasciai il corso demoralizzata. Ora le cose iniziano ad andare bene. La disciplina è davvero difficile, c’è bisogno di mille spiegazioni ed attenzioni. Siamo sempre in tanti, ma almeno non mancano i posti a sedere”.
File già dalle 7.30 del mattino ai corsi di Procedura Civile. “Le aule dell’Edificio Centrale – spiega Marina – sono tutte piccoline e inadatte a corsi che ospitano tanti studenti. Siamo appena alla quinta lezione e già c’è ressa, non oso immaginare cosa accadrà quando tutti gli studenti riprenderanno a seguire dopo gli esami”. Nell’Aula De Sanctis, il prof. Giuseppe Olivieri invita a prendere posto, sono quasi le nove e il flusso degli studenti sembra inarrestabile. “La lezione inizia sempre con alcuni minuti di ritardo – conferma Giulia Esposito – Trovare il modo di accomodarci tutti richiede sempre un po’ di tempo. La scorsa settimana eravamo moti di meno, man mano che i giorni passano il numero dei frequentanti cresce”. Anche nell’Aula Cicala, prof. Ferruccio Auletta, si fatica a fare ordine. “Sedersi vicino alla porta d’ingresso è stato un errore – ammette Luca Pontillo – c’è un via vai di persone che mi distrae. Procedura è un esame che non si può far a meno di seguire. Quindi si è preparati a dover sopportare l’affollamento”. “Lo scorso anno c’era più gente – dichiara Monia – Tanti miei colleghi rientreranno a fine mese, nelle prossime settimane la situazione peggiorerà di certo”. Alcune ragazze hanno portato un ‘alleato’ da casa. “E’ un tappetino di quelli che si usano in palestra, ci fa stare comode e ci tiene al caldo. Ieri siamo state due ore appoggiate al davanzale della finestra, non si può stare in piedi quando prendere appunti è una questione vitale”.
Al terzo anno si cominciano a registrare gli effetti positivi dovuti allo sdoppiamento della cattedra di Scienza delle Finanze. “Lo scorso anno era impossibile seguire – afferma Pasquale De Bonis – Il prof. Stornaiuolo faceva lezione a tutti gli studenti della Facoltà. C’era una bolgia infernale, non si capiva niente. Per fortuna quest’anno abbiamo due cattedre e le cose vanno decisamente meglio”. “Segue le lezioni con il prof. Commendatore – racconta Alberta Amato – e nell’Aula Coviello c’è spazio per tutti. Lo scorso anno lasciai il corso demoralizzata. Ora le cose iniziano ad andare bene. La disciplina è davvero difficile, c’è bisogno di mille spiegazioni ed attenzioni. Siamo sempre in tanti, ma almeno non mancano i posti a sedere”.
File già dalle 7.30 del mattino ai corsi di Procedura Civile. “Le aule dell’Edificio Centrale – spiega Marina – sono tutte piccoline e inadatte a corsi che ospitano tanti studenti. Siamo appena alla quinta lezione e già c’è ressa, non oso immaginare cosa accadrà quando tutti gli studenti riprenderanno a seguire dopo gli esami”. Nell’Aula De Sanctis, il prof. Giuseppe Olivieri invita a prendere posto, sono quasi le nove e il flusso degli studenti sembra inarrestabile. “La lezione inizia sempre con alcuni minuti di ritardo – conferma Giulia Esposito – Trovare il modo di accomodarci tutti richiede sempre un po’ di tempo. La scorsa settimana eravamo moti di meno, man mano che i giorni passano il numero dei frequentanti cresce”. Anche nell’Aula Cicala, prof. Ferruccio Auletta, si fatica a fare ordine. “Sedersi vicino alla porta d’ingresso è stato un errore – ammette Luca Pontillo – c’è un via vai di persone che mi distrae. Procedura è un esame che non si può far a meno di seguire. Quindi si è preparati a dover sopportare l’affollamento”. “Lo scorso anno c’era più gente – dichiara Monia – Tanti miei colleghi rientreranno a fine mese, nelle prossime settimane la situazione peggiorerà di certo”. Alcune ragazze hanno portato un ‘alleato’ da casa. “E’ un tappetino di quelli che si usano in palestra, ci fa stare comode e ci tiene al caldo. Ieri siamo state due ore appoggiate al davanzale della finestra, non si può stare in piedi quando prendere appunti è una questione vitale”.
Corsi pomeridiani
per la III e la IV
cattedra
per la III e la IV
cattedra
Al quarto anno sono i corsi di Procedura Penale ad ospitare il maggior numero di studenti. Accorpate le lezioni della I e II cattedra, docente il prof. Guido Pierro, entrambe si tengono nell’Aula Ottagono 10.30-12.30. “Per ora questo cambiamento non ha causato grandi difficoltà – commenta Andrea – L’aula è capiente ed anche se un po’ stretti ci stiamo tutti. Però è presto per fare una valutazione, quando ci sono ancora gli esami il numero dei frequentati si dimezza”. Non proprio entusiasti gli studenti. “Si stava meglio prima – dice Domenico Caputo – c’era meno confusione e maggiori possibilità di porre domande. Ora, invece, il numero di frequentanti si è raddoppiato, non so come sarà a fine mese, quando inizieranno a rientrare tutti”. “Come sempre gli accorpamenti non vanno mai bene – afferma Jessica Giacomazzi – Noi studenti non ne ricaviamo nulla. Ciò che invece ne risente è la qualità della lezione. C’è più confusione, si comincia ad arrivare prima in aula con la paura di restare in piedi. Ogni giorno la folla aumenta e l’aula diventa sempre meno capiente”. “La vera guerra non è ancora iniziata – spiega Mariano – Il picco si avrà nelle prossime settimane, per ora possiamo goderci gli ultimi attimi di tranquillità”. Malcontento anche dalla III e IV cattedra perchè i corsi si svolgono nel pomeriggio (14.30-16.30). Gli studenti lamentano che in questo modo si stravolge la giornata di studio. “Arrivare in Facoltà così tardi – dichiara Annalisa Quadri – vuol dire perdere sia mattina che pomeriggio. Per i pendolari è un orario fastidioso, soprattutto se non si hanno altri corsi da seguire la mattina”. Al quinto anno aule poco affollate per Diritto Ecclesiastico. “Siamo in pochi – ammette Delfina Perrone – Molto meglio così. Il prof. Guarino ci segue con attenzione, riusciamo ad interagire sia con il docente che fra noi. Si crea dibattito. La disciplina non è difficile e chi segue lo fa solo per passione”.
Susy Lubrano
Susy Lubrano