Una comunità (e dall’anno prossimo anche un corso) in Cognitive Computing

L’Aula Magna della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base nella struttura universitaria napoletana di San Giovanni a Teduccio ha tenuto a battesimo, il 18 maggio, la nascita della Italian Cognitive Computing Community. “Quest’ultima – dice il professore Paolo Maresca, che insegna Sistemi di elaborazione delle informazioni nel Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione – mette insieme le università italiane, studenti ed aziende che si occupano di cognitive computing”. Con questa espressione in inglese si fa riferimento, come spiegava già qualche tempo fa la rivista di divulgazione scientifica Focus, “alla tecnologia che in futuro ci consentirà di interagire con i computer in modo molto più immediato e naturale di oggi, praticamente ‘parlando’ con le macchine e sfruttando la loro capacità di imparare dall’esperienza”. L’obiettivo della Italian Cognitive Computing Community che si è incontrata per la prima volta a Napoli e sarà presentata l’otto giugno al Think di Milano – un evento di rilevanza internazionale sulle tecnologie digitali – è di promuovere l’utilizzo di queste tecnologie e di accelerare la ricerca nel medesimo campo. Chi ne fa parte, insomma, mira a diventare il punto di riferimento e di contatto in Italia per tutti i professionisti. “Le attività che vorremmo indirizzare – dice il professore Maresca – sono molteplici. Costituire un gruppo di lavoro, di condivisione e di scambio da far crescere continuamente. Creare contatti e relazioni tra la ricerca universitaria e il mondo dell’impresa. Pubblicare ricerche e partecipare a conferenze internazionali. Sostenere e organizzare iniziative per la promozione e la diffusione delle nostre attività. Gli attori di questa comunità saranno aziende, organizzazioni professionali, docenti, ricercatori e, con una particolare attenzione, i nostri studenti che potranno essere tra gli attori principali di questa comunità e collaborare alla costituzione di collegamenti diretti con l’industria. Scopo della comunità è anche discutere quali devono essere i curricula freschi e pertinenti per i nostri ragazzi che devono impegnarsi su questi temi”. Non è casuale che il primo incontro si sia svolto a Napoli. “La Federico II – sottolinea Maresca – è capofila del progetto. Mi pare importante che una realtà del Mezzogiorno si ponga alla guida di una iniziativa che guarda al futuro in termini di innovazione e di accettazione delle sfide tecnologiche più avanzate”. Fa un passo indietro: “L’intelligenza artificiale nasce con il matematico Alan Turing, uno dei padri dell’Informatica, e con altri. Oggi acquista completezza e si può definire come l’insieme delle tecnologie che permettono alle macchine di potenziare le capacità umane piuttosto che di sostituire l’uomo. Siamo in presenza di una novità dirompente perché entra nelle altre tecnologie, nel saper fare e lo sconvolge. Si consideri che una delle conseguenze di ciò è che nel 2030 l’ottantacinque per cento dei lavori saranno completamente diversi da quelli che conosciamo. È una sfida ed una opportunità, anche economica. Marija Gabriel, Commissario europeo per l’economia e la società digitale, ha detto che per il 2020 investirà due miliardi di euro per sviluppare ricerche ed innovazioni nel settore della intelligenza artificiale”. Prosegue il docente: “Il cognitive computing consente di affrontare problemi a 360 gradi, che mettono in gioco una mole enorme di dati, per tirare fuori risultati”. 
Per offrire ai suoi studenti strumenti utili a destreggiarsi in una realtà così di frontiera, Maresca il prossimo anno accademico terrà un corso universitario, destinato agli allievi della Laurea Magistrale in Ingegneria informatica, in Cognitive computing system. “I ragazzi – spiega – impareranno a parlare con le macchine ed a scrivere i programmi che le fanno operare. Progetteranno applicazioni. Ci appoggeremo ai laboratori del Dipartimento e faremo capo alla nuova sede di San Giovanni a Teduccio”. 
Il futuro, insomma, bussa sempre di più alle porte di Ingegneria dell’Ateneo federiciano. “Come dico sempre ai miei studenti – conclude Maresca – o lo si affronta senza paura delle sfide e con la volontà di gestirlo al meglio, o se ne viene travolti. La Community che ha come promotore la Federico II è un tentativo di gestire la sfida, di cavalcare l’onda senza rimanere sott’acqua”.
Fabrizio Geremicca
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