“Per chi ha voglia di capire come funziona il mondo, di studiare i meccanismi che regolano la realtà e gli oggetti che li circondano, Ingegneria è l’ideale, in qualunque sua branca”, afferma Daniele Sorrentino, rappresentante degli studenti, iscritto ad Ingegneria Biomedica.
Aniello Camarca, anch’egli rappresentante degli studenti, iscritto ad Ingegneria Edile e Architettura: “ho avuto modo in quattro anni di scoprire con mio grande piacere che l’Ingegneria va oltre la solita scontata e mera dizione di ‘scienza applicata per la risoluzione di problematiche’, ma si apre ed investiga campi assolutamente più ampi, spaziando tematiche che vanno dall’arte all’antropologia, dall’economia alla società. Trovo a tal proposito illuminanti le parole di Renzo Piano: ‘l’architettura non può che essere umanista’”.
Inoltre “è una delle poche Facoltà che ti assicura un futuro lavorativo” aggiunge Domenico Petrazzuoli, rappresentante degli studenti, iscritto ad Ingegneria dell’Automazione.
Aniello Camarca, anch’egli rappresentante degli studenti, iscritto ad Ingegneria Edile e Architettura: “ho avuto modo in quattro anni di scoprire con mio grande piacere che l’Ingegneria va oltre la solita scontata e mera dizione di ‘scienza applicata per la risoluzione di problematiche’, ma si apre ed investiga campi assolutamente più ampi, spaziando tematiche che vanno dall’arte all’antropologia, dall’economia alla società. Trovo a tal proposito illuminanti le parole di Renzo Piano: ‘l’architettura non può che essere umanista’”.
Inoltre “è una delle poche Facoltà che ti assicura un futuro lavorativo” aggiunge Domenico Petrazzuoli, rappresentante degli studenti, iscritto ad Ingegneria dell’Automazione.
Cosa e come si studia
“La didattica della Facoltà è consolidata e rodata, condizione che offre il grande vantaggio della sicurezza dei metodi e dei contenuti ma dovendo scegliere un aggettivo la definirei ‘tradizionalista’ perchè proprio la lunga esperienza rischia di provocare un ‘ritardo’ negli studenti, impegnati a studiare soluzioni tecniche e tecnologiche talvolta superate. In un campo disciplinare come il nostro, dove l’evoluzione è velocissima ed importante. La didattica inoltre sarebbe da adeguare alle esigenze che il mercato del lavoro di oggi richiede come la conoscenza della lingua inglese tecnica, nuove tecnologie, etc..”, spiega Camarca. Aggiunge Sorrentino: “la laurea triennale è quasi il prolungamento di un buon liceo scientifico, il vero studio ingegneristico si affronta nella specialistica. E’ un tipo di studio che ti avvicina molto alla comunità scientifica e che anche se si basa su discipline non opinabili (la matematica non è un’opinione!) ti porta comunque a sviluppare l’intuito e la capacità di creare collegamenti tra gli elementi di studio e la realtà”.
Le ore di studio ed il primo anno
“E’ una delle Facoltà più difficili da affrontare soprattutto se non si ha passione, come ha evidenziato il Preside Cosenza, diventa una vero e proprio calvario” dichiara Petrazzuoli e su questo punto gli studenti sono tutti concordi. “Sono richieste almeno otto ore di studio al giorno e proprio il primo anno è quello più impegnativo: i ragazzi si scoraggiano facilmente perchè si confrontano con una realtà molto frenetica e con uno studio pesante”conferma Sorrentino.
“Se vogliamo considerare il nostro percorso come una strada in salita, il primo gradino è quello con il tempo di salita più lungo: al primo anno si studiano le materie di base, che sono quelle più pesanti, ma che rappresentano gli strumenti per capire i contenuti delle materie che si andranno a studiare in seguito- sottolinea Petrazzuoli- Mi ricordo che il primo anno, al primo giorno di lezione di Fisica, il professor Ugo Esposito ci disse che se volevamo laurearci in tempo dovevamo studiare otto ore al giorno oltre l’orario dei corsi. Occorre davvero molto sacrificio”.
“Se vogliamo considerare il nostro percorso come una strada in salita, il primo gradino è quello con il tempo di salita più lungo: al primo anno si studiano le materie di base, che sono quelle più pesanti, ma che rappresentano gli strumenti per capire i contenuti delle materie che si andranno a studiare in seguito- sottolinea Petrazzuoli- Mi ricordo che il primo anno, al primo giorno di lezione di Fisica, il professor Ugo Esposito ci disse che se volevamo laurearci in tempo dovevamo studiare otto ore al giorno oltre l’orario dei corsi. Occorre davvero molto sacrificio”.
Cosa offre la Facoltà
“Siamo in un momento molto delicato -confessa Camarca- Molti spazi ed aule sono al momento in ristrutturazione e la loro indisponibilità provoca qualche disagio agli studenti. Nonostante siano stati aumentati i posti, le aule studio sono ancora troppo piccole ed inadeguate all’utenza. Le aule sono talvolta inadatte all’impiego dei supporti alla didattica e richiederebbero adeguamenti e rifunzionalizzazioni”. Riguardo ai servizi offerti “credo non ci si possa lamentare, considerata la condizione delle strutture di altre Facoltà della Federico II e di altri Atenei. Abbiamo biblioteche fornite, servizi di segreteria efficienti e servizi informatici di buon livello come connessione wireless, postazioni informatiche, servizio stampa e plottaggio”.
Anche Petrazzuoli ammette “le strutture della nostra Facoltà necessitano di un ammodernamento e credo che si stia facendo qualcosa in tal senso”. Un esempio “i chioschi light: postazioni internet collegate a stampanti in sostituzione dei vecchi chioschi spesso inutilizzabili”
Petrazzuoli garantisce impegno affinché l’organizzazione dei calendari d’esame sia più celere e che quindi le “date vengano rese pubbliche con un adeguato anticipo”.
Anche Petrazzuoli ammette “le strutture della nostra Facoltà necessitano di un ammodernamento e credo che si stia facendo qualcosa in tal senso”. Un esempio “i chioschi light: postazioni internet collegate a stampanti in sostituzione dei vecchi chioschi spesso inutilizzabili”
Petrazzuoli garantisce impegno affinché l’organizzazione dei calendari d’esame sia più celere e che quindi le “date vengano rese pubbliche con un adeguato anticipo”.