Una tempesta d’idee dagli studenti per il recupero del Foro Boario a Nola

Arduo compito per gli studenti del quinto anno di Ingegneria Edile – Architettura, chiamati a Nola per quattro giorni di full immersion nella progettazione urbana per riqualificare e riprogettare l’area del Foro Boario. Un luogo segnato da importanti presenze archeologiche in cui ricade l’Anfiteatro Laterizio, uno dei più antichi e grandi della Campania. Molto soddisfatto dei risultati raggiunti dai ragazzi è stato il prof. Francesco Polverino, Coordinatore del Corso di Laurea Magistrale, il quale, durante la presentazione dei lavori del workshop, ha affermato: “Ci sono voluti due mesi di lavoro ed oltre quaranta persone per l’organizzazione di questo evento, ma ne è valsa la pena. I progetti dei ragazzi sono tutti molto validi e, nonostante il poco tempo a disposizione, sembrano completi”. L’iniziativa, che rientra in un ciclo di sperimentazioni progettuali dal titolo ‘Architettura e Paesaggio dei Centri urbani’, si è svolta dal 28 al 31 maggio ed ha previsto attività di progettazione in atelier, dibattiti e approfondimenti. “L’idea – spiega la prof.ssa Francesca Bruni, membro del coordinamento scientifico dell’iniziativa – nasce dalla sintesi tra il mettere alla prova la maturità progettuale acquisita dagli studenti, nell’arco del percorso quinquennale, e un’esigenza reale, ovvero riqualificare un luogo periferico, dalle grandi potenzialità. Tema evidenziato dall’arch. Sorrentino, natio del posto. In questo contesto, ampio interesse assume il rapporto tra l’archeologia e il progetto urbano, in quanto bisogna combinare armonicamente preesistenze, riqualificazione ambientale ed esigenze degli abitanti del luogo”. Attività di questo tipo sono un banco di prova per i ragazzi, ma anche per i docenti, come afferma il prof. Francesco Viola, anche lui membro del coordinamento scientifico dell’iniziativa: “Durante i workshop si raccoglie ciò che si è seminato nel corso dell’anno accademico. È un momento per verificare il grado di apprendimento degli studenti, ma anche un allenamento per i ragazzi ad affrontare in autonomia situazioni tipiche del mondo del lavoro. Altro aspetto rilevante di queste esperienze è il connubio che si crea tra formazione, ricerca e rapporto con il territorio d’origine”. Per intervenire in maniera saggia ed oculata nella progettazione, non poteva di certo mancare una fase di conoscenza del luogo preso in esame. In apertura del workshop, infatti, c’è stato un sopralluogo guidato nelle aree di progetto. A fare da Cicerone è stato l’archeologo Mario Cesarano, funzionario per la Soprintendenza sul territorio nolano, il quale ha descritto minuziosamente la zona del Foro Boario. Soddisfatti della visita in loco, nonostante la presenza di un sole cocente e di qualche zanzara, sono stati i ragazzi che hanno potuto attingere preziosi spunti dalle spiegazioni. Fondamentali per l’elaborazione di un progetto sono anche gli studi già eseguiti sull’argomento. A fornire un ulteriore supporto a riguardo sono stati gli approfondimenti contenuti nel libro ‘La forma (dis)continua dell’antico’ scritto dalla dott.ssa Chiara Barbieri. “I risultati raggiunti – racconta Gianmarco Orciani, partecipante del workshop – sono stati possibili grazie al supporto ricevuto da docenti e assistenti. Tra le difficoltà maggiori che si incontrano durante queste esperienze vi è il dover mettere insieme tante idee provenienti da persone diverse. Nonostante non conoscessi i membri del mio gruppo prima di questa avventura, abbiamo lavorato in sincronia e con spirito di squadra, ottenendo risultati soddisfacenti”. A rendere più ardua la sfida dei ragazzi è stato il poco tempo a disposizione, come riferisce Sara Pascarella: “è stato stimolante mettere in pratica ciò che fino ad oggi abbiamo imparato all’università. L’area d’intervento era molto estesa e i gruppi di lavoro piuttosto piccoli, composti da quattro, massimo cinque elementi. Avere un giorno in più per la progettazione sarebbe stato fantastico”. I ragazzi, per presentare al meglio le loro idee, hanno lavorato con ardore e impegno, durante tutto l’arco della giornata. Non distoglievano l’attenzione dal progetto nemmeno durante la notte, per dormire, nonostante gli occhi affaticati e la stanchezza. “Mai come in questo workshop siamo stati messi a dura prova – spiega Anna Maria Grazia Caccaviello – Era un tema complesso, ma siamo riusciti a produrre delle belle idee che spero vengano prese come spunto nel prossimo piano urbanistico. Di questa esperienza mi rimarrà il ricordo della fatica, ma soprattutto la nostra gioia, quelle dei professori e delle figure istituzionali invitate alla presentazione dei progetti: un’emozione impagabile!”.
Maria Maio
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