Valigia pronta: avventura in Polonia per un gruppo di studenti di Elettronica

Pronti a partire ed entusiasti dell’opportunità. Si sono dichiarati così gli studenti che dai primi di marzo saranno ospiti presso l’Università di Lodz, in Polonia, nell’ambito del programma Double Degree, promosso dal Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Elettronica, coordinato dal prof. Antonio Strollo. Possibilità di migliorare l’inglese, fare un’esperienza all’estero presso una sede universitaria prestigiosa e internazionale, dove affrontare temi  all’avanguardia, svolgere molte ore di laboratorio ed entrare nel mercato del lavoro con un doppio riconoscimento sono le ragioni comuni espresse da tutti i componenti di questo nutrito gruppo di ragazzi napoletani che, nel corso del semestre, affronteranno, fra le altre discipline, per alcune delle quali non vi è un equivalente da noi, Micro and Nanotechnology for Electronics, Microassembly Technology, Equipment Design and Material Engineering, Thermal Management, Electromagnetic Compatibility, Cad tools for Electronics and Microelectronics e Flexible Electronics. 
“Tra i motivi che mi spingono a partecipare a questo programma c’è anche il fascino dell’ambiente internazionale, che purtroppo qui a Napoli manca, ed i laboratori maggiormente finanziati rispetto a quelli di cui possiamo usufruire. Quindi c’è molta aspettativa. Per quanto riguarda invece i professori, spero di trovarne all’altezza di quelli della Federico II che sono, per la maggior parte, molto in gamba”, afferma Nadia Cenatiempo. “Sono molto contento di avere l’occasione di migliorare il mio inglese. Seguiremo dei corsi su alcuni temi di frontiera come l’elettronica organica”, sostiene Michele Vitiello. Gianluca Colantuoni è il ‘veterano’ del gruppo. Si è laureato nel 2015 presso l’Università del Sannio in Ingegneria Elettronica per l’Automazione e le Telecomunicazioni e per due anni ha lavorato come elettricista, trovando il tempo di trascorrere tre mesi negli Stati Uniti presso una scuola di lingua: “ho deciso di partecipare al programma perché non vorrei restare in Italia e ho voglia di confrontarmi anche con l’Europa, per imparare altri stili di vita e fare tanta pratica sperimentale”. Alcuni studenti in partenza provengono dalla Triennale in Ingegneria Biomedica. Hanno cambiato indirizzo spinti dall’interesse maturato per l’ambito elettronico durante il primo ciclo universitario, o dalla voglia di avere un profilo altamente specializzato dal punto di vista tecnologico, con delle conoscenze spendibili in un settore cruciale, come quello sanitario. “Mi sento molto insicuro nel parlare in inglese e mi sento in difficoltà quando non mi trovo nel mio ambiente. Sono molto contento di mettere in pratica tutta la teoria studiata fino ad ora”, afferma Salvatore Montella ‘affezionato al lato ingegneristico delle cose’. “Sono sicuro che sarà una bella esperienza e curioso di vedere come riuscirò ad affrontarla, ma mi attira molto l’idea di poter fare tante ore di laboratorio, una cosa che a Napoli manca”, dice il collega Agostino Carratù. “Sarà un modo per maturare dal punto di vista culturale e specializzarmi nell’Elettronica di potenza”, aggiunge Gerardo Saggese.
“È una meta Erasmus
molto gettonata”
Insieme con i neofiti, torneranno a Lodz per ultimare la formazione anche i pionieri dello scorso anno che svolgeranno il tirocinio e la tesi. “L’anno scorso ero l’unica in quota donna – racconta Andrea La Frazia, laureata triennale in Ingegneria Biomedica – Il semestre polacco è stato molto positivo. Abbiamo trovato un popolo molto dignitoso e un ambiente molto professionale. Al lavoro fra studenti e docenti c’è un rapporto molto serio, che nel tempo libero diventa subito assolutamente amichevole e alla pari, una cosa che qui non si vede molto, e poi Lodz è una meta Erasmus molto gettonata. La formazione è molto pratica, si fa un mese di teoria e poi in laboratorio. Grazie a questo lavoro, molti aspetti teorici affrontati a Napoli sono diventati più chiari”. “È stato fantastico! – dice senza mezzi termini Salvatore Massa – I professori sono stati con noi molto disponibili e il campus è davvero bellissimo. Sono stato molto colpito dalla loro propensione all’applicazione ed ho potuto vedere nella realtà molte delle cose studiate fino a quel momento. Mi sono piaciuti anche i polacchi, sono un popolo molto caldo, lontano dallo stereotipo che li vuole violenti e rissosi”. “Per alcuni aspetti, la vita in Polonia è migliore della nostra, soprattutto per quello che riguarda i servizi offerti dall’Università e dalla città. A livello accademico, sono stato colpito dal numero di laboratori, rispetto alle ore frontali, ma senza il bagaglio teorico che ci portavamo da Napoli non avremmo saputo cosa stavamo facendo”, confessa Giovanni Ranieri, originario di Pompei, che si definisce ‘la pecora nera’. Laurea Triennale all’Accademia Militare di Modena, ha lasciato la vita militare per tornare a casa e buttarsi a capofitto in questa nuova avventura: “A diciotto anni non volevo più essere un peso per i miei genitori. Ho seguito l’esempio di mio fratello che era andato in Accademia, così ho voluto provare anch’io. Non era una vita così affascinante. Nonostante lo stipendio, ho lasciato appena possibile, prima di essere vincolato per molti anni”. “Già al liceo, ad Ercolano, avevo avuto diverse esperienze internazionali, in Belgio e in Palestina. È un bel vantaggio poter avere una formazione esclusiva,  utilizzare attrezzature costose e software professionali, in un Dipartimento ben collegato con diversi gruppi industriali che hanno lì le loro sedi perché la manodopera costa poco”, chiude Luigi Imperato.
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