Valutazione per la ricerca, sostenibilità per la didattica

In un clima di riforme e grandi cambiamenti, la parola d’ordine alla Federico II è valutazione. Così, che si parli del gruppo del delegato alla ricerca d’Ateneo del prof. Roberto Di Lauro o di quello del delegato alla didattica del prof. Riccardo Martina, il lavoro è, comunque, concentrato sullo studio di nuovi modelli di valutazione e sulle prossime applicazioni della Riforma Gelmini nei suoi vari aspetti.
“Anche se inizialmente il coordinamento della valutazione Civr sembrava essere uno degli obiettivi prioritari – spiega il prof. Marco Napolitano, referente alla ricerca per l’area scientifico-tecnologica (per quella umanistica è il prof. Giovanni Polara) – attualmente il lavoro si sta concentrando sullo studio di criteri per la valutazione dei Dipartimenti. Avere un buon piano di valutazione è essenziale per offrire una spinta a far sempre meglio, stimolare una sana competizione. E’ oltretutto necessario perché la valutazione dei risultati condiziona l’Ateneo nella ripartizione dei fondi”. Il gruppo guidato dal prof. Napolitano sta svolgendo una raccolta preliminare delle informazioni sui metodi di valutazione usati da altri organismi – ad esempio i Poli, il Civr, le Biblioteche – “per stilare un elenco con tutte le voci che si possono citare. Poi abbiamo operato delle divisioni e degli scarti, e siamo allo studio di un modello. Al termine, ci confronteremo con i risultati raggiunti dall’altro gruppo e con il delegato”. Si tratta di un lavoro molto complesso: “ci sono aree in cui è facile prevedere un modello, ad esempio in ambito strettamente scientifico i prodotti di ricerca sono più o meno simili e per lo più comprendono pubblicazioni scientifiche. In questo caso, però, dobbiamo elaborare un modello unico per l’Ateneo dove sono comprese realtà diverse. Oltre a prodotti scientifici in senso stretto, come appunto le pubblicazioni, possono essere prese in considerazione anche altre attività, ad esempio la presenza nel comitato editoriale di una rivista scientifica, la responsabilità di un progetto di ricerca finanziato. Queste attività vanno considerate in maniera separata e con parametri diversi ma non possono essere ignorate perché per alcuni Dipartimenti sono fattori importanti”. Vista la sempre maggiore importanza che verrà data ai Dipartimenti anche sul piano della didattica, si è resa necessaria una strettissima sinergia tra le due anime dell’Ateneo. Proprio su quest’altro fronte, in realtà, si sta lavorando per una valutazione della sostenibilità dei Corsi di Laurea in base ai nuovi parametri imposti dal decreto ministeriale 17 del 22 settembre 2010, che introduce, tra gli altri, requisiti di struttura, docenza di ruolo, nonché regole dimensionali relative al numero di studenti. “Con le professoresse Anna Aiello e Simonetta Bartolucci (referenti, rispettivamente, per le aree scientifico-tecnologica e delle scienze della vita, n.d.r.) abbiamo curato una presentazione del decreto 17 ai Presidi di Ateneo, i quali sono stati incaricati dal Rettore di valutare la sostenibilità dei loro Corsi – spiega il prof. Riccardo Martina – Adesso siamo in attesa di ulteriori note di chiarimento da parte del Ministero che con quell’ultima di fine gennaio ci ha già chiarito molti aspetti. Il lavoro che stiamo portando avanti, in collaborazione con il Nucleo di Valutazione di Ateneo, si basa su una valutazione dei Corsi di Laurea attivati alla Federico II alla luce di questi nuovi parametri, e sulle possibili modifiche, che vadano a lasciare il più possibile inalterata l’offerta didattica complessiva”. “Credo che la nostra Università abbia una vasta compagine di docenti e competenze, quindi non prevedo grandissimi problemi – rassicura la prof.ssa Bartolucci – Naturalmente, poi, la norma va analizzata Corso per Corso e si tratta sicuramente di un lavoro molto delicato”. Non solo. Questo impegno di analisi e rettifica va ad incrociarsi con la modifiche allo Statuto di Ateneo, imposte dalla Riforma della Gelmini, e che introdurranno sostanziali cambiamenti nella governance universitaria. “Là dove si dovrà intervenire per modulare l’offerta – anticipa, dunque, il prof. Martina – si cercherà di introdurre cambiamenti minimi, viste le ulteriori modifiche che seguiranno la nuova governance. In un corpo così complesso, com’è quello della Federico II, non si possono fare cambiamenti ogni anno”.
Valentina Orellana
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