Veterinaria promossa dalla Commissione Europea: lacrime di gioia e festeggiamenti

Veri fuochi d’artificio, abbracci e lacrime di gioia per il Dipartimento di Veterinaria, dopo il verdetto della Commissione Europea EAEVE (Associazione di Valutazione dell’Educazione Veterinaria): “full approval, not major deficiency”. Lo spirito di unità, partecipazione ed amore per il proprio lavoro ha contraddistinto tutti: Rettore, Direttore di Dipartimento, personale tecnico, studenti e docenti. “Ho visto occhi finlandesi con lacrime napoletane e le lacrime che si mischiano con il sudore dei giorni passati. La gioia del merito e l’orgoglio di appartenenza ad una pubblica istituzione”, recita la poesia scritta per l’occasione dal prof. Francesco Lamagna. L’esito eccellente della visita, che aveva lo scopo di valutare il rispetto degli standard della formazione nel settore, è stato motivo di grande soddisfazione dell’Assessore regionale all’Università Guido Trombetti: “sono molto orgoglioso della valutazione ottenuta dalla Facoltà di Veterinaria. È un risultato che premia l’intero corpo docente, non docente e studentesco, che scaturisce dalla qualità, dal clima di fervida partecipazione alle attività didattiche e dallo straordinario impegno del Direttore del Dipartimento Luigi Zicarelli e del Rettore Massimo Marrelli”, commenta.
Il Polo Didattico
 Integrato “un 
modello unico 
in Italia”
Lo stesso Direttore si mostra estremamente soddisfatto del risultato ottenuto: “la maggior parte delle Facoltà italiane sono state bocciate alla prima visita, noi no, promossi immediatamente, grazie al nostro Polo Didattico Integrato, un modello organizzativo innovativo di straordinaria efficienza, unico in Italia e destinato a diventare un esempio su scala europea”. Il prof. Zicarelli illustra la settimana di fuoco, partita lunedì 8 aprile con l’arrivo degli ispettori e conclusasi venerdì 12 in mattinata: “Quattro giorni pieni, passati con sette ispettori, tutti docenti, arrivati lunedì sera. Già in hotel hanno voluto delucidazioni sul compendio in inglese da noi prodotto e illustrato di 347 pagine, diviso in tredici capitoli, ognuno su un argomento riguardante le nostre attività”. Una serie di quesiti dovevano trovare immediata risposta: “quali sono le innovazioni? Quale l’organizzazione e gli obiettivi del Corso di Laurea? Da dove provengono i finanziamenti e come sono spesi i soldi? In particolare bisognava illustrare il sistema di valutazione della qualità dell’insegnamento”. Due sono i metodi adoperati: “sottoponiamo questionari agli studenti in aula per valutare la didattica ed al termine delle 750 ore di tirocinio, per constatare il lavoro dei tutor”. Un capitolo era interamente dedicato ai laboratori ed alle cliniche, un altro al materiale didattico. “Hanno voluto vedere l’isolamento di piccoli e grandi animali e conoscere le aziende a disposizione degli studenti per la pratica. Contiamo cinque giorni di permanenza alla Cirio e quindici nella Piana del Sele al Cremopar (Centro Regionale per il Monitoraggio delle Parassitosi)”. Lo stesso Centro è stato oggetto di visita il martedì, insieme alla Cirio e all’Ospedale del Frullone, “dove hanno monitorato tutte le nostre attività di tirocinio”. Mercoledì è stata la volta degli alloggi del Cremopar, “insieme a questi hanno ispezionato i macelli, dove operano gli studenti ed i caseifici, mentre un’altra parte di ispettori restava in Dipartimento a supervisionare didattica e laboratori”. L’ultimo giorno sono stati controllati i docenti al di sotto dei cinquant’anni, gli studenti ed il personale tecnico amministrativo: “tra gli studenti si nascondeva una giovane ispettrice belga che interrogava in segreto i ragazzi per vedere se dicevano la verità in presenza dei docenti. Nel pomeriggio, invece, ogni gruppo, ad esempio clinici e zootecnici, ha mostrato le proprie attività mediante presentazione in powerpoint e poi siamo andati tutti insieme a cena”. Venerdì l’arrivo dell’atteso verdetto che ha riempito di gioia il Dipartimento. 
“Ci siamo sentiti
una famiglia”
“Un risultato che dieci anni fa era impensabile, perché affrontavamo un periodo di grave crisi e transizione, con il cambio di Preside dopo 21 anni”, spiega il docente di Zoologia Angelo Genovese. “C’è stata un’enorme aggregazione ed una dedizione di tutte le forze operanti nel circuito universitario, in particolare gli studenti, che non si sono mai sottratti alla richiesta di aiuto. Ci siamo sentiti una famiglia che nel momento del bisogno si riunisce per sostenersi. Senza dimenticare il grosso impiego di fondi da parte del Rettore perché venisse raggiunto il migliore dei risultati possibili”, conclude. 
Anche gli studenti, protagonisti di questa avventura, raccontano il loro entusiasmo di fronte al verdetto. “Un’emozione unica, irripetibile, vedere l’aplomb inglese del più severo degli ispettori sciogliersi con noi in lacrime liberatorie dopo la piena approvazione”, racconta il rappresentante degli studenti Emanuele D’Anza. Il risultato non è arrivato inaspettato, vista la dedizione alla causa che ha impegnato i ragazzi per molto tempo: “da quattro anni lavoriamo su un protocollo per questa visita. Siamo partiti da un sistema didattico diverso, con più ore di pratica, richieste dalla Commissione”, sottolinea Emanuele. Gradualmente ci si avvicina agli animali, “già dal primo e secondo anno vi è un approccio, al terzo arriviamo ad una diagnosi, al quarto stabiliamo un rapporto maggiore con il territorio attraverso le cliniche mobili: due furgoni a nove posti dotati di attrezzature che permettono di esaminare casi particolari nelle aziende, su chiamata di professionisti del settore”. Oltre al cambiamento nella didattica, gli studenti hanno contribuito in tutti i modi possibili alla buona riuscita della visita: “abbiamo attrezzato stanze per consentire i turni notturni e la degenza dei piccoli animali, cercato finanziamenti tramite il Rettore, spiegato il funzionamento del Dipartimento alla studentessa belga che ci faceva domande dirette per testare la nostra effettiva preparazione”, termina D’Anza. Non è stato facile, “ma ci siamo impegnati tutti per ottenere il risultato sperato”, aggiunge Gaetano Gammella, anch’egli rappresentante degli studenti. “Noi studenti abbiamo accettato di buon grado l’aumento delle ore di pratica richiesto, per cui ci siamo trovati a fare turni anche di notte nelle cliniche. In più ci siamo abituati a parlare correttamente inglese, per rispondere alle domande poste (dato che valutavano anche la padronanza della lingua straniera) ed a camminare con il badge in Dipartimento, cosa che prima facevamo solo in Ospedale. Ne è valsa la pena però, visto il risultato ottenuto”.
Allegra Taglialatela
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