“Siamo partite per un viaggio-studio in Corea propostoci dal nostro professore di lingua Maurizio Riotto. Dopo, abbiamo appreso che, grazie all’interesse che questa Scuola estiva ha suscitato tra gli studenti, c’è in progetto un vero e proprio gemellaggio tra L’Orientale e l’Università in cui abbiamo seguito il corso”, racconta Lorella Barone, una delle undici partecipanti alla “Summer School” presso l’Ateneo di IHNA ad Incheon, sulla costa occidentale della Corea del Sud. Sono studentesse iscritte ai Corsi di Laurea in Lingue e Culture dell’Asia e dell’Africa, Culture Comparate e Lettere moderne. C’è perfino un’intrusa, che studia Scienze Politiche a Bari. Lorella con Nunzia Campanile, Piera Iuliano, Miriam Ferrucci, Cinzia e Martina Rizzi ha deciso di prolungare il soggiorno di due settimane a Seul. “Volevamo visitare un po’ la Corea”, afferma Lorella che è già stata anche in Giappone. “Sono posti molto suggestivi, dove puoi facilmente trovare, affiancati agli enormi grattacieli, i tipici tempietti buddisti. È proprio questo che mi piace: nonostante la forte crescita economica e tecnologica, sono culture che continuano a mantenere vive la proprie tradizioni”, dice. I corsi previsti dalla “Summer School” erano tre: uno di lingua, uno di cultura e un altro a scelta tra politica, economia e intercultura. “Noi abbiamo scelto quasi tutte quello di intercultura – continua la studentessa – che trattava dell’immigrazione cinese e coreana in paesi come l’America”. Il corso di lingua era articolato su due livelli: basic e intermediate. “Forse avremmo dovuto fare più lezioni di lingua – lamenta Nunzia – anche i ‘compiti a casa’ erano di meno rispetto a quelli per gli altri corsi”. Stesse osservazioni da parte di Pina che però si dice soddisfatta dell’esperienza: “l’università ha organizzato molte visite guidate, ho conosciuto ragazzi provenienti da ogni parte del mondo e sono riuscita a capire realmente come funziona il sistema universitario in Corea. A livello linguistico, però, non sono migliorata. Più che altro ho consolidato le nozioni che avevo già acquisito”. “I corsi sono accessibili a tutti perché sono in inglese – aggiunge Lorella – e poi dall’anno prossimo sarà più semplice partire se ci sarà questo gemellaggio”. “Io ho intenzione di tornarci – dice Nunzia – ho programmato due viaggi in Corea nel corso della mia vita. Uno sarà di sola andata”. Particolare la storia di Miriam, 23 anni, studentessa di Lettere Moderne, indirizzo storico, che ha scelto di studiare il coreano da autodidatta. “Mi sono avvicinata a questa cultura grazie alla musica – spiega – ma poi ho scoperto tutto il mondo che c’era dietro e ho deciso di imparare la lingua. Ho cominciato seguendo i corsi all’Orientale e dopo un anno sono partita”. L’esperienza estiva le è stata molto utile: “credo che studiare una lingua sul posto ti dia uno sprint in più. Però avrebbero dovuto inserire un altro livello tra il basic e l’intermediate. Molti dei ragazzi che seguivano con me erano parecchio più avanti. Il docente, comunque, è stato molto gentile. Mi era sempre vicino e mi aiutava a capire quello che spiegava”. Progetti futuri? “Vorrei diventare madrelingua di italiano in Corea. Anche se non credo ci sia tanta richiesta per questo tipo di insegnamento”. Al momento, Miriam si sta impegnando per fondare un’associazione culturale allo scopo di diffondere la cultura coreana nel nostro Paese. “Ho già chiesto informazioni all’ambasciata Italiana in Corea e mi hanno dato la piena disponibilità. Inoltre, ci sono altre ragazze sia a Bari che in Sicilia che sono disposte ad aiutarmi”. C’è già un contatto facebook (KOREAN TIME) per tutti gli interessati.
Marilena Passaretti
Marilena Passaretti