Vittorio Amato eletto al timone di Scienze Politiche

Il prof. Vittorio Amato è il nuovo Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche. È stato eletto ad inizio settembre e subentra al prof. Marco Musella, reduce da due mandati. Napoletano, 54 anni, laurea in Scienze Politiche nel 1986, Amato è ordinario di Geografia Politica ed Economica e Geography of the World Economy. Unico candidato, è stato eletto alla prima votazione con quasi il 90% dei voti. Non è al suo primo incarico istituzionale. È stato, infatti, dal 2010 al 2015, Presidente del Corso di Laurea in Scienze Politiche. È un percorso, quello che si conclude con la nomina a Direttore, che il docente aveva intrapreso già alcuni mesi fa e che si era concretizzato poi in primavera con la formalizzazione della sua candidatura e la presentazione di un programma articolato. All’epoca e per qualche settimana sembrava che altri docenti fossero disposti ad ingaggiare una competizione per la successione a Musella ed erano circolati un paio di nomi. Ipotesi, peraltro, già rientrate a giugno, prima della pausa estiva. “C’è stata – commenta Amato – grande unità del Dipartimento sulla mia candidatura. Ho ottenuto circa 85 preferenze su un centinaio di votanti. Questa coesione è il preludio ad una serie di iniziative che bisognerà assumere per rendere Scienze Politiche sempre più competitiva, ed attrattiva per gli studenti”. Sottolinea: “È fondamentale capire chi siamo ora e dove vogliamo andare. Una volta che si sarà fatta chiarezza su questo, le decisioni verranno di conseguenza”. Già alcuni mesi fa, del resto, aveva proposto: “Bisogna ulteriormente rafforzare la nostra identità e il nostro posizionamento come centro di formazione per i futuri decisori nel settore pubblico e privato, dal livello cittadino a quello europeo. Tale orientamento può essere realizzato legando in modo trasversale rigorosi standard di insegnamento con la ricerca accademica e applicata, stringendo forti legami con il mondo istituzionale ed aziendale”. Aggiungeva: “È un percorso che il nostro Dipartimento ha già intrapreso; va continuato con decisione promuovendo allo stesso tempo gli studi internazionalistici, pubblicistici ed economici, senza abbandonare la sostenibilità e la responsabilità sociale”. Proseguiva: “Ai nostri studenti dobbiamo garantire gli strumenti necessari per comprendere il mondo contemporaneo, locale e internazionale, sviluppandone il pensiero critico e la capacità di esprimerlo in pubblico” e assicurare loro “il nostro sostegno per facilitarne l’inserimento in un mercato del lavoro sempre più mutevole e complesso”. Secondo Amato, “l’approccio multidisciplinare deve rappresentare il nostro punto di forza senza indebolire la nostra identità”. 
Tra le sfide da affrontare, c’è ora indubbiamente quella della gestione e valorizzazione delle strutture del Dipartimento: “Le circostanze hanno voluto che a noi toccasse quella che è forse la più prestigiosa sede universitaria tra quelle a disposizione della Federico II. Con il tempo essa è divenuta un luogo identitario oltre che una sede di studio e di lavoro. Il decoro e la sua sicurezza vanno salvaguardati con impegno e dedizione, effettuando le opportune sollecitazioni agli organi competenti”. Nuove e concrete prospettive “sembrano finalmente aprirsi per acquisire l’ala attualmente occupata da Geologia… Sarà importante monitorare tale acquisizione, affinché la perdita dei due interi piani di via Mezzocannone 4, destinati agli uffici dell’Ateneo, non determini un risultato netto, in termini di metri quadri finali, sfavorevole al Dipartimento”. Relativamente alla gestione del Dipartimento: “Il Consiglio sarà organizzato in commissioni ad hoc finalizzate all’esame di problematiche ricorrenti ma anche, ove necessario, in commissioni o gruppi di lavoro su specifiche tematiche”; il vicedirettore “dovrà avere capacità organizzative e gestionali ed avrà un ruolo attivo nell’operatività del Dipartimento con deleghe specifiche”; la Giunta “sarà composta in modo tale da garantire la massima rappresentanza delle aree disciplinari”. Altra priorità è l’internazionalizzazione: “Dobbiamo intensificare i rapporti e le relazioni internazionali”. Un capitolo del programma riguarda l’attività di orientamento in entrata, che “sarà volta più alla qualità che alla quantità degli iscritti”. Va ripensata ed ampliata, aggiunge, “l’offerta formativa post laurea (Master e Specializzazioni)”, così come “va potenziata l’offerta delle lingue straniere che, per un Dipartimento come il nostro, dovrebbe costituire un fiore all’occhiello”.
Fabrizio Geremicca
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