Probabilmente si andrà alle urne prima dell’estate per il rinnovo della governance del Dipartimento. Il prof. Lucio De Giovanni dopo nove anni (due mandati da Direttore e uno da Preside della ex Facoltà) lascia la guida di Giurisprudenza. La discussione sull’avvicendamento al vertice è aperta da tempo. Lorenzo Zoppoli e Sandro Staiano: i nomi che circolano con più insistenza per la successione. I diretti interessati non smentiscono né confermano. Si fa strada anche l’ipotesi di convergere su una sola candidatura. “Sono nella fascia d’età in cui un professore si deve prendere la responsabilità che il momento richiede. Insieme ad altri colleghi, posso considerarmi in pole position per le prossime elezioni. Tuttavia, non ho una precisa determinazione e ne sto ancora discutendo. Non voglio fare il misterioso ma non ho ancora maturato la decisione”, il prof. Lorenzo Zoppoli docente di Diritto del lavoro, risponde così alle voci di corridoio che lo vedono ‘interessato’ alla carica di Direttore. “Non nego ma al contempo non confermo la mia eventuale candidatura. Qualunque sia la mia decisione, questa avverrà in armonia con i colleghi. Mi piace pensare alla carica come ad una sorta di collegialità. Nel momento in cui, poi, vi sarà una candidatura ufficiale, lo dirò senza nessuna remora”. Il prof. De Giovanni lascerà il testimone dopo quasi 10 anni. Un’eredità difficile da raccogliere, soprattutto in un momento in cui gli Atenei in tutto il Paese si trovano a contrastare problemi di diversa natura. Nello specifico, “il nostro Dipartimento ha bisogno di cambiamenti ma, allo stesso tempo, di continuità. Gli ultimi anni universitari sono stati complicati per tutti gli Atenei, occorre capire come gestire le problematiche. Per fortuna, conserviamo la nostra tradizione che è indiscutibile, da qui occorre ripartire per mantenere elevato il numero di iscritti”. L’offerta didattica “va arricchita e adeguata alla formazione del giurista moderno. Penso, ad esempio, all’uso del digitale. La mia idea è quella di conformare lo studio ed i contenuti della materia alle nuove esigenze del mercato del lavoro. Che, di sicuro, sono diverse da quelle del passato”. Occorrerà, dunque, superare “la tradizione monolitica dell’offerta formativa del nostro Dipartimento”. Ma anche occuparsi “dei tempi troppo lunghi per arrivare alla laurea” e di “trovare un raccordo fra il Corso di Laurea ed il mondo del lavoro”. Tutte queste cose “naturalmente non dovranno partire dal singolo, dal futuro Direttore, ma dovranno essere il frutto di un lavoro complesso fatto tra colleghi”. Qualche appunto anche sul nuovo regolamento che non è stato ben accolto dalla platea studentesca. “Il nuovo Regolamento è stato un atto molto sofferto anche per noi docenti. Dobbiamo rivedere di sicuro qualche punto, a partire dalla semestralizzazione. Non credo che questo sistema di cose vada bene per tutti gli insegnamenti – dice il prof. Zoppoli – Il Dipartimento, in futuro, dovrà spostarsi verso una didattica differenziata. Alcune materie necessitano di tre mesi di lezione, per altre, invece, occorre il triplo del tempo per preparare adeguatamente uno studente. In alcuni Atenei italiani questa articolazione tra discipline c’è già, ci sono esami diluiti in un anno fra corsi e prove ed altri per cui va bene la semestralizzazione”. Un ponte fra innovazione e tradizione, dunque: “Offrendo la migliore preparazione possibile ma con uno sguardo rivolto da subito al post-laurea. Quello che è importante è l’utilità complessiva del Corso”. È al lavoro “per una soluzione unitaria, spero ci sia un accordo preventivo fra colleghi, così che il candidato alla direzione del Dipartimento sia uno solo. Sarebbe la cosa migliore per il nostro Corso di Laurea che attualmente ha diversi problemi da affrontare”, afferma il prof. Sandro Staiano, docente di Diritto Costituzionale. Sulle voci che lo vedono in corsa come candidato: “Attualmente esploro tutte le strade ma non confermo una mia eventuale candidatura. Bisogna lavorare in sinergia per trovare un docente che metta d’accordo tutti, una candidatura che sia largamente condivisa dalle componenti universitarie”. Sul piano pratico il prof. Staiano ha le idee ben chiare da dove occorrerà ripartire, una volta trascorsa la tornata elettorale. “Vanno affrontati innanzitutto problemi organizzativi della gestione dipartimentale. L’articolazione interna va valorizzata, decentrando e coinvolgendo nella direzione del Dipartimento più soggetti, promuovendone un governo collegiale”. Per quel che concerne la didattica: “Si dovrà procedere ad un ampliamento dell’offerta formativa, oggi abbiamo un solo Corso di Laurea. Se guardiamo la flessione degli iscritti agli studi giuridici in tutta Italia, ci accorgiamo da soli che qualcosa va cambiato. Purtroppo la crisi degli sbocchi occupazionali amplia tutto ciò, la Pubblica Amministrazione è ferma, diventa difficile trovare occupazione”. Alla crisi si risponde “formando un giurista flessibile che risponda alla pluralità delle connotazioni del mercato del lavoro. Dobbiamo dare continuità e dinamismo culturale a tutto ciò che ci lega al nostro territorio, proseguendo sulla strada già tracciata”. Questi in linea generale i punti su cui si dovrà soffermare la futura governance: “Di problemi grossi, accentuati nel corso del tempo, ce ne sono tanti. Per la loro risoluzione non vi debbono essere conflitti interni. Queste elezioni devono essere affrontate con soluzioni comuni, senza personalizzazioni. Di questi tempi l’accentramento sarebbe solo deleterio”.
Susy Lubrano