Veterinaria: la didattica del secondo semestre all’Albergo dei Poveri

Sarà l’Albergo dei Poveri di Piazza Carlo III ad ospitare la didattica di Medicina Veterinaria. Dopo la tragedia sfiorata del 9 dicembre, con il crollo di una palazzina del plesso di via Delpino (che ospitava gli uffici, la direzione del Dipartimento e i locali del Laboratorio di Parassitologia e della Patologia medica), l’intero complesso è stato messo sotto sequestro dalla  Magistratura. Così gli studenti, che ancora raccontano dello shock e delle preoccupazioni che hanno causato l’evento, sono ad oggi senza la loro sede dove è ubicato anche l’Ospedale Veterinario OVUD (gli animali presenti al momento del crollo sono stati presi in stallo dagli stessi allievi o, dove possibile, portati al Frullone e rimessi sul territorio).
Lo spostamento all’Albergo dei Poveri per la didattica e una riapertura di alcune strutture dovrebbe avvenire a breve. “Proprio in questi giorni è stata rimontata la cabina elettrica e questo ci fa ben sperare che nel giro di alcune settimane la vecchia sede potrà essere ripopolata”, rassicura il prof. Luigi Zicarelli, già Direttore del Dipartimento. 
“Come se fosse crollata la nostra casa”
Ma come stanno vivendo i ragazzi questa situazione di grande disagio e come si è fatto fronte alle necessità in questi due mesi? “Lo shock principale è stato emotivo – racconta Alessio Albarano, rappresentante in Consiglio di Dipartimento – Noi viviamo l’Università come una seconda casa, siamo lì dalle 8 alle 20, la viviamo quotidianamente. Arrivare una mattina e trovare i Vigili del Fuoco, e poi vedercela crollare sotto gli occhi, è stato davvero destabilizzante. Il crollo, per fortuna, è avvenuto il 9 dicembre, dopo il ponte dell’Immacolata. Se si fosse verificato in un giorno feriale, ci hanno spiegato, con il peso delle persone presenti non avrebbe impiegato tutte quelle ore a cedere, sarebbe, invece, crollato all’improvviso. È stato davvero un miracolo”. Gli fa eco anche Adriano Minichino, anche lui rappresentante: “È un miracolo che non sia morto nessuno. Io abito nelle vicinanze, quindi sono stato tra i primi ad arrivare e ho seguito tutte le sequenze fino al crollo. Per noi che viviamo il Dipartimento in modo totalizzante, è stato come se fosse crollata la nostra casa”. “Amiamo la nostra Università – dice Diana D’Alessio, rappresentante in Consiglio di Dipartimento – Ci trascorriamo tanto tempo, abbiamo instaurato rapporti importanti con docenti e colleghi. Con le tasse che paghiamo, però, è inaccettabile manchi la sicurezza degli edifici. È stata una tragedia sfiorata alla quale non…
 
Articolo pubblicato sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola (n. 2/2016)
o in versione digitale all'indirizzo: https://www.ateneapoli.it/archivio-giornale/ateneapoli
 
- Advertisement -




Articoli Correlati