Delle ragazze in tailleur posizionano i microfoni sul lungo tavolo che servirà per il convegno e subito dopo attaccano a suon di nastro adesivo un lungo striscione: ELSA, European Law Student Association. È la cornice dell’evento tenutosi il 24 novembre all’Aulario di Santa Maria Capua Vetere, patrocinato dal CUS di Caserta e organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza insieme, appunto, ad ELSA Santa Maria Capua Vetere. Singolare il tema: di solito lo sport è l’argomento di conversazione del caffè da prendere alla fine del corso, quando ce n’è il tempo e la voglia. Stavolta invece se ne parla dentro l’Università, perché la tavola rotonda ha per titolo “Brevetto, Regolamentazione e Mercato. Il caso dell’industria degli articoli sportivi”. Immediatamente evidenti le ricadute legali della questione, ma non per questo si può evitare di parlare di un evento eccezionale. “È la prima volta che mi capita di fare una di queste presentazioni per Corsi di Laurea diversi da Ingegneria e Scienze Motorie”, dice l’ing. Nunzio Lanotte, consulente scientifico del CONI e fondatore di APlab, studio che si occupa appunto di tecnologia dello sport. Il suo racconto parte dal 2008, anno in cui “un nuotatore francese praticamente sconosciuto, Alain Bernard, batte di tre decimi e mezzo il precedente record del mondo dei cento metri stile libero. Un’enormità”. Cos’era successo? Bernard aveva firmato un accordo con la Speedo, azienda britannica che aveva progettato un nuovo tipo di tuta parzialmente in poliuretano, disegnata per migliorare le prestazioni degli atleti. La vicenda getta nel panico i team olimpici di tutti i paesi, che di lì a qualche mese avrebbero dovuto competere ai massimi livelli nelle rispettive categorie. La Federazione italiana rompe l’accordo con l’Arena, nel cui contratto era presente una clausola in cui si specificava che il prodotto fornito dall’azienda italiana dovesse essere della massima tecnologia disponibile sul mercato. Contratto rescisso, acquisto delle tute Speedo, Federica Pellegrini a Pechino porta a casa oro e record del mondo nei 200 stile libero. E così si torna nella giurisprudenza e si capisce il perché organizzare questo incontro nell’Aulario della SUN.
Come per ogni altra azienda che si occupa di tecnologia, i grandi marchi che distribuiscono articoli sportivi ai massimi livelli sono spesso coinvolti in guerre legali sulla proprietà dei brevetti. Di questo aspetto parla il dott. Francesco Schettino, ricercatore di Economia Politica, che da tempo porta avanti una ricerca sulle battaglie per la brevettazione e sullo spionaggio industriale. Dai dati che presenta emerge un chiaro quadro per cui, nell’attuale sistema legislativo, brevettare prodotti dell’ingegno è un’attività che conviene alle grandi aziende ma penalizza i piccoli innovatori. “Considerando il gran numero di piccole e micro imprese in Italia – dice Schettino – è un dato su cui bisognerebbe…
Come per ogni altra azienda che si occupa di tecnologia, i grandi marchi che distribuiscono articoli sportivi ai massimi livelli sono spesso coinvolti in guerre legali sulla proprietà dei brevetti. Di questo aspetto parla il dott. Francesco Schettino, ricercatore di Economia Politica, che da tempo porta avanti una ricerca sulle battaglie per la brevettazione e sullo spionaggio industriale. Dai dati che presenta emerge un chiaro quadro per cui, nell’attuale sistema legislativo, brevettare prodotti dell’ingegno è un’attività che conviene alle grandi aziende ma penalizza i piccoli innovatori. “Considerando il gran numero di piccole e micro imprese in Italia – dice Schettino – è un dato su cui bisognerebbe…
Articolo pubblicato sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola (n. 20/2014)
o in versione digitale all'indirizzo: https://www.ateneapoli.it/archivio-giornale/ateneapoli
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