La prof.ssa Ida Caracciolo nominata giudice del Tribunale Internazionale del Diritto del Mare

Traguardo importante per la prof.ssa Ida Caracciolo, Ordinario di Diritto Internazionale, Presidente del Corso di Laurea Magistrale in Relazioni ed organizzazioni internazionali (ROI) attivato presso il Dipartimento di Scienze Politiche. Dal primo ottobre è diventata ufficialmente giudice del Tribunale Internazionale del Diritto del Mare (Itlos). Membro della Corte permanente di arbitrato dell’Aja e della Corte di conciliazione dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, esperta legale del Ministero degli Affari Esteri, componente della Delegazione italiana in numerose negoziazioni bilaterali: il curriculum d’eccezione della docente non poteva che culminare in una carica tanto importante. Un riconoscimento “che aggiunge valore alla mia carriera, ma che rappresenta anche un motivo di orgoglio per il mio Dipartimento e per l’Ateneo. Sono stata davvero molto contenta di ricevere così tante felicitazioni da parte dei miei colleghi, primo tra tutti il Direttore, prof. Pasquale Femia”. Il Tribunale Internazionale per il Diritto del Mare “è un organo che si occupa delle controversie che possono insorgere tra gli Stati in materia di frontiere marine. Ogni nazione, oltre alle frontiere terrestri, ha appunto delle frontiere marine, i cui confini vengono individuati previo accordo tra le parti; laddove non si riesce a raggiungere un accordo ci si rivolge al Tribunale Internazionale del Diritto del Mare”. Qualche esempio recente di intervento: “il conflitto tra Grecia, Cipro e Turchia, che non riescono a trovare un accordo sui confini; in quel caso il Tribunale potrebbe esporsi in merito, ma gli Stati non hanno intenzione di interpellarlo”. Un giudice dell’Itlos “resta in carica nove anni ed è rieleggibile, senza vincolo di mandato. Il ruolo, ovviamente, è compatibile con l’insegnamento e questo garantirà la mia presenza in aula e in Dipartimento”. E sarà una presenza molto stimolante, quella della prof.ssa Caracciolo in Dipartimento: “credo che per gli studenti avere una docente di Diritto internazionale che ha raggiunto una posizione come la mia, costituisca uno sprono. Sono la dimostrazione che anche nel Diritto internazionale sono infiniti gli ambiti di applicazione”. Il processo di selezione dei giudici Itlos è rigidissimo: “ogni singolo candidato affronta tanti colloqui, in lingua inglese o francese (da sempre lingue franche), quante sono le nazioni rappresentate. Per dare un’indicazione approssimativa, su circa 150 nazionalità presenti, ho affrontato un centinaio di colloqui. Di ogni candidato viene posta sotto esame la preparazione, la conoscenza degli argomenti di cui si occupa il Tribunale, l’attitudine personale, le idee riguardo ad alcune questioni che hanno coinvolto lo stesso tribunale. Insomma, viene estrapolato un profilo del candidato che, ovviamente, deve corrispondere a quello ideale”. Grande gioia e commozione alla nomina ed al giuramento: “ho pensato di non recitarlo in inglese perché si tratta di una lingua piuttosto lontana dalla nostra tradizione romanza, a differenza del francese, con il quale condividiamo molti connotati. Ho scelto quindi questa lingua per una sorta di omaggio alle nostre radici comuni”. 
 
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