Cinema, arte, eventi per “attrarre un turismo qualificato”

Nuova edizione del ciclo seminariale ‘Mit the Culture’

Cinema, arte, eventi. Sono tra le componenti più frizzanti e ricche di potenziale del nostro patrimonio culturale, napoletano, campano o italiano che sia. Tra quelle che, se opportunamente valorizzate, in chiave turistica, diventano motore di sviluppo del territorio. Non a caso, quindi, sono il perno su cui è incentrato il nuovo ciclo di seminari MIT the Culture. Non a caso, anche il fatto che il nome stesso dell’iniziativa “sia evocativo di un significato ben preciso, in quanto MIT è l’acronimo di Management delle Imprese Turistiche, il nostro Corso, ma si associa anche al verbo inglese to meet, incontrare. Ed è proprio un momento di incontro, tra studenti ed esperti del settore, per discutere insieme delle problematiche e delle potenzialità intrinsecamente legate alle nostre risorse culturali, le quali consentono la promozione e la crescita del territorio nell’ottica, da un lato, di creare beneficio per i fruitori del sistema, dall’altro di preservare le risorse stesse”,  chiarisce la prof.ssa Rita De Siano, del Comitato Organizzativo (insieme ai professori Maria Rosaria Carillo, Maria Giovanna Petrillo, Valentina Chiariello, Claudio Grimaldi, Silvia Domenica Zollo).

Tre i seminari, aperti a tutti gli studenti interessati, sia delle Triennali che delle Magistrali, per un massimo di 150. Tre, naturalmente, i relatori, dal background molto differente, ma la cui attività concorre verso un fine comune. 1° dicembre, ore 15.00, Lello Esposito, scultore e pittore, ‘Un incontro con l’Artista’. “Famoso per le sue opere che affondano le radici nella tradizione partenopea, da Pulcinella al cornetto scaramantico, e nella sua infanzia, attraverso le quali ha portato Napoli nel mondo”. 2 dicembre, ore 15.00, Giovanni Marasco, esperto di beni culturali, ‘Il settore MICE può sostenere l’offerta culturale?’. “Marasco lavora per il Dipartimento Beni Culturali di Roma Capitale e si presenta con una riflessione. Si interroga, cioè, in merito alle possibilità del settore Meetings, Incentives, Conferences and Exhibitions, a cui fa capo l’organizzazione di viaggi, fiere, congressi volti a promuovere le aziende che, però, può essere anche un valido strumento di destagionalizzazione turistica. Pensiamo a Rimini, ad esempio, che ha trovato il modo di prolungare la stagione oltre i mesi estivi, proprio grazie ad un turismo fondato su conferenze, fiere ed eventi. E non dimentichiamo l’impulso all’impiego che può arrivare da questo settore, dal momento che coinvolge un ampio range di professionisti, strutture ricettive, uffici stampa, tour operator e logistica”. Il 6 dicembre, Michelangelo Messina, fondatore e direttore artistico Ischia Film Festival, ‘Cineturismo: un’opportunità economico-culturale per il territorio’. “Cineturismo è un marchio creato proprio da Michelangelo Messina. Lui ci spiegherà come, attraverso i film, le località entrano nel cuore delle persone e diventano un’attrattiva per i turisti”.

Un obiettivo comune, si diceva all’inizio, che è la promozione del territorio a partire dalla sua stessa realtà culturale. “MIT the Culture – prosegue la prof.ssa Maria Rosaria Carillo, Coordinatrice del Corso MIT – è attivo da tanti anni. Nelle passate edizioni avevamo connesso la valorizzazione del patrimonio culturale alla memoria storica, dando particolare rilevanza alle istituzioni museali e all’utilizzo delle tecnologie virtuali a supporto del turismo. Con il nuovo ciclo, come si evince dai titoli dei seminari, parliamo di arte ad ampio spettro. Un’arte che abolisce i confini. “Lo è il cinema, ad esempio, uno dei più grandi veicoli della cultura italiana all’estero. Il cinema mutua dalla cultura locale, vive dei suoi miti e li utilizza come scenografia, per poi caricarli di ispirazione agli occhi del grande pubblico. Lo sono l’arte figurativa, la pittura, la scultura, quando si alimentano delle figure tradizionali tipiche di una cultura, che trasfigurano e alla quale consegnano nuova dignità”. Il punto, afferma la docente, “è il vantaggio che da questo discorso si può trarre in termini di una pianificazione territoriale che, anche all’attenzione del decisore politico, sappia valorizzare una serie di asset culturali, dal patrimonio artistico alle narrazioni scaturite dalle nuove arti, per attrarre un turismo qualificato, non interessato solo alle solite mete”. Pianificazione territoriale, lo ricorda, “vuol dire anche dare spazio a figure manageriali, nuove, capaci di lavorare a progetti atti a ricevere fondi europei e a dialogare con enti pubblici di carattere politico e con associazioni culturali. Chi lavora in questo settore è un operatore sociale”.

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