“Napoli come back! Torniamo a vivere insieme”

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Studenti e laureati del Suor Orsola Benincasa in campo per prevenire il disagio e le dipendenze

Una rete istituzionale per far diventare Napoli la capitale della prevenzione del disagio giovanile. La sfida lanciata dall’Università Suor Orsola Benincasa  ha trovato subito una sponda nell’amministrazione comunale. “I recenti fatti criminali che hanno coinvolto e travolto le serate napoletane, con il dibattito che ne è seguito, hanno solo portato all’attenzione quella che già era una emergenza: il disagio giovanile, che spesso si declina nel segno delle dipendenze e della violenza. Una sfida e un imperativo che si fa sempre più urgente all’indomani della pandemia e delle diffuse sociopatie che noi agenzie educative riscontriamo tutti i giorni con triste evidenza”, spiega il Rettore Lucio d’Alessandro. È in questo contesto che si inquadra il progetto Napoli come back! Torniamo a vivere insieme, ideato da Fabio Curcio, specialista in medicina preventiva, di concerto con alcuni docenti e con il Servizio di Orientamento. L’iniziativa, sottolinea il Rettore, viene a valle di una riconosciuta esperienza – la vocazione dell’Ateneo da sempre impegnato nell’ambito psico-socio-pedagogico, punto di riferimento in tema di ricerca, formazione, anche dei docenti – “che si mette al servizio dei giovani napoletani e della stessa città. Non trascurando il coinvolgimento delle scuole e quindi dei più giovani liceali”

Napoli come back! consiste “in un grande laboratorio di formazione e crescita che coinvolge per sei mesi (aprile-settembre) quasi duecento tra laureati e studenti. Senza dimenticare che gli eventi pubblici avranno una portata molto più vasta, con la previsione di 5000 presenze complessive e milioni di contatti social. Sarà una grande operazione di diffusione e condivisione di contenuti che forse aiuterà i nostri ragazzi a ‘uscire dalle stanze’ e recuperare il senso della socialità e di appartenenza, oltre che una cittadinanza attiva a una città che è un grande patrimonio culturale a cielo aperto. Vogliamo che i ragazzi siano protagonisti di una comunità che è stare insieme, condividere, organizzare”

Tre gli eventi programmati tra Castel dell’Ovo e Borgo Marinari, nei pomeriggi e nelle serate del 9 giugno, 14 luglio e 22 settembre. “Sono tre appuntamenti organizzati da questo nutrito team di studenti che hanno scelto un luogo di grande significato storico ma anche simbolico per la nostra millenaria città. Convegni, premiazioni, esibizioni, percorsi storico-artistici nel Castel dell’Ovo, e il Borgo trasformato in un villaggio della gioventù. Sarà un vero festival dei giovani, pieno di contenuti culturali, istituzionali ma anche ludici e ricreativi”. Questi appuntamenti pubblici si trasformano, ribadisce il Rettore, in occasione di formazione: “L’organizzazione degli eventi infatti è per gli studenti una grande macchina formativa, simulazione di lavoro vero e di vita di relazione. Una vera officina di crescita. Un grande laboratorio di organizzazione di eventi e di iniziative culturali li sta già impegnando e continuerà ad impegnarli proprio in vista di queste tre date. Gli eventi, insomma, sono l’esito finale di questa formazione”. Coinvolte anche le scuole: “Siamo partiti in partenariato con il Liceo Pansini, con la dirigente Daniela Paparella. Proprio in queste settimane gli studenti stanno seguendo un percorso formativo organizzato dal nostro servizio di orientamento in collaborazione con i docenti del Corso di Beni Culturali e del nuovo Corso di Laurea Magistrale in Digital Humanities. Al termine di questa formazione, i giovani liceali, affiancati dai nostri studenti universitari, diventeranno ‘guide per un giorno’ e i partecipanti agli eventi potranno anche visitare il Castello con le giovanissime guide turistiche”.

A firmare gli eventi saranno, dunque, i ragazzi. La prof.ssa Paola Villani, che ha ideato il progetto con il gruppo di lavoro che si occupa di orientamento, ha coinvolto da subito l’Alsob, l’associazione che riunisce laureati e studenti del Suor Orsola Benincasa. Molti i partner che stanno aderendo. Accanto al Comune di Napoli e alla Città metropolitana anche Ordini professionali, federazioni sportive, grandi associazioni e Ateneapoli che fornirà il suo apporto alla manifestazione. La vera mobilitazione, conclude d’Alessandro, però è “quella che coinvolge direttamente i suororsolini. Abbiamo laureati che oggi occupano posti di responsabilità in diversi ambiti della vita lavorativa. Molti di loro stanno raccogliendo l’invito dei giovani colleghi a partecipare.  L’Ateneo e il Comune si limitano a supportare e guidare il lavoro, ma protagonisti di tutto il progetto sono i ragazzi”.