Nicoletta, 110 e lode, è la migliore laureata Triennale in Ingegneria Chimica

“Durante il periodo scolastico non avevo una particolare propensione per gli studi di Ingegneria. Mi piacevano le discipline umanistiche, scrivevo, frequentavo corsi di scrittura creativa, vinsi anche un concorso con un testo che parlava dei disturbi alimentari dal punto di vista delle principesse Disney. L’interesse per le materie scientifiche è nato pian piano, soprattutto grazie alla passione di alcuni professori che ho incontrato”. Parte dalle origini il racconto di Nicoletta Sardo, la migliore laureata Triennale in Ingegneria Chimica premiata in occasione del Chemical Engineering Day del 14 settembre. Anche la scelta di Ingegneria Chimica non è stata meditata: “All’inizio non avevo chiaro che tipo di ingegnere sarei diventata, l’ho capito nel corso degli anni. Noi possiamo lavorare ad ogni scala di grandezza, dal grande impianto fino alla formulazione microstrutturale dei prodotti che è anche l’ambito che mi interessa di più”. E infatti, ora che è alla Magistrale, si è laureata a settembre 2021, ha scelto il curriculum in Product Engineering: “Ci occupiamo di formulazione di prodotti e beni di consumo, dai detergenti ai prodotti dell’industria alimentare. È un mondo molto stimolante in cui bisogna lavorare tenendo conto delle esigenze e delle necessità di un ipotetico cliente. Io stessa, da consumatrice, mi interrogo sulle caratteristiche di un prodotto e, da ingegnere chimico, posso darmi anche delle risposte”. Aggiunge: “Negli ultimi anni, poi, è cresciuta l’attenzione all’impatto ambientaledella filiera produttiva, partendo dall’approvvigionamento dei materiali fino alla dismissione del prodotto. In precedenza questo filone non era molto considerato mentre adesso nelle aziende è diventato di primaria importanza, come si evince anche dalle tante pubblicità dei prodotti che vediamo in televisione”. È entusiasta mentre racconta della sua futura professione ed è lampante come, da quando aveva le idee poco chiare, di strada ne abbia fatta. Del resto è la migliore laureata della sua annata: Ho concluso il percorso con 110 e lodee al secondo anno ho vinto il premio Buon Compleanno Federico II, una menzione che viene assegnata ai migliori studenti dell’Ateneo. Sono felice perché è una conferma del fatto che finora ho lavorato tanto e bene”. Momenti difficili, naturalmente, non sono mancati: Ho vissuto male la dad e gli esami a distanza. Essere da sola a casa, con i genitori nell’altra stanza e senza gli amici con cui sfogarsi, mi creava ansia. Per fortuna, però, i professori ci hanno sostenuto tanto”. Ma come si fa a rendere così bene? “Io credo che serva innanzitutto una buona base teorica. Molti studenti passano direttamente agli esercizi, perché magari sono la parte più interessante del programma, e trascurano quello che c’è a monte. Io invece preferisco studiare prima tutta la teoria e dopo, avendo una buona elasticità mentale, passare alla pratica”. L’educazione al ragionamento, spiega, supportata dalle giuste conoscenze, “rende versatili e permette di risolvere anche quel tipo di esercizio che non si è mai incontrato prima. Poi bisogna seguire bene le lezioni e mantenersi al passo. E sicuramente studiare tanto. Sotto esame io studio anche tra le nove e le dieci ore al giorno, ma cerco di mantenere comunque una vita bilanciata e di non rinunciare allo sport. Per terminare la Magistrale adesso le manca il secondo anno: “Sono soddisfatta di come sta andando. Il mio curriculum è interamente in inglese e l’ho scelto di proposito anche per avere padronanza della lingua quando sarò in azienda. Intanto ho fatto domanda per l’Erasmus Traineeship e sto aspettando la graduatoria. Vorrei partire tra marzo e aprile del prossimo anno per andare, se fosse possibile, presso la Procter&Gamble a Bruxelles o la Heinz, sempre in Europa. Non ci si ferma mai, insomma: “No. C’è sempre spazio per migliorarsi e potenziare le proprie capacità. Da poco, ad esempio, ho terminato un percorso di mentoring con la Ortygia Business School, dedicato alle giovani studentesse del sud. Mi ha seguita una mentor dell’azienda Leonardo e con lei ho lavorato soprattutto sulla mia consapevolezza personale”. E per il futuro? “Sono una persona giovane, curiosa, e so di avere ancora tanto da imparare. Non mi pongo limiti”.

Carol Simeoli

- Advertisement -

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here





Articoli Correlati