Asse Napoli-Indonesia: rapporti e scambi di intelligenze e culture

Per il Rettore Tottoli è stata la prima visita in assoluto in Indonesia, il Paese islamico più grande al mondo. E, che dire, ne è rimasto a dir poco entusiasta, essendo lui un esperto di islamistica riconosciuto a livello internazionale. Assieme, visitando città, moschee, templi, abbiamo toccato con mano una dimensione, anche religiosa, troppo spesso sconosciuta a noi italiani. È precisamente questo il senso di questo viaggio istituzionale: bisogna dare più attenzione ad un Paese come l’Indonesia, che conta 275 milioni di abitanti. Si è espressa così la prof.ssa Antonia Soriente, docente di Lingua e Letteratura indonesiana, che ha accompagnato la massima carica dell’Ateneo alla conferenza plenaria dello scorso 19 ottobre a Surakarta, Indonesia, dal titolo “Moral Development and Human Responsabilities on Natural Change” in occasione del convegno internazionale ICOMSI 2022 – International Conference on Multidisciplinary Studies. Una partecipazione, quella de L’Orientale, voluta fortemente dagli organizzatori dell’evento, segno della stima internazionale per la creatura di Matteo Ripa. Se la conferenza, incentrata su un nuovo modello di cooperazione basato sulla multidisciplinarietà, è risultata particolarmente interessante, “perché combinava la presenza di studiosi di scienze esatte e scienze umane, il Rettore, ad esempio, ha offerto il suo contributo sull’islamistica”, continua Soriente, d’altra parte il viaggio è stato una grande occasione per intensificare e consolidare i rapporti che già intratteniamo con cinque loro Atenei. Lo stesso governo indonesiano si sta aprendo molto all’internazionalizzazione, spinta che offre maggior possibilità anche agli studenti”. Un’idea di Tottoli stesso, che, a seguito dell’invito, ha pensato di costruire un percorso a tappe, per incontrare i suoi omologhi sparsi sul territorio indonesiano. Il primo grande risultato è la convenzione certa con l’Università che ha ospitato il convegno: “Loro non sono molto attivi sull’islamistica e per questo hanno mostrato interesse a collaborare con noi. Di contro, L’Orientale può riempire lacune che ha in alcuni campi”. Ma a ben vedere, quello tra l’Indonesia e L’Orientale è tutto tranne che un rapporto nato poco tempo fa. “Personalmente porto avanti da anni le relazioni con questo Paese. Abbiamo già dodici convenzioni attive grazie alle quali riusciamo a dare continuità a diversi progetti, tra i quali le borse di studio. Oltre ad aver ospitato alcuni universitari indonesiani nel post Covid, attualmente ci sono quattro nostri studenti lì e nel prossimo semestre ne partiranno altri 7. Ottimi numeri considerando che l’indonesiano non registra iscrizioni così elevate”. Outcoming, ma anche incoming, come si dice in gergo. Perché una delle mire dell’Ateneo di Palazzo Giusso è accogliere sempre più studenti stranieri. È attivo un progetto Erasmus plus che ci permetterà di accogliere tre ragazzi e un docente indonesiani ancora nel secondo semestre, più un nostro docente in uscita. E pure di questo si è discusso con due delle cinque Università visitate al seguito del Rettore. Attualmente sono impegnata in una piccola commissione per erogare tre borse verso studenti indonesiani. Ci sono arrivate ben 35 richieste”. E ancora: il progetto finanziato da British Museum e Ministero degli Esteri per lo studio di reperti archeologici marittimi, a capo del quale ci sono proprio Soriente e un’altra docente, Chiara Zazzaro. Insomma, sull’asse Napoli-Indonesia si sta costruendo un futuro di rapporti e scambi di intelligenze e culture. “Speriamo di poter vedere risultati concreti entro breve”, conclude Soriente.

Claudio Tranchino

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