“Benino”, il film degli studenti del Laboratorio di Etnofiction

Dalla stesura della sceneggiatura, alla ricerca delle locations, dalla recitazione al montaggio finale. Hanno lavorato collegialmente per realizzare il loro interessante progetto: un film – a cavallo tra il documentario e la fiction- 
che ha per scopo la salvaguardia del patrimonio culturale. Autori della produzione un gruppo di giovani laureandi e laureati del Corso in Conservazione dei Beni DemoEtnoAntropologici del Suor Orsola Benincasa, guidati dal prof. Romolo Sticchi del Laboratorio di etno-fiction. “Io sono Benino”, il titolo del film. Protagonista un pastore di terracotta, voce narrante e filo conduttore delle cinque diverse epoche storiche in cui si snoda la trama:  l’Ottocento, il Ventennio fascista, il secondo Dopoguerra, gli anni ’70, i giorni nostri.  Si è partiti dal presepe, emblema della cultura popolare partenopea – riconosciuto dall’Unesco come testimonianza da tramandare e tutelare-, per riflettere sull’evoluzione di tradizioni secolari nei nuovi contesti sociali.
Presentazione del film, lunedì 6 febbraio. Il Teatro Nuovo, pieno in tutta la sua capienza. Ospite d’eccezione lo scrittore Ermanno Rea. 
“E’ un fatto simbolico che al teatro stavolta ci siano gli studenti. E’ un esempio di come il rapporto università-professioni sia possibile”, ha detto il prof. Sticchi. E’ anche una dimostrazione, inoltre, che è possibile sperimentare con qualità “per ampliare gli scenari ormai stanchi e ripetitivi delle produzioni cine-televisive”. 
“Già l’anno scorso un altro lavoro dei nostri studenti partecipò fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. E non è così frequente per studenti del secondo anno –  ha aggiunto il prof. Marino Niola, Presidente del Corso di Laurea- L’università deve far parlare la città che con i suoi drammi e i suoi lavori è un laboratorio naturale. Credo che questo debba essere il lavoro dell’università”. Rino Piccolo della Campania Film Commission -“unico esempio in Italia riconosciuto”-, struttura che ha collaborato alla realizzazione dell’audiovisivo, ha sottolineato la possibilità per gli studenti di seguire stage. “Ringraziamo i docenti che ci hanno permesso questa esperienza”, ha detto uno studente del gruppo.
E poi la visione del film, cinquanta minuti di durata, belle musiche.
- Advertisement -




Articoli Correlati