Aperture prolungate delle Biblioteche alla Federico II

Fondi e risorse per garantire un servizio migliore a studenti e docenti dell’Ateneo. La parola al prof. Roberto Delle Donne, Presidente del Cab

A giugno l’Università Federico II ha reso disponibili risorse aggiuntive per i turni delle biblioteche, con l’obiettivo di prolungare l’orario di apertura e di erogazione dei servizi. Alcuni risultati sono stati raggiunti, altri devono ancora essere ottenuti. Ne parla con Ateneapoli il prof. Roberto Delle Donne, che è docente di Storia medievale e presiede il Centro di Ateneo per le Biblioteche (CAB).

Professore, è vero che da parte di alcuni sindacati ci sono resistenze al piano di prolungamento degli orari?

“C’è stato un fraintendimento con alcuni sindacati i quali hanno inteso la spinta che l’Ateneo persegue come una volontà di imporre dall’alto. È chiaro che l’innovazione e il miglioramento dell’offerta vanno realizzati certamente con il concorso del personale. Sappiamo tutti che le cose funzionano meglio se il personale è convinto che un servizio è essenziale. C’è stato un fraintendimento di quello che era stato detto, peraltro con chiarezza”.

I soldi sono sufficienti a garantire il pagamento degli straordinari o comunque dei turni aggiuntivi che effettuerebbe il personale?

“La copertura economica c’è perché è stato previsto lo stanziamento di risorse ulteriori. Sta poi alle singole strutture utilizzare quelle risorse e convincere il personale”.

Quale è l’obiettivo che si propone il piano biblioteche?

“Noi puntiamo ad avere almeno nove ore di apertura quotidiana e di erogazione dei servizi dal lunedì al venerdì per tutte le biblioteche. Alcune già ora garantiscono quel monte ore”.

Qualche esempio?

“La biblioteca di Scienze sociali ogni giorno dal lunedì al venerdì è aperta per dieci ore e mezza. Quella di Medicina per undici ore al giorno, dal lunedì al venerdì, con orario 8.30 – 19.30. Anche quella di Agraria ha prolungato molto l’orario grazie ai nuovi turni ed ora funziona dalle 8 alle 19. D’accordo con i Direttori di biblioteca, poiché siamo un sistema bibliotecario, vorremmo portare tutte a stare aperte per il numero minimo di nove ore e poi si procederà sulla base di quello che si può fare nelle singole strutture. Sarà per questo essenziale – non mi stanco di ripeterlo – lavorare e dialogare con il personale e su questo i Direttori di Dipartimento hanno un ruolo essenziale”.

Il progetto di rendere sempre più funzionali le biblioteche è ovviamente meritorio. Il punto, però, è anche capire se c’è sufficiente personale da impiegare o se la coperta è corta. Quale è oggi la situazione?

“L’Ateneo ha investito negli ultimi anni anche su questo versante. Finora sono state assunte 18 unità di personale di livello C a seguito di un concorso, poi altre due di livello B, due di categoria EP, la più elevata, ed una di livello D. Altre persone certamente in futuro saranno assunte perché l’Università Federico II ritiene che le biblioteche siano un elemento strategico per la sua crescita. Si punta a migliorare la qualità dei servizi e quindi il prolungamento dell’orario di apertura e dei servizi offerti nelle biblioteche è essenziale”.

Cosa servirebbe affinché tutte le biblioteche della Federico II garantiscano apertura e servizi fino alle 20 ogni giorno, come chiedono molti studenti e come vorrebbero certamente anche tanti docenti?

“Tempo fa con i colleghi del CAB ed i Direttori delle biblioteche d’area abbiamo individuato una pianta organica per tenerle tutte aperte fino alle 20. Servirebbero un paio di decine in più di personale di livello diverso, tenendo conto della rotazione e dell’avvicendamento. L’Ateneo è informato ed ha mostrato massima disponibilità. Il potenziamento delle biblioteche, d’altronde, era un obiettivo sia del programma del Rettore in carica, il professore Matteo Lorito, sia del programma dell’altro candidato, il professore Luigi Califano. In sostanza, su questo tema mi pare ci sia un’assoluta unità d’intenti nella Federico II”.

A Mezzocannone 16 una biblioteca all’avanguardia

Quante sono oggi le biblioteche dell’Ateneo federiciano?

“Quelle di area sono dodici. Si cerca, ovunque sia possibile, di favorire la convergenza di quelle di Dipartimento in biblioteche d’area per una questione di efficienza e per rendere più facile la vita agli studenti ed ai docenti che fruiscono del servizio. In un passato non troppo remoto c’erano ben 130 biblioteche sparse alla Federico II, alcune di dimensioni estremamente ridotte. Si è compiuto un grosso sforzo di semplificazione per gli studenti e per i docenti. L’auspicio è che nei prossimi mesi si proceda con maggiore decisione in questa direzione ovunque e stiamo cercando di ragionare concretamente con i Direttori per trovare soluzioni condivise. Abbiamo nello stesso tempo continuato ad investire moltissimo anche nella biblioteca digitale, che è tra le più importanti non solo in Italia, per i servizi offerti. Lavoriamo alla realizzazione della biblioteca digitale fruibile h24 anche a distanza perché un sistema bibliotecario oggi deve offrire anche queste opportunità, che sono essenziali pure per le discipline umanistiche. È un progetto che viene da lontano. Abbiamo iniziato con Roberto Pettorino già dal 2000 ed abbiamo oggi rapporti di collaborazione anche con sistemi di Atenei di altri Paesi. Facciamo parte di una grossa rete internazionale che è partita da Napoli e dagli Atenei campani”.

Altri progetti?

“Sono molti, perché c’è tanto da fare e non vogliamo restare indietro. Solo per citarne uno, a Mezzocannone 16 è in via di realizzazione una grande biblioteca che sarà all’avanguardia per concezione e servizi e che raccoglierà il patrimonio della biblioteca d’area di Giurisprudenza e della biblioteca di Dipartimento di Giurisprudenza”.

Fabrizio Geremicca

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