Innovazione in campo alimentare, il CAISIAL “una scommessa vinta”

La nascita dell’Incubatore per l’innovazione di prodotto e di processo in campo alimentare è stata l’occasione per fare il punto sulle attività svolte dal CAISIAL (Centro di Ateneo per l’Innovazione e lo Sviluppo nell’Industria Alimentare) della Federico II in un incontro tenutosi il 9 gennaio al Dipartimento di Agraria di Portici. Il Centro, diretto dal prof. Paolo Masi, opera, dal 2004, per il trasferimento tecnologico nel settore agroalimentare a supporto soprattutto delle start up e delle piccole e medie imprese. Che sono la maggioranza nell’agroalimentare: “su 300 mila imprese presenti in Europa sono solo 49 i grandi marchi. Queste piccole realtà hanno bisogno di centri come il nostro, attraverso i quali poter fare ricerca. Abbiamo collaborazioni con grandi nomi come la Barilla, la Nestlè o la Unilever, ma è soprattutto con aziende sotto i 200 dipendenti che lavoriamo”. Il CAISIAL, racconta Masi, è nato come una sorta di scommessa circa 10 anni fa, sotto il rettorato Trombetti, “puntando sulla necessità che la
Campania si dotasse di una struttura per il trasferimento tecnologico in questo campo, secondo una visione prospettica possiamo dire ante-litteram della terza missione. In Ateneo sono presenti tante punte di eccellenza e si è pensato di poter collaborare tutti a progetti rivolti all’innovazione. Al Centro collaborano, infatti, docenti di diversi
Dipartimenti: dall’Economia alla Medicina, dall’Ingegneria alla Farmacia. Oltre a questo, ci sono collaborazioni con realtà esterne come la Tecnolimenti di Milano. Oggi, questa si può dire una scommessa vinta”, afferma Masi presentando i numeri di questo decennio. Il Centro ha ricevuto fondi sia da parte di progetti ministeriali, finalizzati al trasferimento tecnologico, che da circa 30 aziende private, per un ammontare di 7 milioni di euro. Di questi, un milione circa è servito per il potenziamento delle attrezzature, inoltre sono state bandite borse di studio e svolte attività di tirocinio per oltre 100 persone, e sostenuto e traferito all’Ateneo per la ricerca scientifica oltre 130 mila euro. “Siamo una struttura che si sostiene con finanziamenti provenienti da progetti europei e ministeriali, e soprattutto grazie alla capacità di interazione con il settore di riferimento, perché, se viene meno questa domanda,
vuol dire che la nostra funzione è inutile. Finchè ci saranno aziende che si rivolgono a noi, allora vuol dire che offriamo il supporto necessario, e, se pensiamo che abbiamo mosso 500 mila euro all’anno, vuol dire che la domanda c’è stata”. In questo tempo, inoltre, il Centro si è evoluto fino alla nascita dell’Incubatore: “Si è potuto realizzare un laboratorio pubblico-privato con i fondi Pon della Comunità Europea, che vede me come Presidente del Consorzio e il CAISIAL coinvolto in prima persona, e a cui fanno capo anche strutture come l’ENEA, il CREA e TECNOALIMENTI per la parte pubblica, e circa 40 aziende per la parte privata”. L’incubatore è rivolto innanzitutto a sostenere le piccole e medie imprese “che necessitano di un supporto per rivalutare da un punto di vista commerciale la qualità delle loro produzioni, per ottimizzare i loro processi, nonchè per fare su scala pilota delle
innovazioni di prodotto prima di fare investimenti. Inoltre, si rivolge a giovani laureati per una formazione volta all’inserimento lavorativo”. Nell’ambito di due progetti finanziati dal Mise e dal Miur, sono stati attivati, infatti, due corsi di formazione rivolti a 18 giovani, laureati in diversi settori. “Uno di questi due progetti si è concluso e ha visto l’inserimento di 3 persone con contratto a tempo indeterminato; mentre l’altro terminerà a giugno e contiamo di inserire anche queste persone con successo”. Il progetto finanziato dal Mise, concluso tre anni fa, spiega Masi, era rivolto alle piccole-medie aziende che volevano sviluppare prodotti innovativi “e con cui abbiamo lavorato con buoni risultati. Abbiamo, ad esempio, sviluppato prodotti innovativi come le bevande al latte di mandorle o la confezione per il ‘piennolo’ di pomodoro”. Il progetto PON della Comunità Europea e Regione Campania, ancora in
essere, “che prevedeva proprio l’istituzione dell’Incubatore, è, invece, finalizzato a quantificare e migliorare la qualità commerciale delle produzioni campane per favorire le esportazioni”.
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