Viabilità e trasporti: battesimo del fuoco per il prof. Edoardo Cosenza

“È un inizio un po’ caotico, che però non spaventa chi si è occupato di Protezione Civile come me”. Il prof. Edoardo Cosenza, 63 anni, ex Preside della Facoltà di Ingegneria alla Federico II, docente di Tecnica delle Costruzioni, nonché Presidente dell’Ordine provinciale degli Ingegneri  confermato a settembre per il secondo mandato, racconta i suoi primi passi da Assessore alla Viabilità ed ai Trasporti nella Giunta comunale di Napoli capitanata dal prof. Gaetano Manfredi, l’ex Rettore della Federico II, anch’egli professore ad Ingegneria.
Come è maturato il suo coinvolgimento in Giunta? “Gaetano Manfredi ed io siamo amici storici e da sempre molto vicini. C’è un confronto costante che non si è mai interrotto. Ho dato la mia disponibilità, dopo le elezioni di inizio ottobre, per qualunque ruolo Gaetano avesse ritenuto di assegnarmi, anche per le fotocopie. Lui vuole che io faccia l’assessore ed io lo faccio”. 
Lei ha due deleghe importanti. Quali sono le priorità per la città sotto il profilo della viabilità e dei trasporti? “Bisogna distinguere tra emergenze e pianificazione ed in questa primissima fase sono state soprattutto le emergenze ad assorbire energie ed ore di lavoro. Quando mi sono insediato a metà ottobre mi sono trovato subito con due Gallerie chiuse. Una – la Vittoria – inutilizzabile da molti mesi ed una – la Quattro Giornate – da un giorno appena. Un bel battesimo del fuoco, ma non mi lamento perché altri assessori con deleghe non meno importanti rispetto alle mie si sono trovati con emergenze analoghe da affrontare. La delibera, per esempio, che prevedeva che andassero via circa 150 vigili urbani. Ognuno sta affrontando emergenze di politica comunale, insomma. Faticoso, certo, ma se vogliamo che Napoli sia una città normale dobbiamo risolvere i problemi che non la rendono tale. Una città in cui due Gallerie su tre sono chiuse al traffico non è normale. Non è normale neanche che sia chiusa una su tre e, nell’ottica di affrontare l’emergenza, cercherò con ogni sforzo di accelerare per l’agibilità entro tempi relativamente brevi della Galleria Vittoria. Stesso discorso sul versante dei trasporti. Bisogna che si affrontino subito tutti i problemi che rallentano l’uso delle metropolitane delle  Linee 1 e 6. L’immissione in servizio dei nuovi treni acquistati in Spagna per la Linea 1 sarà certamente la priorità dei prossimi mesi, perché i napoletani hanno diritto ad una metropolitana di livello europeo. Un servizio con frequenze come quelle che, purtroppo, abbiamo subito negli ultimi anni non lo è e crea difficoltà ad un’amministrazione che, come è logico, intende convincere sempre più napoletani a non utilizzare l’auto in città nell’ottica dell’abbattimento delle emissioni inquinanti. Capisco ci siano stati intoppi e difficoltà, si pensi per ultimo all’incidente di alcuni mesi fa durante il rodaggio del primo dei nuovi treni spagnoli, ma un assessore ed una Giunta devono risolverli e devono riuscirci anche in tempi non lunghi. Per la Linea 6 ci sono difficoltà ancora più serie da superare. Ci sono solo quattro treni e manca ancora una stazione importantissima a Campi Flegrei. Queste sono questioni ineludibili, legate all’emergenza, e vengono prima della pianificazione di nuove possibili linee della metropolitana, che pure servono. Bisogna fare anche un ragionamento di ammodernamento e miglioramento delle stazioni della Linea 2, che in ogni caso, al momento, mi pare sia quella che funzioni meglio”. 
L’Ateneo “non si tira indietro nel dare il suo  contributo di competenze”
Dopo le undici di sera a Napoli è sostanzialmente impossibile, o comunque molto complicato, spostarsi con i mezzi pubblici. Chiuse metropolitane e funicolari, Cumana e Circumflegrea. Rari e con intervalli di frequenza insostenibili i bus notturni. La mobilità diventa questione privata – ci si affida alle auto – o di portafoglio, perché le tariffe dei taxi notturni sono tutt’altro che economiche. È possibile prolungare l’orario di funzionamento dei mezzi pubblici a Napoli garantendo anche corse notturne su gomma e su ferro? “Sì, ma c’ è un problema di personale. Si può, ma in maniera compatibile con il personale. Non è una diretta decisione politica, peraltro, perché c’è Anm. Io, naturalmente, sto iniziando ad interagire con l’Azienda e con il dirigente del settore infrastrutture e metropolitane. Abbiamo trovato una certa anarchia decisionale, ma servono regole semplici e chiare nei processi. Da ingegnere dico che vanno rivisti i processi decisionali con la netta separazione tra responsabilità amministrative e politiche e con gerarchie chiare”.
Sarà utile la sua esperienza di docente universitario nel suo nuovo ruolo?  “Forse mi sarà più utile l’esperienza di assessore regionale. Devo dire, peraltro, che la Regione funziona molto meglio come macchina amministrativa rispetto al Comune”.
Lei è stato assessore regionale con la Giunta Caldoro, sostenuta da una maggioranza di centrodestra. Ora è assessore comunale con Manfredi in una Giunta che è espressione di una maggioranza di centrosinistra. Ammetterà che suona strano. “Non sono d’accordo. Per me è un vanto. Vuol dire che sono visto come un tecnico a tutto tondo. Non ho mai avuto una tessera e non sono mai entrato in una sede di partito. Mi vanto di essere stato assessore ovunque in virtù delle mie capacità di ingegnere, di tecnico”.
Quella di Manfredi è stata definita la Giunta dei professori. Le piace questa definizione? “Sì, se la si usa per sottolineare che la Federico II non si tira indietro nel dare il suo contributo di competenze. Non è la prima volta che accade, peraltro. La prima Giunta Bassolino schierava Scipione Bobbio, Amalia Signorelli e poi Rocco Papa. Il fatto che ci si affidi così tanto a docenti universitari, peraltro, potrebbe essere interpretato anche come il segnale che il resto della società non è in grado di fornire quadri dirigenziali”. 
Come hanno accolto a casa la sua nuova avventura? “Mia moglie, il mio riferimento principale nei decenni, purtroppo non c’è più. L’ho persa cinque mesi fa per una malattia fulminante. I tre figli sono tutti grandi lavoratori come lo sono io e non hanno certo contestato il mio nuovo impegno. Credo ne siano sostanzialmente contenti. Lo deduco dal fatto che sono venuti alla presentazione della Giunta”. 
Continuerà ad insegnare da assessore? “Sì, è compatibile con l’incarico in Giunta. Non c’è obbligo di mettersi in aspettativa per gli assessori. Potrei, ma non lo farò. Tengo molto al rapporto con gli studenti e con l’Ateneo. Certo, il tempo da dedicare sarà poco, ma mi organizzerò per non penalizzare i miei studenti”.
Continuerà a frequentare la curva B dello stadio? È noto che lei è un tifoso sfegatato del Napoli. “In verità sto in sciopero, non vado da qualche tempo sugli spalti per protesta. Non condivido la politica di esclusione dei gruppi del tifo organizzato. Se non ci sono, lo stadio diventa triste. Meglio a questo punto guardarsi la partita a casa in poltrona, nonostante la tortura di Dazn che funziona, per usare un eufemismo, piuttosto male”.
Quante ore lavora al giorno? “Stanotte (22 ottobre n.d.r.) ho dormito tre ore e mezzo, non sono andato via dalla Galleria Quattro Giornate fino a che i tecnici non hanno dato il via libera alla riapertura. Diciamo che dormo in genere cinque o sei ore e per il resto sostanzialmente lavoro”. 
 
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