Un percorso lungo e complicato attende gli aspiranti medici. Oltre che passione e amore per lo studio, c’è bisogno di impegno e sacrificio. La Seconda Università predispone due Corsi di Laurea magistrale, che hanno durata di sei anni, in Medicina e Chirurgia (uno a Napoli e l’altro a Caserta), oltre ai quindici Corsi di Laurea triennale in Professioni sanitarie e il Corso di Laurea magistrale in Odontoiatria e Protesi dentaria. Sono tutti a numero chiuso, tranne Informatore medico scientifico e Biotecnologie (interfacoltà con Scienze ambientali e Scienze matematiche).
“Molti sono i giovani che si avvicinano alla Medicina perché attratti dalla professione medica – afferma il prof. Bartolomeo Farzati, Presidente del Corso di Laurea in Medicina di Napoli (sede nel centro storico)– oggi, però, la vita del medico si è fatta complicata e la Medicina non è più competitiva rispetto al passato…”, e poi è bene sottolineare che la formazione di un medico non si esaurisce dopo i sei anni di Università. “Oltre ai sei anni del Corso di Laurea in Medicina, che per uno studente medio diventano di solito sette, ci sono altri quattro o cinque anni per la Scuola di Specializzazione, per accedere alla quale passa, in media, quasi sempre un anno visto che i posti, per ogni specializzazione, sono limitati. Insomma, solo dopo dodici o tredici anni di studio, il laureato comincia a vedere che aria tira…”. Per intraprendere questo tipo di studi, c’è dunque bisogno di grande determinazione e convinzione reale, “anche se – aggiunge Farzati – alla Sun, gli abbandoni sono pochi. La nostra popolazione studentesca può essere così ripartita: circa il 30% ha una buona preparazione e continua a studiare anche all’Università, poi c’è un 40% di qualità media ma che è suscettibile di miglioramento, resta un 30% di studenti che forse facevano meglio ad interrogarsi se quella che hanno intrapreso è la loro strada. Tutto sommato, lavoriamo su una popolazione suscettibile di buoni risultati, e all’interno della quale cresce sempre più l’aliquota di donne. Le previsioni dicono che da qui fino al 2020, il 70% sarà rappresentato da donne le quali hanno il vantaggio di essere più determinate degli uomini e di avere una buona capacità di apprendimento”.
Ma partiamo dal primo ostacolo per un aspirante medico: le prove di ammissione. I posti a Medicina dovrebbero essere, “se non cambia nulla rispetto allo scorso anno”, 272 di cui 90 a Caserta, 20 ad Avellino e 162 a Napoli. Le selezioni si svolgeranno il 3 settembre, i ragazzi avranno due ore di tempo per rispondere a ottanta quesiti a riposta multipla su argomenti di: Cultura generale e ragionamento logico, Biologia, Chimica, Fisica e Matematica. Viene assegnato un punto per ogni risposta esatta, 0 per le risposte non date e sottratto 0.25 punti nel caso di risposta sbagliata, quindi, se non si è sicuri, meglio non rispondere. “Queste prove sicuramente non selezionano le persone che hanno più attitudine allo studio della Medicina, piuttosto, scelgono, sul piano della cultura generale, quelli che potrebbero essere i migliori in quanto crea una selezione tra le persone che hanno studiato meglio alle scuole superiori”, dice Farzati. D’accordo anche il prof. Giuseppe Paolisso, Presidente del Corso di Laurea in Medicina di Caserta. “l test sono abbastanza complicati e sono tarati sul completamento dei programmi di un ottimo liceo scientifico. Comunque, è bene ripetere gli argomenti e abituarsi, con l’allenamento, a questa tipologia di quiz. Ricordatevi che tutte le domande sono uguali, quelle che possono sembrare più difficili di altre non valgono di più, quindi è bene non perdere tempo, durante lo svolgimento”.
In attesa dell’adeguamento al 270, che andrà in vigore nell’anno accademico 2009/2010 e che porterà ad una riduzione del numero di esami, le prove restano quaranta a cui si aggiungono verifiche varie. “Il primo anno – dice Farzati – non segna una forte differenza perché le matricole studiano le discipline di base quali la Chimica, la Biologia. Ai corsi, la cui frequenza è obbligatoria, si deve affiancare lo studio individuale. Nel primo biennio, non è prevista alcuna attività di reparto, in quanto gli studenti non hanno le premesse logiche per accedervi, si ha la possibilità di andare dal terzo anno. E non necessariamente per obiettivi legati alla materia, ma anche per imparare a misurare la pressione per esempio…”.
Il Corso di Laurea in Medicina di Caserta si caratterizza per un apprendimento più mirato alla preparazione di un medico per le emergenze, “in vista – dice Paolisso – dell’apertura del Policlinico, prevista per il 2011”. A Caserta, gli studenti sono avvantaggiati, grazie ad una situazione logistica che si rivela molto favorevole. “C’è un’aula per ogni anno, dove si alternano i vari docenti. Ciò significa che lo studente non deve spostarsi e segue tutte le lezioni nella medesima aula. Così per tutti i corsi dei primi tre anni”. Le lezioni hanno inizio nei primi giorni di ottobre. “Lo studente di Medicina deve essere pronto a fare molti sacrifici – dice Paolisso – ma, con il numero programmato, si va incontro ad una carenza di medici. Dunque, coloro che si iscrivono oggi (che tra minimo dieci anni, avranno concluso il loro percorso di studi tra laurea e specializzazione) potrebbero trovare rapidi sbocchi lavorativi”. Ma quali sono le chance di un laureato in Medicina che non accede alla Scuola di Specializzazione? “Sicuramente – è Farzati a rispondere – avrà più difficoltà ad avviarsi. Dopo aver sostenuto l’esame di Stato, potrà esercitare l’attività come collaboratore o come guardia medica”.
E’ bene anche che gli studenti, prima di iscriversi, abbiano una visione chiara delle difficoltà che andranno ad affrontare. “I ragazzi devono avere volontà e determinazione a fare bene e devono frequentare l’Università a tempo pieno perché la formazione medica non si fa a casa”, dice Farzati. Uno sforzo che, secondo il professore, va fatto: “dovremmo ridurre i programmi, adeguandoli ai contenuti utili per gli studenti”.
Maddalena Esposito
“Molti sono i giovani che si avvicinano alla Medicina perché attratti dalla professione medica – afferma il prof. Bartolomeo Farzati, Presidente del Corso di Laurea in Medicina di Napoli (sede nel centro storico)– oggi, però, la vita del medico si è fatta complicata e la Medicina non è più competitiva rispetto al passato…”, e poi è bene sottolineare che la formazione di un medico non si esaurisce dopo i sei anni di Università. “Oltre ai sei anni del Corso di Laurea in Medicina, che per uno studente medio diventano di solito sette, ci sono altri quattro o cinque anni per la Scuola di Specializzazione, per accedere alla quale passa, in media, quasi sempre un anno visto che i posti, per ogni specializzazione, sono limitati. Insomma, solo dopo dodici o tredici anni di studio, il laureato comincia a vedere che aria tira…”. Per intraprendere questo tipo di studi, c’è dunque bisogno di grande determinazione e convinzione reale, “anche se – aggiunge Farzati – alla Sun, gli abbandoni sono pochi. La nostra popolazione studentesca può essere così ripartita: circa il 30% ha una buona preparazione e continua a studiare anche all’Università, poi c’è un 40% di qualità media ma che è suscettibile di miglioramento, resta un 30% di studenti che forse facevano meglio ad interrogarsi se quella che hanno intrapreso è la loro strada. Tutto sommato, lavoriamo su una popolazione suscettibile di buoni risultati, e all’interno della quale cresce sempre più l’aliquota di donne. Le previsioni dicono che da qui fino al 2020, il 70% sarà rappresentato da donne le quali hanno il vantaggio di essere più determinate degli uomini e di avere una buona capacità di apprendimento”.
Ma partiamo dal primo ostacolo per un aspirante medico: le prove di ammissione. I posti a Medicina dovrebbero essere, “se non cambia nulla rispetto allo scorso anno”, 272 di cui 90 a Caserta, 20 ad Avellino e 162 a Napoli. Le selezioni si svolgeranno il 3 settembre, i ragazzi avranno due ore di tempo per rispondere a ottanta quesiti a riposta multipla su argomenti di: Cultura generale e ragionamento logico, Biologia, Chimica, Fisica e Matematica. Viene assegnato un punto per ogni risposta esatta, 0 per le risposte non date e sottratto 0.25 punti nel caso di risposta sbagliata, quindi, se non si è sicuri, meglio non rispondere. “Queste prove sicuramente non selezionano le persone che hanno più attitudine allo studio della Medicina, piuttosto, scelgono, sul piano della cultura generale, quelli che potrebbero essere i migliori in quanto crea una selezione tra le persone che hanno studiato meglio alle scuole superiori”, dice Farzati. D’accordo anche il prof. Giuseppe Paolisso, Presidente del Corso di Laurea in Medicina di Caserta. “l test sono abbastanza complicati e sono tarati sul completamento dei programmi di un ottimo liceo scientifico. Comunque, è bene ripetere gli argomenti e abituarsi, con l’allenamento, a questa tipologia di quiz. Ricordatevi che tutte le domande sono uguali, quelle che possono sembrare più difficili di altre non valgono di più, quindi è bene non perdere tempo, durante lo svolgimento”.
In attesa dell’adeguamento al 270, che andrà in vigore nell’anno accademico 2009/2010 e che porterà ad una riduzione del numero di esami, le prove restano quaranta a cui si aggiungono verifiche varie. “Il primo anno – dice Farzati – non segna una forte differenza perché le matricole studiano le discipline di base quali la Chimica, la Biologia. Ai corsi, la cui frequenza è obbligatoria, si deve affiancare lo studio individuale. Nel primo biennio, non è prevista alcuna attività di reparto, in quanto gli studenti non hanno le premesse logiche per accedervi, si ha la possibilità di andare dal terzo anno. E non necessariamente per obiettivi legati alla materia, ma anche per imparare a misurare la pressione per esempio…”.
Il Corso di Laurea in Medicina di Caserta si caratterizza per un apprendimento più mirato alla preparazione di un medico per le emergenze, “in vista – dice Paolisso – dell’apertura del Policlinico, prevista per il 2011”. A Caserta, gli studenti sono avvantaggiati, grazie ad una situazione logistica che si rivela molto favorevole. “C’è un’aula per ogni anno, dove si alternano i vari docenti. Ciò significa che lo studente non deve spostarsi e segue tutte le lezioni nella medesima aula. Così per tutti i corsi dei primi tre anni”. Le lezioni hanno inizio nei primi giorni di ottobre. “Lo studente di Medicina deve essere pronto a fare molti sacrifici – dice Paolisso – ma, con il numero programmato, si va incontro ad una carenza di medici. Dunque, coloro che si iscrivono oggi (che tra minimo dieci anni, avranno concluso il loro percorso di studi tra laurea e specializzazione) potrebbero trovare rapidi sbocchi lavorativi”. Ma quali sono le chance di un laureato in Medicina che non accede alla Scuola di Specializzazione? “Sicuramente – è Farzati a rispondere – avrà più difficoltà ad avviarsi. Dopo aver sostenuto l’esame di Stato, potrà esercitare l’attività come collaboratore o come guardia medica”.
E’ bene anche che gli studenti, prima di iscriversi, abbiano una visione chiara delle difficoltà che andranno ad affrontare. “I ragazzi devono avere volontà e determinazione a fare bene e devono frequentare l’Università a tempo pieno perché la formazione medica non si fa a casa”, dice Farzati. Uno sforzo che, secondo il professore, va fatto: “dovremmo ridurre i programmi, adeguandoli ai contenuti utili per gli studenti”.
Maddalena Esposito