Sembra positivo il bilancio dei test di valutazione che hanno dovuto sostenere gli aspiranti ingegneri. Se la matematica resta un emerito sconosciuto ancora per il 28% dei 3200 studenti che hanno sostenuto la prova, si calcolano ben 10 punti in percentuale in meno rispetto allo scorso anno. Il dato, comunque, resta ancora significativo e per chi ha gravi carenze in matematica e dovrà colmare il debito degli OFA (Obbligo Formativo Aggiuntivo), nelle ultime due settimane di settembre sono partiti i corsi di Basi di matematica tenuti dai professori Vincenzo Ferone e Gioconda Moscariello, nonché le lezioni on-line, per aiutare questi studenti che potranno già da ottobre sostenere l’esame per sanare il loro debito. “Iniziare col debito -avverte però il prof.Luigi Verolino, delegato all’orientamento- è come mettere il piede in una fossa molto profonda”. Recuperare non è semplice. “Non è solo questione di volontà- ribadisce il professore- ma anche di talento e passione. Se io non riesco a far uscire una nota da un clarinetto, non mi iscrivo al Conservatorio. Per Ingegneria è la stessa cosa, così come per le altre Facoltà: bisogna esserci portati”. A questo punto è importante una scelta consapevole e non sottovalutare il test che può diventare un indice delle attitudini. “Il test non va inteso in maniera coattiva- suggerisce ancora Verolino- ma come uno strumento delle proprie capacità. Svolgo questa attività di orientamento da sette anni e inizialmente erano davvero poche centinaia i ragazzi che si presentavano alla prova; oggi sono in migliaia e questo vuol dire che hanno capito l’importanza del test. Ma ancora non siamo riusciti a dare la giusta dignità al test i cui risultati non vengono tenuti in considerazione dagli studenti. Non si tratta di limitare il diritto allo studio ma di evitare perdite di tempo deleterie per lo stesso ragazzo”. Insomma, se avete avuto un punteggio molto basso al test o alla prova di matematica nello specifico non iscrivetevi ad Ingegneria. Rischiate di perdere uno o più anni accademici, avverte il professore “sono circa 1500 gli abbandoni dopo il primo anno; quasi tutti gli studenti che lasciano non avevano avuto buoni risultati alla prova di valutazione”.
Nella graduatoria dei test si passa da chi ha un indice attitudinale uguale a 100 e con 19 punti alla prova di matematica fino ai ragazzi con meno di 40 di indice attitudinale e –2,25 in matematica. “Chi ha preso il punteggio pieno- non è detto che abbia risposto bene a tutte le domande, perché non è un valore assoluto, ma che è stato il migliore di questa prova”. I ragazzi che hanno ottenuto il punteggio più alto sono quasi tutti studenti provenienti dal liceo scientifico i quali, però, nonostante le abilità matematiche, logiche e di comprensione verbale, hanno avuto alcune difficoltà in fisica e chimica. “Il 60% degli studenti di coloro che hanno sostenuto il test proviene dallo scientifico, quanti si sono diplomati con un voto compreso tra 90 e 100 sono andati bene complessivamente ed in particolare nelle prove di logica, comprensione verbale e matematica, mentre conservano problemi con chimica e fisica. I quesiti di fisica sono semplicissimi, non si è cercato di spaccare il capello come con la matematica, eppure proprio su questi si zoppica. La carenza però non è degli studenti, ma della scuola italiana dove in un liceo ‘cosiddetto scientifico’ si svolgono più ore di latino che di chimica o di fisica”. Il 17% di diplomati provenienti dagli istituti tecnici, invece, ha avuto maggiori difficoltà proprio nella logica e nella comprensione verbale. Quell’11% di studenti provenienti dal classico “ha avuto maggiori difficoltà su tutto al test” ma “paradossalmente saranno i nostri migliori laureati. Sono come i motori diesel, una volta partiti non si fermano più: hanno un buon metodo di studio e l’abitudine a stare molte ore sui libri. E sono favoriti anche dall’estrazione sociale: provenendo in gran parte da famiglie di classi più alte trovano più stimoli in famiglia e studiano con più serenità”.
Altro dato significativo: una tendenza ad una polarizzazione dei risultati. “I bravi sono sempre più bravi e gli scarsi sempre più scarsi”. Il perché per il docente va cercato nella presenza del test “che ha dissuaso gli incerti, quelli che hanno una preparazione media e che non si sono proprio presentati pensando di non farcela. Restano i bravi che sono convinti della loro preparazione e sostengono la prova senza problemi, e gli scarsi che sono così impreparati da non rendersene conto. Devo dire che la maggior parte di questi ultimi proviene dagli istituti tecnici”.
Valentina Orellana
Nella graduatoria dei test si passa da chi ha un indice attitudinale uguale a 100 e con 19 punti alla prova di matematica fino ai ragazzi con meno di 40 di indice attitudinale e –2,25 in matematica. “Chi ha preso il punteggio pieno- non è detto che abbia risposto bene a tutte le domande, perché non è un valore assoluto, ma che è stato il migliore di questa prova”. I ragazzi che hanno ottenuto il punteggio più alto sono quasi tutti studenti provenienti dal liceo scientifico i quali, però, nonostante le abilità matematiche, logiche e di comprensione verbale, hanno avuto alcune difficoltà in fisica e chimica. “Il 60% degli studenti di coloro che hanno sostenuto il test proviene dallo scientifico, quanti si sono diplomati con un voto compreso tra 90 e 100 sono andati bene complessivamente ed in particolare nelle prove di logica, comprensione verbale e matematica, mentre conservano problemi con chimica e fisica. I quesiti di fisica sono semplicissimi, non si è cercato di spaccare il capello come con la matematica, eppure proprio su questi si zoppica. La carenza però non è degli studenti, ma della scuola italiana dove in un liceo ‘cosiddetto scientifico’ si svolgono più ore di latino che di chimica o di fisica”. Il 17% di diplomati provenienti dagli istituti tecnici, invece, ha avuto maggiori difficoltà proprio nella logica e nella comprensione verbale. Quell’11% di studenti provenienti dal classico “ha avuto maggiori difficoltà su tutto al test” ma “paradossalmente saranno i nostri migliori laureati. Sono come i motori diesel, una volta partiti non si fermano più: hanno un buon metodo di studio e l’abitudine a stare molte ore sui libri. E sono favoriti anche dall’estrazione sociale: provenendo in gran parte da famiglie di classi più alte trovano più stimoli in famiglia e studiano con più serenità”.
Altro dato significativo: una tendenza ad una polarizzazione dei risultati. “I bravi sono sempre più bravi e gli scarsi sempre più scarsi”. Il perché per il docente va cercato nella presenza del test “che ha dissuaso gli incerti, quelli che hanno una preparazione media e che non si sono proprio presentati pensando di non farcela. Restano i bravi che sono convinti della loro preparazione e sostengono la prova senza problemi, e gli scarsi che sono così impreparati da non rendersene conto. Devo dire che la maggior parte di questi ultimi proviene dagli istituti tecnici”.
Valentina Orellana