Terza edizione del viaggio d’istruzione in Grecia, organizzato dal prof. Matteo D’Acunto. L’escursione, che rientra tra le altre attività e vale ben 4 crediti formativi, è molto apprezzata dagli studenti amanti dell’archeologia e del mondo classico che sono sempre numerosi ed entusiasti fino al punto di ripetere l’esperienza più di una volta. “Alla conoscenza teorica, si deve accompagnare la visita ai siti per comprenderne il contesto architettonico, ambientale e culturale”, spiega il prof. D’Acunto, docente di Archeologia e Storia dell’Arte di Creta e delle Cicladi. L’iniziativa è rivolta in particolare agli studenti di Lettere Classiche e di Beni Archeologici, ma non è soggetta a particolari limitazioni e tutti sono ammessi. “Questo progetto è legato ad un modo diverso di fare didattica – sottolinea il docente- Lo studente non è un osservatore passivo, ma un soggetto attivo della visita. Ci si prepara preventivamente e poi il lavoro viene suddiviso tra i partecipanti che hanno il compito di illustrare il sito ai colleghi. Il lavoro così strutturato ha dato ottimi frutti perché riesce a coinvolgere gli studenti”. Meta del viaggio del primo anno sono stati i Santuari Paraellenici, il secondo anno il tour ha toccato Atene, l’Attica, l’Eubea e la Corinzia. Quest’anno “dietro diretta sollecitazione dei ragazzi, la nostra meta saranno le Isole Cicladi”. La visita, della durata di due settimane, si svolgerà verso la seconda metà di maggio e si muoverà su diverse tappe alla scoperta del mitico arcipelago delle Cicladi, una terra incantata in bilico tra storia e mito. “Il centro ideale del viaggio sarà l’isola di Delo – illustra D’Acunto- da cui prende il nome l’arcipelago. Secondo il mito, questa piccolissima isola, attualmente disabitata, ha dato i natali al dio Apollo, ed è stata nell’antichità meta di pellegrinaggi. Visitare quest’isoletta, quindi, costituirà un’esperienza molto suggestiva”. Altra tappa del viaggio sono le isole Paro e Naksos. “Paro ha dato i natali al poeta Archiloco ed entrambe le isole hanno importanti siti archeologici anche grazie all’estesa quantità di marmi, che sia nel terzo secolo sia nel periodo arcaico, hanno dato il via alla scultura”. Santorini sarà la meta finale del viaggio: “questo luogo ha suggestioni particolari perché a seguito dell’eruzione vulcanica del II secolo a.c. che distrusse l’intera area abitata, oggi si ha la possibilità di visitare un’intera città minoica riscoperta sotto i detriti vulcanici e conservata in ottime condizioni”. E’ un viaggio molto impegnativo dal punto di vista organizzativo ed economico; sarà, comunque, sovvenzionato in parte dall’Ateneo. Il professore assicura “mi sforzerò molto per far rientrare il tutto entro costi accettabili perché non voglio che questa esperienza finisca per essere riservata solo a pochi ricchi”. Al momento sono state raccolte già 22 adesioni.
D’Acunto è anche promotore di un altro interessante progetto: un programma innovativo di scavi a Cuma “che affronta lo scavo sull’abitato e non più sui santuari. Il lavoro sul campo viene condotto con una particolare formula di scavo-scuola, che, quindi, vede coinvolti gli studenti in prima persona”. Una prima campagna di scavi è stata condotta nel mese di ottobre ed ha portato ad entusiasmanti risultati: sono stati ritrovati un piano abitativo di età alto-arcaica, dove è stato rinvenuto anche uno skyphos di Thapsos con alcuni segni scritti risalenti probabilmente al Tardo Geometrico II, una casa romana con parte del tracciato viario e una serie di materiali risalenti fino alla prima Età del Ferro. Il secondo programma di scavi partirà, invece, tra giugno e luglio. “I ragazzi parteciperanno attivamente sia agli scavi che alla fase di registrazione delle evidenze e di rilievo delle strutture, nonché a quella interpretativa. Per un archeologo è fondamentale il lavoro sul campo perché solo scavando si riconoscono, ad esempio, le diversità di terreno, come si configurano le evidenze o i diversi problemi interpretativi. Insomma quest’esperienza ha un doppio fascino sia dal punto di vista dei rinvenimenti che da quello dell’esperienza che si matura”. L’iniziativa, per la sua rilevanza sia archeologica che didattica, è promossa da diversi enti oltre L’Orientale. Gli studenti interessati a partecipare possono, dunque, contattare il prof. D’Acunto all’indirizzo mdacunto@unior.it.
Valentina Orellana
D’Acunto è anche promotore di un altro interessante progetto: un programma innovativo di scavi a Cuma “che affronta lo scavo sull’abitato e non più sui santuari. Il lavoro sul campo viene condotto con una particolare formula di scavo-scuola, che, quindi, vede coinvolti gli studenti in prima persona”. Una prima campagna di scavi è stata condotta nel mese di ottobre ed ha portato ad entusiasmanti risultati: sono stati ritrovati un piano abitativo di età alto-arcaica, dove è stato rinvenuto anche uno skyphos di Thapsos con alcuni segni scritti risalenti probabilmente al Tardo Geometrico II, una casa romana con parte del tracciato viario e una serie di materiali risalenti fino alla prima Età del Ferro. Il secondo programma di scavi partirà, invece, tra giugno e luglio. “I ragazzi parteciperanno attivamente sia agli scavi che alla fase di registrazione delle evidenze e di rilievo delle strutture, nonché a quella interpretativa. Per un archeologo è fondamentale il lavoro sul campo perché solo scavando si riconoscono, ad esempio, le diversità di terreno, come si configurano le evidenze o i diversi problemi interpretativi. Insomma quest’esperienza ha un doppio fascino sia dal punto di vista dei rinvenimenti che da quello dell’esperienza che si matura”. L’iniziativa, per la sua rilevanza sia archeologica che didattica, è promossa da diversi enti oltre L’Orientale. Gli studenti interessati a partecipare possono, dunque, contattare il prof. D’Acunto all’indirizzo mdacunto@unior.it.
Valentina Orellana