“I primi mesi di studio sono fondamentali. Servono a comprendere il funzionamento di una Facoltà e innescano un meccanismo di autodisciplina che servirà per non perdersi nel corso degli studi giuridici”. E’ l’opinione del prof. Tommaso Frosini, docente di Diritto Costituzionale (I anno) e Diritto Pubblico Comparato (III anno). “Ascoltare una lezione è il metodo migliore per iniziare ad apprendere il linguaggio giuridico ed il ragionamento concreto che ne è alla base. Dalla lettura dei manuali di riferimento, difficilmente questo ragionamento può essere ricavato; è un apprendimento freddo che porta poi ad uno studio mnemonico. La lezione abitua all’ascolto ed insieme al docente si arriva all’interpretazione dell’istituto giuridico e alla sua comprensione”, dice. Si parte dall’istituto che il manuale elenca, per poi passare agli esempi concreti: “attraverso la prassi giurisprudenziale si costruisce un discorso completo che aiuta a comprendere il senso dell’argomento sviluppando la prima forma di ragionamento giuridico. Durante la lezione, c’è un continuo botta e risposta tra me e gli studenti. Così la lezione non diventa noiosa e sembra davvero di dibattere gli istituti all’interno di un’aula di tribunale”. Il diritto costituzionale è una materia fondamentale che forma le basi per il prosieguo degli studi. “Come diceva Santi Romano, il Diritto Costituzionale è il tronco di un albero da cui si diramano le varie discipline perché alla base c’è lo studio della Costituzione”. Così bisogna avere sempre con sé una copia della Costituzione (“è impensabile che non si conoscano i 139 articoli che la compongono) e leggere i quotidiani (“è un esercizio continuo per la materia; l’impatto con la quotidianità è fondamentale è la fonte di approfondimento primaria”). Seminari di approfondimento con cadenza settimanale e laboratori -letture di sentenze, spiegazione di casi concreti, scrittura dei primi atti giuridici-: gli altri ingredienti del corso.
Ma lo studente del primo anno cosa si aspetta? “Gli studenti vogliono essere seguiti costantemente, hanno timore di perdersi e quindi hanno bisogno di un tutor”, sottolinea il docente. E poi si preoccupano del futuro lavorativo “si interessano alla carriera forense che è ancora molto gettonata, nonostante il numero crescente di avvocati. Altri aspirano a diventare magistrato o notaio ma sanno che è complicato, quindi avere in tasca la garanzia di poter esercitare la professione di avvocato è come ipotecare il proprio futuro…come dire, mal che vada posso sempre fare l’avvocato”.
Ma lo studente del primo anno cosa si aspetta? “Gli studenti vogliono essere seguiti costantemente, hanno timore di perdersi e quindi hanno bisogno di un tutor”, sottolinea il docente. E poi si preoccupano del futuro lavorativo “si interessano alla carriera forense che è ancora molto gettonata, nonostante il numero crescente di avvocati. Altri aspirano a diventare magistrato o notaio ma sanno che è complicato, quindi avere in tasca la garanzia di poter esercitare la professione di avvocato è come ipotecare il proprio futuro…come dire, mal che vada posso sempre fare l’avvocato”.