Il Polo premia 4 giovani ricercatori

“Colere Humanitatem” è il titolo della prima giornata della ricerca scientifica del Polo delle Scienze Umane e Sociali, svoltasi il 6 maggio scorso, nel complesso dei Santi Marcellino e Festo. Una giornata di studio, ricca di spunti grazie alle relazioni del prof. Louis Godart, docente al Federico II e Consigliere della Presidenza della Repubblica al Patrimonio Artistico, su “La nascita dello Stato e l’apparizione della scrittura”; del prof. Pietro Giovanni Guzzo, della Soprintendenza speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, su “L’archeologia dei Campi Flegrei”; del prof. Marino Niola sul Mito dei Campi Flegrei; di Francesco Escalona, Presidente del Parco Regionale dei Campi Flegrei che ha parlato del “Sistema dei Campi Flegrei”. Il programma dell’iniziativa ha previsto la premiazione di quattro giovani ricercatori dell’Ateneo Federico II.
A dare il benvenuto il prof. Guido Trombetti, Rettore del Federico II, e il prof. Massimo Marrelli, Presidente del Polo delle Scienze Umane e Sociali. “Questa giornata dedicata alla ricerca scientifica – afferma Trombetti, in apertura – apre una stagione di confronto interno al Polo delle Scienze Umane, ma è anche occasione rilevante per favorire conoscenze e scambi all’interno della nostra comunità. Purtroppo, i nostri giovani fanno spesso fatica a conoscere quello che si fa nei Dipartimenti vicini a quelli in cui lavorano e, invece, mai come in questo momento, è importante che l’Università metta in mostra la qualità e la quantità di ciò che si fa tra le mura accademiche”. Una giornata che, spiega Marrelli, “ha il duplice compito formativo ed educativo”. “Le conoscenze scientifiche ed umanistiche – continua Marrelli – hanno un ruolo molto importante perché possono costituire un motore di sviluppo”. Soddisfatto il Presidente aggiunge: “le Università straniere – tra cui quelle di Barcellona, Madrid, Valencia, Lione, Parigi, Colonia – hanno deciso di farsi rappresentare non da professori ma da due studenti per ogni sede, giunti a Napoli per osservare lo stato e l’avanzare dei lavori dei nostri Dipartimenti. E’ stato veramente un gesto di grande civiltà. Inoltre, e specificatamente riguardo lo studio dei Campi Flegrei, è stato siglato un gemellaggio tra studenti del Federico II e quelli del Politecnico di Ginevra…”.  
I giovani ricercatori del Federico II, premiati con un assegno da 1500 euro, sono i dottori Antonella Brenner, Vincenzo Bochicchio, Giuseppe Amarelli e Salvatore Piccolo ai quali abbiamo chiesto la particolarità dei lavori che hanno presentato. La dott.ssa Brenner, 34 anni, di Formia, laureata in Lettere classiche, ha vinto con un lavoro sulla poesia tardo antica, in particolare ha analizzato un’opera di Claudiano che, come ci spiega, “sintetizza in sé molte tendenze”. “Ho partecipato con entusiasmo, ma non mi aspettavo assolutamente di essere tra i vincitori – dice – Questa giornata è una bella iniziativa che, spero, diventi un appuntamento fisso”. Il dott. Bochicchio, trentenne di Potenza, laureato in Filosofia, ha svolto un dottorato presso la Scuola europea di Studi avanzati. “Sono appassionato allo studio di Immanuel Kant fin dal liceo – racconta – L’ho approfondito sempre più negli anni, anche nella mia tesi di laurea e il lavoro che ho presentato è una traduzione di un discorso rettorale in latino dal titolo ‘De medicina corporis’ e anche una monografia, che poi è stata la mia tesi del dottorato, intitolata ‘Il laboratorio dell’anima. Immagini del corpo nella filosofia di Immanuel Kant’”. 
Da Kant, al diritto, 
all’economia
Una nota positiva sul Dipartimento di Filosofia, di cui è orgoglioso di far parte. “Siamo un bel gruppo di giovani che lavorano e interagiscono. C’è un grande scambio di conoscenze, ci confrontiamo molto”. Il dott. Amarelli, napoletano, a trentaquattro anni è già docente di Diritto penale al Corso di Laurea in Scienze del Servizio sociale. Ha presentato due lavori: uno su ‘La responsabilità da reato nelle persone giuridiche’ e l’altro su ‘La ritrattazione delle false dichiarazioni processuali’. “Ho dedicato circa due anni ad ogni lavoro – spiega – Sono due approfondimenti di tipo scientifico e giurisprudenziale, studi teorici orientati alla prassi”. La premiazione: “è stata una vera sorpresa. Solo ieri ho ricevuto il telegramma che mi avvisava della cerimonia e oggi mi ritrovo tra i vincitori”. Stessa sorpresa la esprime il dott. Piccolo, trentadue anni, di Pomigliano D’Arco, laureato in Economia. “I lavori che ho presentato sono di Economia industriale – dice Piccolo, che ha deciso di tornare in Italia dopo anni di formazione all’estero (un Master alla School of Economics di Tolosa e poi per un Dottorato in Economia svolto negli Stati Uniti) – in parole semplici, ho cercato di analizzare come la concorrenza influenza il comportamento dei manager…”. Nonostante gli studi che l’hanno portato fuori dall’Italia, Piccolo ci tiene a sottolineare: “il primo vero trampolino di lancio è stato il MEF, il Master in Economia e Finanza del Federico II, dove ho conosciuto i professori Massimo Marrelli, Riccardo Martina, Marco Pagano e Tullio Jappelli, i quali mi hanno spinto a formarmi all’estero e a ritornare poi in Italia. Colgo l’occasione per ringraziarli”.
Durante il pomeriggio, tavola rotonda sulla tematica del distretto culturale dei Campi Flegrei, anticipato già in mattinata, che, ricordiamo, è l’unico in lizza in Italia per diventare un patrimonio naturale UNESCO. “Vogliamo trasmettere un messaggio: le risorse che abbiamo hanno bisogno di essere valorizzate, in modo da permettere uno sviluppo equilibrato”, ha detto Marrelli. Un’esperienza pratica è stata riferita dal Presidente del Parco Regionale dei Campi Flegrei, Francesco Escalona, il quale lavora sull’area da circa vent’anni ma che dice di scoprire cose nuove ogni giorno “vista la potenza di contenuto e la ricchezza di questo territorio. Eppure è caduto nell’oblio…”. Perché? “Si è verificato uno scompenso incredibile. I Campi Flegrei non sono compatti e c’erano difficoltà notevoli a farli diventare un prodotto vendibile al turismo. Dunque, se si vuole riconvertire l’immagine che hanno assunto, c’è bisogno di partire dalle radici, attraverso un progetto integrato”.
Maddalena Esposito
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