20 febbraio: la Cappella Palatina della Reggia di Caserta è il luogo scelto per l’inaugurazione dell’anno accademico della Seconda Università. Cerimonia sobria ed affollata che ha visto la presenza dei Rettori di più atenei campani e non, dei dieci Presidi delle Facoltà della Sun, dei docenti, del personale tecnico-amministrativo, degli studenti e dei loro rappresentanti. Ospite d’eccezione: il Ministro per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione Luigi Nicolais. La prima volta che l’inaugurazione di un anno accademico è aperta da un rappresentante degli studenti. Segno dell’attenzione e della fiducia che l’Ateneo ha nei confronti degli studenti che si formano nelle Facoltà del casertano. Gerolamo Cangiano, Presidente del Consiglio degli Studenti, definisce la Sun, nel suo intervento di apertura, “il nostro Ateneo” in quanto, dice, “frutto anche e soprattutto dei tanti studenti che hanno contribuito a fare la Seconda Università” e sottolinea l’importanza dell’integrazione tra Università e territorio, “un territorio, quello del casertano, non facile”. Spazio alle donne con l’intervento di Luisa Sellitti, rappresentante del personale tecnico-amministrativo e Presidente del Comitato Pari Opportunità dell’Ateneo, la quale ricorda il grande lavoro svolto dal personale all’interno dell’Università. “Negli uffici amministrativi, nei laboratori, nelle biblioteche, non ci sono solo fredde procedure – dice la Sellitti – piuttosto ci sono persone, uomini e donne cui bisogna garantire le migliori condizioni lavorative possibili, sia dal punto di vista procedurale che ambientale, formativo e perché no anche dal punto di vista retributivo”. Un ringraziamento al Rettore la cui politica, secondo la Sellitti, “è chiaramente orientata a favorire rapporti sinergici ad ogni livello… è evidente che gli obiettivi già raggiunti e quelli programmati per l’immediato futuro non si sarebbero potuti conseguire senza la tenacia di una Direzione Amministrativa costantemente presente… ma è altrettanto chiaro che il fulcro di ogni attività è rappresentato dalla platea degli studenti”. Qualche stimolo per il futuro. “Tutto l’impegno che c’è stato nel passato, c’è nel presente, e sicuramente ci sarà in futuro rischia di essere vanificato e mortificato se il contesto politico e sociale di questa regione non darà precisi segnali di svolta e miglioramento, se non ci sarà un cambiamento netto, deciso! C’è bisogno di buona cultura ma, al contempo, c’è tanta ‘fame’ di buona e produttiva politica”.
La relazione del Rettore Francesco Rossi, si concentra su tre temi chiave: formazione degli studenti, internazionalizzazione e valutazione. “Gli studenti – dice Rossi – sono il cuore pulsante delle università, essi hanno diritto allo studio, ad una conoscenza profonda, consapevole e aggiornata. Questo, nei nostri Atenei, è momento di profondi cambiamenti, impegnati nell’applicazione dei dettami del decreto ministeriale 270/2004… l’applicazione di questa norma non deve essere considerata un semplice obbligo burocratico finalizzato a modificare il numero degli esami, inserire i nostri docenti nei vari corsi nel rispetto dei requisiti… dobbiamo considerare questo momento come un’opportunità unica per una revisione critica del nostro potenziale formativo, per renderlo rispondente alla domanda di sapere che si richiede alle future generazioni. Perché questo avvenga in maniera efficace, gli Atenei devono modificare la loro offerta formativa, orientandola alle nuove conoscenze, prestando attenzione alla domanda di competenze che oggi il mondo del lavoro e il territorio in cui viviamo richiedono…”.
La relazione del Rettore Francesco Rossi, si concentra su tre temi chiave: formazione degli studenti, internazionalizzazione e valutazione. “Gli studenti – dice Rossi – sono il cuore pulsante delle università, essi hanno diritto allo studio, ad una conoscenza profonda, consapevole e aggiornata. Questo, nei nostri Atenei, è momento di profondi cambiamenti, impegnati nell’applicazione dei dettami del decreto ministeriale 270/2004… l’applicazione di questa norma non deve essere considerata un semplice obbligo burocratico finalizzato a modificare il numero degli esami, inserire i nostri docenti nei vari corsi nel rispetto dei requisiti… dobbiamo considerare questo momento come un’opportunità unica per una revisione critica del nostro potenziale formativo, per renderlo rispondente alla domanda di sapere che si richiede alle future generazioni. Perché questo avvenga in maniera efficace, gli Atenei devono modificare la loro offerta formativa, orientandola alle nuove conoscenze, prestando attenzione alla domanda di competenze che oggi il mondo del lavoro e il territorio in cui viviamo richiedono…”.
Internazionalizzazione e valutazione
Tra gli impegni primari dell’Ateneo per quest’anno accademico, il miglioramento dei servizi per gli studenti, “con – continua Rossi – maggiori disponibilità di spazi studio, biblioteche, servizi informatici e laboratori linguistici. Stiamo già procedendo su questa strada, soprattutto nei nuovi aulari di S. Maria Capua Vetere, nel polo didattico di via Vivaldi e in quello di Aversa…”. L’internazionalizzazione vista come un obbligo nei confronti dell’apparato produttivo del Paese. “L’internazionalizzazione è una sfida impegnativa per gli Atenei, uno strumento importante per gli studenti, capace di arricchire le competenze e le capacità ad operare in un sistema globalizzato… il processo di internazionalizzazione impone che i nostri Atenei diventino, per gli studenti e ricercatori stranieri, più attrattivi di quanto non siano attualmente. Attrattività che dovrà essere perseguita anche attraverso il miglioramento dei servizi di accoglienza, un’azione che deve vedere come attori primari le istituzioni locali, comuni, province e regioni, fortemente coinvolti per le loro competenze e per l’intreccio di interessi tra sviluppo della ricerca e del territorio” . E infine, la valutazione come strumento per il rilancio dell’autonomia universitaria e per assicurare un’attività formativa e una ricerca competitive e di elevato livello. “Sono profondamente convinto – dice Rossi – che l’autonomia degli Atenei sia un elemento fondamentale per lo sviluppo della formazione e della ricerca in ambito universitario… il nostro Ateneo ha avviato un sistema di valutazione interno, che tocca la formazione e la ricerca. Una strada non sempre facile che vuole un suo momento di sperimentazione e maturazione, ma che a regime rappresenterà il motore del processo di distribuzione interna delle risorse, stimolando le Facoltà e i Dipartimenti a fare sempre meglio”.
Poi la lezione magistrale del prof. Maurizio Cotrufo, ordinario di Chirurgia cardiaca alla Facoltà di Medicina, su ‘La ricerca multidisciplinare in cardiochirurgia: dall’ingegneria meccanica alla biologia molecolare’ che ripercorre la storia della Cardiochirurgia italiana dalle prime scoperte ai giorni nostri.
Nell’intervento di chiusura, il Ministro Nicolais definisce l’Università come “il luogo in cui la società tutta costituisce il suo futuro, un luogo dove si formano le coscienze, una risorsa sociale”. E l’Università di oggi deve essere “viva” ed offrire “ai giovani adeguati piani di lettura affinché colgano aspetti diversi. Abbiamo bisogno che tutte le forze politiche contribuiscano alla creazione di un mondo universitario aperto alla società”. Grande importanza al contesto comunitario intrecciato con la ricerca. “L’università italiana è intrinsecamente europea, e l’Europa dovrà investire in ricerca e innovazione… Università e ricerca sono luoghi chiave, le Regioni devono promuovere un sistema di ricerca che valorizzi il territorio. Dalla mia esperienza, deduco che è necessario costruire un disegno condiviso che faccia sinergia. Lo sforzo di integrare è un progetto politico che alimenta una società aperta con avanzamenti che non sono parziali ma complessivi…la valutazione delle attività deve essere un punto fermo su cui costruire i meccanismi di sistema”.
Maddalena Esposito
Poi la lezione magistrale del prof. Maurizio Cotrufo, ordinario di Chirurgia cardiaca alla Facoltà di Medicina, su ‘La ricerca multidisciplinare in cardiochirurgia: dall’ingegneria meccanica alla biologia molecolare’ che ripercorre la storia della Cardiochirurgia italiana dalle prime scoperte ai giorni nostri.
Nell’intervento di chiusura, il Ministro Nicolais definisce l’Università come “il luogo in cui la società tutta costituisce il suo futuro, un luogo dove si formano le coscienze, una risorsa sociale”. E l’Università di oggi deve essere “viva” ed offrire “ai giovani adeguati piani di lettura affinché colgano aspetti diversi. Abbiamo bisogno che tutte le forze politiche contribuiscano alla creazione di un mondo universitario aperto alla società”. Grande importanza al contesto comunitario intrecciato con la ricerca. “L’università italiana è intrinsecamente europea, e l’Europa dovrà investire in ricerca e innovazione… Università e ricerca sono luoghi chiave, le Regioni devono promuovere un sistema di ricerca che valorizzi il territorio. Dalla mia esperienza, deduco che è necessario costruire un disegno condiviso che faccia sinergia. Lo sforzo di integrare è un progetto politico che alimenta una società aperta con avanzamenti che non sono parziali ma complessivi…la valutazione delle attività deve essere un punto fermo su cui costruire i meccanismi di sistema”.
Maddalena Esposito