“Vorrei proprio che la squadra di pallavolo femminile giocasse nel Campionato Universitario Nazionale – dichiara Maura Montesano, studentessa di Veterinaria che pratica questo sport da 12 anni – Cercheremo di reclutare universitarie disponibili a partecipare e ne parleremo con l’allenatore Roberto Pasquale”. Al corso di pallavolo alcune ragazze sono fisse in campo, altre ruotano. “L’allenatore fa spesso cambi per farci giocare tutte”, spiega Claudia Arfè studentessa di Scienze Politiche, passata alla pallavolo dopo una lunga pratica agonistica nel tennis. Le due schiacciatrici affermano di riuscire a conciliare bene gli allenamenti con lo studio. “Aiuta la concentrazione – sostiene Claudia – Io non riuscirei mai a stare tutto il giorno in casa sui libri”.
Per Alfredo Varriale, neolaureato in Odontoiatria ed il fratello Salvatore, iscritto ad Economia, la palestra è il miglior modo per scaricare la tensione. “Facciamo fitness tutto l’inverno, poi nei mesi estivi preferiamo nuotare”, raccontano.
C’è poi chi, come le sorelle Carla e Roberta Traversari, dopo anni di fitness ha scoperto il pilates. “E’ rilassante, non stressa come l’aerobica, pur tonificando tutti i muscoli del corpo – afferma Carla – Ed è piacevole perché c’è una musica soft di sottofondo”. “Gli spogliatoi sono spettacolari – prende la parola Roberta – Ne usufruiamo solo noi del pilates e gli iscritti al corso di yoga.”
Tre i tanti entusiasti del corso di nuoto, degli istruttori e dei compagni di corsia, vi sono Alberto e Andrea Ferrigno, due fratelli che frequentano rispettivamente le lezioni di Ingegneria e Scienze Motorie. Una voce fuori dal coro è, invece, quella di Giampiero Gammino, che nuota da 12 anni e si è iscritto alla seconda laurea in Economia dopo aver terminato gli studi di Ingegneria Meccanica: “il parcheggio è ottimo, gli spogliatoi sono ampi mentre scarsa è la pulizia. E’ un impianto nuovo ma si sta deteriorando rapidamente per la manutenzione scadente”.
Contenta invece è Giulia Sgrosso, al terzo anno di Lingue al “Suor Orsola” che frequenta il corso di tennis per principianti: “mi sono iscritta al Cus ad ottobre. Le lezioni sono molto utili anche quando non sei seguito direttamente dall’istruttore”. I ragazzi vengono, infatti, divisi tra i vari campi e l’istruttore ne chiama ogni volta 4 o 5 a palleggiare con lui lasciando gli altri a giocare tra di loro. “Sbaglio sempre il rovescio. – ammette Maria Paola Saitta al III anno di Architettura – L’affluenza al corso varia in base alle sessioni d’esame e alle condizioni meteo”.
Fiammetta Manola, un’esile studentessa, va ad allenarsi portando in una gran busta di plastica trasparente un caschetto ed ingombranti protezioni per gli arti. “Faccio teakwondo – spiega – è ottimo per sfogare lo stress. E’ una disciplina antica, affascinante, non uno sport di moda o comunque attuale come può essere la box. Si basa molto sulla forza di volontà”. Il teakwondo è senz’altro uno sport più praticato dai ragazzi. Il rapporto tra uomini e donne al corso è di 8 a 2. Eppure l’istruttrice è una donna: Anna Numeroso. “E’ bravissima” assicura Fiammetta.
Prettamente maschile invece è la pallacanestro. Pierre Spadaro, un ventitreenne iscritto a Medicina, la pratica da quando era bambino. “Sì, da una vita – afferma dall’alto del suo 1.90 – ho iniziato dal minibasket. Ho giocato nei ruoli più disparati. Ero in promozione fino all’anno scorso poi ho dovuto smettere perché ormai lo studio non mi lascia più molto tempo libero”. A Pierre piace il fatto che il basket non sia uno sport praticato da molti: “chiunque può dar calci ad un pallone e forse anche palleggiare ma metter la palla nel canestro è tutta un’altra cosa.”, conclude con orgoglio. (Ma. Pi.)
Per Alfredo Varriale, neolaureato in Odontoiatria ed il fratello Salvatore, iscritto ad Economia, la palestra è il miglior modo per scaricare la tensione. “Facciamo fitness tutto l’inverno, poi nei mesi estivi preferiamo nuotare”, raccontano.
C’è poi chi, come le sorelle Carla e Roberta Traversari, dopo anni di fitness ha scoperto il pilates. “E’ rilassante, non stressa come l’aerobica, pur tonificando tutti i muscoli del corpo – afferma Carla – Ed è piacevole perché c’è una musica soft di sottofondo”. “Gli spogliatoi sono spettacolari – prende la parola Roberta – Ne usufruiamo solo noi del pilates e gli iscritti al corso di yoga.”
Tre i tanti entusiasti del corso di nuoto, degli istruttori e dei compagni di corsia, vi sono Alberto e Andrea Ferrigno, due fratelli che frequentano rispettivamente le lezioni di Ingegneria e Scienze Motorie. Una voce fuori dal coro è, invece, quella di Giampiero Gammino, che nuota da 12 anni e si è iscritto alla seconda laurea in Economia dopo aver terminato gli studi di Ingegneria Meccanica: “il parcheggio è ottimo, gli spogliatoi sono ampi mentre scarsa è la pulizia. E’ un impianto nuovo ma si sta deteriorando rapidamente per la manutenzione scadente”.
Contenta invece è Giulia Sgrosso, al terzo anno di Lingue al “Suor Orsola” che frequenta il corso di tennis per principianti: “mi sono iscritta al Cus ad ottobre. Le lezioni sono molto utili anche quando non sei seguito direttamente dall’istruttore”. I ragazzi vengono, infatti, divisi tra i vari campi e l’istruttore ne chiama ogni volta 4 o 5 a palleggiare con lui lasciando gli altri a giocare tra di loro. “Sbaglio sempre il rovescio. – ammette Maria Paola Saitta al III anno di Architettura – L’affluenza al corso varia in base alle sessioni d’esame e alle condizioni meteo”.
Fiammetta Manola, un’esile studentessa, va ad allenarsi portando in una gran busta di plastica trasparente un caschetto ed ingombranti protezioni per gli arti. “Faccio teakwondo – spiega – è ottimo per sfogare lo stress. E’ una disciplina antica, affascinante, non uno sport di moda o comunque attuale come può essere la box. Si basa molto sulla forza di volontà”. Il teakwondo è senz’altro uno sport più praticato dai ragazzi. Il rapporto tra uomini e donne al corso è di 8 a 2. Eppure l’istruttrice è una donna: Anna Numeroso. “E’ bravissima” assicura Fiammetta.
Prettamente maschile invece è la pallacanestro. Pierre Spadaro, un ventitreenne iscritto a Medicina, la pratica da quando era bambino. “Sì, da una vita – afferma dall’alto del suo 1.90 – ho iniziato dal minibasket. Ho giocato nei ruoli più disparati. Ero in promozione fino all’anno scorso poi ho dovuto smettere perché ormai lo studio non mi lascia più molto tempo libero”. A Pierre piace il fatto che il basket non sia uno sport praticato da molti: “chiunque può dar calci ad un pallone e forse anche palleggiare ma metter la palla nel canestro è tutta un’altra cosa.”, conclude con orgoglio. (Ma. Pi.)