Scarsa disponibilità? “Credo sia l’ultima persona di cui si possano dire queste cose”: il prof. Mariano Migliaccio risponde così agli studenti. Docente del Dipartimento di Meccanica per l’Energetica da trentacinque anni, il prof. Migliaccio sottolinea il suo impegno nel seguire i suoi studenti quotidianamente. “Sono sempre nel mio studio e ho una fila di studenti fuori la porta. Seguo dieci tesisti, quando ne potrei avere solo tre, e resto in Facoltà fino a tarda ora”.
Il corso di Motori a Combustione Interna, frequentato da circa 80 studenti della Triennale in Ingegneria Meccanica e da una decina della Specialistica in Ingegneria Meccanica per l’Energia e l’Ambiente, prevede lo studio da un manuale di circa 400 pagine e, spiega il professore, “non è facile avere un esame con un manuale di base a cui tutti possono attingere, senza bisogno di cercare appunti. Il problema è che il mio insegnamento forse è un po’ più difficile di altri ed, essendo a scelta, alcuni preferiscono non inserirlo nel piano di studi”.
Poca pratica, molta teoria: l’obiezione mossa alla Facoltà dagli studenti. “E’ quello che a volte dico di alcuni miei colleghi. Io, invece, provengo dalle fila dell’Istituto Motori del CNR e quindi la mia formazione è impostata molto sulla pratica. Con i laureandi e i laureati svolgiamo applicazioni praticamente dalla mattina alla sera! Il corso è l’occasione per studiare perché, naturalmente, senza le conoscenze non si può fare pratica”. Tanti gli ex allievi del professore che hanno trovato impiego presso aziende sulla base di collaborazioni e progetti svolti tramite la Facoltà. “Attualmente otto miei laureati, assunti dalla Dell’Orto di Milano, stanno lavorando presso l’Istituto Motori, svolgendo anche ricerca. Inoltre, tutti i miei studenti sono spinti a fare progetti in collaborazione con aziende di motori come la Marini o la stessa Dell’Orto, per i quali ricevono anche un certo compenso. Ultimamente abbiamo venduto due motori d’aereo per la cifra di 107.000 euro”. “Insegno ormai da tanti anni, sono prossimo alla pensione e devo dire che molti miei laureati, con alcuni dei quali mi tengo ancora in contatto, sono adesso importanti dirigenti d’azienda in tutta Italia”.
Il corso di Motori a Combustione Interna, frequentato da circa 80 studenti della Triennale in Ingegneria Meccanica e da una decina della Specialistica in Ingegneria Meccanica per l’Energia e l’Ambiente, prevede lo studio da un manuale di circa 400 pagine e, spiega il professore, “non è facile avere un esame con un manuale di base a cui tutti possono attingere, senza bisogno di cercare appunti. Il problema è che il mio insegnamento forse è un po’ più difficile di altri ed, essendo a scelta, alcuni preferiscono non inserirlo nel piano di studi”.
Poca pratica, molta teoria: l’obiezione mossa alla Facoltà dagli studenti. “E’ quello che a volte dico di alcuni miei colleghi. Io, invece, provengo dalle fila dell’Istituto Motori del CNR e quindi la mia formazione è impostata molto sulla pratica. Con i laureandi e i laureati svolgiamo applicazioni praticamente dalla mattina alla sera! Il corso è l’occasione per studiare perché, naturalmente, senza le conoscenze non si può fare pratica”. Tanti gli ex allievi del professore che hanno trovato impiego presso aziende sulla base di collaborazioni e progetti svolti tramite la Facoltà. “Attualmente otto miei laureati, assunti dalla Dell’Orto di Milano, stanno lavorando presso l’Istituto Motori, svolgendo anche ricerca. Inoltre, tutti i miei studenti sono spinti a fare progetti in collaborazione con aziende di motori come la Marini o la stessa Dell’Orto, per i quali ricevono anche un certo compenso. Ultimamente abbiamo venduto due motori d’aereo per la cifra di 107.000 euro”. “Insegno ormai da tanti anni, sono prossimo alla pensione e devo dire che molti miei laureati, con alcuni dei quali mi tengo ancora in contatto, sono adesso importanti dirigenti d’azienda in tutta Italia”.