Il bello di Agraria è che, se lo si vuole, permette di fare cose un po’ speciali, anche durante gli studi. Qualche esempio? Leggete qui.
“I pipistrelli dormono sugli alberi morti, che i forestali tagliano, e noi per proteggerli li abbiamo marcati, in modo da individuare i loro alberi”. Luciano Bosso, laureato triennale in Scienze Forestali e ambientali, iscritto alla Specialistica, è stato recentemente in Abruzzo per un’attività zoologica avente come protagoniste queste creature della notte che a molti stanno poco simpatiche. Il gruppo della Facoltà di Agraria metteva sul loro dorso delle piccole radio per seguirle. “Probabilmente svilupperò la mia tesi di laurea magistrale su questo argomento, ma ancora non ne sono sicuro”, dice Bosso, “nel frattempo ho cominciato a farmi un’idea. Da noi chiunque lo vuole può fare un’esperienza del genere, basta chiederlo al proprio docente. Un mio professore, Danilo Russo, lavora per il Parco Nazionale d’Abruzzo e mi ha dato quest’opportunità, ma anche altri offrono possibilità analoghe. Il prof. Mazzoleni sta cercando due studenti per una spedizione in Sri Lanka”. Tutto spesato? “Io in Abruzzo ero spesato. Spesso i ragazzi si lamentano perché le escursioni organizzate a spese dell’università sono poche. Dipende dal fatto che le cose che studiamo ad Agraria sono così interessanti da indurci a voler fare molte più attività esterne di quante l’università potrebbe permetterci. E’ la nostra curiosità che spesso ci spinge a volerci pagare da soli certi viaggi. Magari la Facoltà ne ha previsti 5, mentre noi vorremmo farne 150”. Luciano, che ha 25 anni ed è anche rappresentante degli studenti, ci racconta una storia un po’ particolare. Si è iscritto a Scienze Forestali e ambientali dopo essere stato per un periodo studente di Ingegneria. “Mi ero iscritto a Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, ma non ho trovato quello che cercavo. Sono passato a Scienze Forestali ed è cambiato tutto. La Facoltà di Agraria è eccezionale, i professori ti seguono da vicino, ti conoscono bene, si accorgono perfino se hai problemi personali. Quello che si fa qua è meraviglioso, si studia l’ecologia pura. E poi ti danno tutto e subito: testi, slide, appunti. Ti danno la possibilità non di studiare, ma di volare”. L’entusiasmo di Luciano si percepisce dal bel sito web di cui è curatore e su cui pubblica preziose informazioni e materiali didattici (www.scienzeforestali.unina.it). Una curiosità: “quando frequentavo Ingegneria c’era un collega che era stanco come me e voleva cambiare. Ho avuto la sorpresa di ritrovarlo a Scienze Forestali”.
“I pipistrelli dormono sugli alberi morti, che i forestali tagliano, e noi per proteggerli li abbiamo marcati, in modo da individuare i loro alberi”. Luciano Bosso, laureato triennale in Scienze Forestali e ambientali, iscritto alla Specialistica, è stato recentemente in Abruzzo per un’attività zoologica avente come protagoniste queste creature della notte che a molti stanno poco simpatiche. Il gruppo della Facoltà di Agraria metteva sul loro dorso delle piccole radio per seguirle. “Probabilmente svilupperò la mia tesi di laurea magistrale su questo argomento, ma ancora non ne sono sicuro”, dice Bosso, “nel frattempo ho cominciato a farmi un’idea. Da noi chiunque lo vuole può fare un’esperienza del genere, basta chiederlo al proprio docente. Un mio professore, Danilo Russo, lavora per il Parco Nazionale d’Abruzzo e mi ha dato quest’opportunità, ma anche altri offrono possibilità analoghe. Il prof. Mazzoleni sta cercando due studenti per una spedizione in Sri Lanka”. Tutto spesato? “Io in Abruzzo ero spesato. Spesso i ragazzi si lamentano perché le escursioni organizzate a spese dell’università sono poche. Dipende dal fatto che le cose che studiamo ad Agraria sono così interessanti da indurci a voler fare molte più attività esterne di quante l’università potrebbe permetterci. E’ la nostra curiosità che spesso ci spinge a volerci pagare da soli certi viaggi. Magari la Facoltà ne ha previsti 5, mentre noi vorremmo farne 150”. Luciano, che ha 25 anni ed è anche rappresentante degli studenti, ci racconta una storia un po’ particolare. Si è iscritto a Scienze Forestali e ambientali dopo essere stato per un periodo studente di Ingegneria. “Mi ero iscritto a Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, ma non ho trovato quello che cercavo. Sono passato a Scienze Forestali ed è cambiato tutto. La Facoltà di Agraria è eccezionale, i professori ti seguono da vicino, ti conoscono bene, si accorgono perfino se hai problemi personali. Quello che si fa qua è meraviglioso, si studia l’ecologia pura. E poi ti danno tutto e subito: testi, slide, appunti. Ti danno la possibilità non di studiare, ma di volare”. L’entusiasmo di Luciano si percepisce dal bel sito web di cui è curatore e su cui pubblica preziose informazioni e materiali didattici (www.scienzeforestali.unina.it). Una curiosità: “quando frequentavo Ingegneria c’era un collega che era stanco come me e voleva cambiare. Ho avuto la sorpresa di ritrovarlo a Scienze Forestali”.
Un Bone Bone
a Parigi
a Parigi
Il loro Bone Bone, una specie di Kinder fetta al latte a forma di osso, viaggerà fino a Parigi per partecipare al Trophelia Europa, un concorso indetto da un ente che si occupa di innovazione alimentare. Gli inventori della nuova merendina sono otto studenti del Corso di Laurea magistrale in Alimenti e salute (biennio che col nuovo ordinamento è stato lievemente modificato e si chiamerà Scienze degli alimenti e nutrizione, afferente al triennio in Tecnologie alimentari, ndr), che con le due ossute fette di pan di Spagna ripiene di una crema a base di yogurt hanno già vinto il primo premio del Trophelia Italia, ben 3.000 euro. Assunta Siani, 27 anni, un esame e la tesi al traguardo finale, fa parte del team. “Abbiamo puntato sulla salubrità del prodotto”, spiega, “che si contrappone alle merendine per bambini ricche di grassi. La crema, infatti, è arricchita con microrganismi probiotici selezionati”. Ilario Mennella, 24 anni, anche lui membro del gruppo, è emozionato per la seconda prova sul campo europeo. “Il 20 ottobre saremo alla Fiera alimentare di Parigi e stavolta non basterà presentare il prototipo, cioè il dossier tecnico del prodotto, come è avvenuto per il concorso nazionale, ma dovremo portare fisicamente il Bone Bone alla giuria. Ci saranno 13 nazioni, ciascuna con il proprio prodotto innovativo”. Sotto la guida del supervisore, il prof. Vincenzo Fogliano, Presidente del Corso di Laurea, i ragazzi cureranno tutti gli aspetti della merendina, dalla lavorazione degli ingredienti al packaging. Anche la scelta del nome è stata particolarmente curata. Bone Bone viene fuori da un gioco di parole, un incrocio tra “cioccolatino” e il sostantivo inglese “bone”, che significa osso.