Una Facoltà, due anime e il Preside si dimette

E’ trascorso poco più di un mese dalle dimissioni del preside della Facoltà di Giurisprudenza, prof. Salvatore Vinci, la cui carica sembra essere più sospesa che abbandonata. Il professore non esclude di rimettersi alla guida della facoltà, ma soltanto all’esito di un’elezione che sia il frutto di un processo chiarificatore. Spiega: “le mie dimissioni nascono dal fatto che la facoltà sta attraversando un periodo di crescita che ha portato a fibrillazioni che superano il livello normale. A un certo punto ho capito di non essere più in grado di controllarle. Sentivo di non godere più del consenso della facoltà”. Non una lettera ufficiale ai docenti ma una comunicazione durante il Consiglio di Facoltà dei primi di febbraio è stato il mezzo prescelto dal prof. Vinci per portare i colleghi a conoscenza della sua decisione. Ma cosa intende per fibrillazioni e quali scenari si aprono adesso dinanzi alla facoltà di Nola? “Per rispondere a questa domanda devo partire dall’inizio, cioè dal fatto che la nostra è una facoltà atipica nel panorama nazionale, con i suoi tre corsi di laurea: Scienze giuridiche, Economia aziendale e Scienze dell’amministrazione. Per restare alle vicende più recenti, ricorderò che all’inizio dell’anno è stata approvata una delibera con la quale si proponeva l’attivazione della specialistica anche per il corso di Economia aziendale, che non l’aveva. Ciò ha aperto un contrasto tra le diverse anime della facoltà”. Quella giuridica e quella economica? “Non solo. Va considerato che la componente giuridica ha in sé a sua volta diverse anime: quella di diritto positivo, quella storica, quella filosofica. C’è chi ha ritenuto che l’area economica stesse crescendo un po’ troppo”. La specialistica per Economia aziendale è poi stata attivata? “Certo, partirà l’anno prossimo. Al contempo abbiamo anche formalizzato la presenza delle due diverse componenti della facoltà, creando due aree disciplinari, una giuridica e una economico-aziendale. A quest’ultima afferiscono i corsi di Scienze dell’amministrazione e di Economia aziendale. Sono stati eletti i presidenti di corso di laurea, che prima non avevamo, e in più si stava discutendo di una governance che tenesse conto di queste novità, una sorta di giunta di Facoltà in cui si preparasse il lavoro per il Consiglio. Pensavo anche a una Commissione didattica unica. Poi mi sono reso conto che le mie idee non erano condivise e l’ho reso noto dimettendomi”. Cosa accadrà nell’immediato futuro? “Spero che ci sia un processo di chiarificazione che si concluda con le elezioni. Il mio mandato sarebbe scaduto il 31 ottobre 2008, si tratta di anticipare la consultazione di circa un anno e mezzo”. Il Rettore Ferrara ha chiesto al prof. Vinci di ritirare le dimissioni, ma senza successo. “Il rettore mi ha espresso fiducia e appoggio e io gliene sono grato. Ma per me è preliminare il consenso della facoltà. Tra l’altro ci sono state anche le dimissioni del prof. Giorgio Meo, docente di Diritto commerciale e presidente del Corso di Laurea in Scienze giuridiche”. Eppure sono molti i docenti che danno per scontata la rielezione del prof. Vinci. “Non ho fiducia nelle previsioni elettorali in genere. L’unica cosa che mi preme è che ci si chiarisca nell’ambito di un procedimento elettorale perché chiunque sia eletto parta dall’attuale configurazione della facoltà, con due aree che non si contrappongono ma partecipano ad un disegno comune. Non si può non partire da queste premesse”. E se invece non si trovasse accordo su questa configurazione? “Allora bisognerebbe prenderne atto e ripensare il disegno. Io però non assumerei la guida di una facoltà diversa, perché credo nel disegno attuale. E’ inutile che i professori mi dicano che nel resto d’Italia le facoltà giuridiche funzionano diversamente, perché la nostra facoltà ha delle particolarità legate alla localizzazione in un territorio dove da un lato c’è il tribunale e dall’altro ci sono numerose realtà produttive. Secondo me il nostro bacino d’utenza fa sì che ci sia spazio sia per l’anima giuridica che per quella economica”. Qual è la sua idea di università? “Nell’università tutto deve essere fatto per gli studenti e anche le strutture organizzative devono rispondere alle esigenze del mondo studentesco. Non vedo di buon occhio gli organismi autoreferenziali, come si capisce dalla mia decisione”. 
Sara Pepe
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