Da cosa nasce la candidatura? “Dal senso di responsabilità di fronte ad una situazione di declino. Declino che c’è in Italia, ma ancor di più in Campania; dalla sofferenza che esprimono i giovani, nella scuola e poi nell’Università. Per dare maggiori speranze e un futuro migliore ai nostri ragazzi”. I motivi della discesa in campo del prof. Sergio Vetrella, 60 anni, professore ordinario di Impianti Aerospaziali alla Facoltà di Ingegneria dell’Università Federico II, Presidente del CIRA, il Centro di Ricerche Aerospaziali di Capua, da 8 anni, dal 1999, per 5 anni Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, rappresentante dell’Italia nell’Agenzia Spaziale Europea, per 5 anni Presidente dell’EARSEL, l’Ente dei Laboratori di Telerilevamento con sede a Parigi, che raggruppa 26 nazioni; membro nominato dalla Nasa, dello Science Team della missione spaziale Cassini, sonda interplanetaria inviata su Saturno.
“Le persone che ritengono di avere capacità ed etica debbono impegnarsi a creare le condizioni per invertire la rotta”, afferma. Le colpe del declino? “Di molti. Delle leggi recenti sulla scuola e l’Università, dei ministeri che hanno pensato di far nascere Corsi di Laurea a costo zero, che hanno appiattito tutto verso il basso per fare un discorso solo di numeri, fintamente comunista, ma che in realtà ha penalizzato tutti”. “Come tecnico ho vissuto con grande disagio questi ultimi anni di Università, senza neppure poter dare garanzie ai giovani ricercatori bravi”. “In Campania, poi, siamo in una situazione di decrescita, nonostante i tanti soldi spesi – male -. Non per produrre progettualità e lavoro dignitoso per i giovani di livello mondiale – che stiamo comunque continuando a formare nelle nostre Università – non per essere meglio attrezzati in una competizione che è mondiale, con l’India che compete per il primato”. “Amo il lavoro che ho fatto finora, quello di professore universitario, ma oggi necessita combattere per il futuro dei nostri giovani”. L’utilità del mondo universitario in politica? “Occorre un approccio tecnico-scientifico nella politica e nelle Istituzioni, per voltare pagina, con obiettivi da individuare e realizzare in tempi brevi”. “Sono contrario allo stipendio unico, uguale per tutti, che non premia le competenze, che ha portato all’appiattimento verso il basso, disincentivando le competenze. Chi lavora non può essere messo alla pari con chi non ha lavoro o non ha competenze”. “Bisogna tornare all’etica e ad una rinnovata educazione civica, da insegnare come disciplina scolastica obbligatoria, per far crescere il senso civico. Solo così cresceremo tutti”. “Dopo le pari opportunità tra uomo e donna, e in politica, occorre una pari opportunità anche sui media, tra notizie positive e negative, perché la vita non è solo negatività e le colpe della situazione attuale sono anche dei media”. “L’etica e lo studio del rispetto delle leggi nella scuola, debbono essere una priorità”. Competenze in politica. “Il mondo accademico credo sia fondamentale nella politica. Anzi, io ho peccato di assenza, per amore del mio lavoro. Necessita, invece, un contributo ed un approccio, tipici del mondo della conoscenza e dei tecnici per il miglioramento della società. Così sull’ambiente, sull’energia, sull’economia, c’è bisogno di persone competenti, per crescere tutti”. L’Università. “Deve uscire dal proprio isolamento ed essere più efficiente ed efficace all’esterno, anche per far sentire più forte la voce dell’Università nei centri decisionali”. Da un mese non è presente alle manifestazioni pubbliche del CIRA. Perché? “Per una mia idea di correttezza, per non esporre il CIRA a critiche o a danni, visto che ha rapporti con grandi aziende ed enti locali e internazionali”. Che tipo di campagna elettorale sta effettuando? “Mi sto muovendo molto. Il momento è talmente difficile per il Paese che le persone debbono rendersi conto che l’assenza dal voto e dalla politica ci ha portato alla situazione in cui ci troviamo. Dunque, il primo obiettivo è ridare fiducia e riportare la gente alla politica”. N.9 al Senato per il PDL, quali temi porterà in Parlamento, in caso di elezione (praticamente già certa)? “Università e ricerca, e l’innovazione nelle imprese. Unici settori che possono far crescere il Paese”. Reazioni dal mondo accademico alla sua candidatura? “Molti hanno compreso il sacrificio: il distacco dall’Università, dalla ricerca, dal CIRA. Mondi a cui sono molto legato”. (P.I.)
“Le persone che ritengono di avere capacità ed etica debbono impegnarsi a creare le condizioni per invertire la rotta”, afferma. Le colpe del declino? “Di molti. Delle leggi recenti sulla scuola e l’Università, dei ministeri che hanno pensato di far nascere Corsi di Laurea a costo zero, che hanno appiattito tutto verso il basso per fare un discorso solo di numeri, fintamente comunista, ma che in realtà ha penalizzato tutti”. “Come tecnico ho vissuto con grande disagio questi ultimi anni di Università, senza neppure poter dare garanzie ai giovani ricercatori bravi”. “In Campania, poi, siamo in una situazione di decrescita, nonostante i tanti soldi spesi – male -. Non per produrre progettualità e lavoro dignitoso per i giovani di livello mondiale – che stiamo comunque continuando a formare nelle nostre Università – non per essere meglio attrezzati in una competizione che è mondiale, con l’India che compete per il primato”. “Amo il lavoro che ho fatto finora, quello di professore universitario, ma oggi necessita combattere per il futuro dei nostri giovani”. L’utilità del mondo universitario in politica? “Occorre un approccio tecnico-scientifico nella politica e nelle Istituzioni, per voltare pagina, con obiettivi da individuare e realizzare in tempi brevi”. “Sono contrario allo stipendio unico, uguale per tutti, che non premia le competenze, che ha portato all’appiattimento verso il basso, disincentivando le competenze. Chi lavora non può essere messo alla pari con chi non ha lavoro o non ha competenze”. “Bisogna tornare all’etica e ad una rinnovata educazione civica, da insegnare come disciplina scolastica obbligatoria, per far crescere il senso civico. Solo così cresceremo tutti”. “Dopo le pari opportunità tra uomo e donna, e in politica, occorre una pari opportunità anche sui media, tra notizie positive e negative, perché la vita non è solo negatività e le colpe della situazione attuale sono anche dei media”. “L’etica e lo studio del rispetto delle leggi nella scuola, debbono essere una priorità”. Competenze in politica. “Il mondo accademico credo sia fondamentale nella politica. Anzi, io ho peccato di assenza, per amore del mio lavoro. Necessita, invece, un contributo ed un approccio, tipici del mondo della conoscenza e dei tecnici per il miglioramento della società. Così sull’ambiente, sull’energia, sull’economia, c’è bisogno di persone competenti, per crescere tutti”. L’Università. “Deve uscire dal proprio isolamento ed essere più efficiente ed efficace all’esterno, anche per far sentire più forte la voce dell’Università nei centri decisionali”. Da un mese non è presente alle manifestazioni pubbliche del CIRA. Perché? “Per una mia idea di correttezza, per non esporre il CIRA a critiche o a danni, visto che ha rapporti con grandi aziende ed enti locali e internazionali”. Che tipo di campagna elettorale sta effettuando? “Mi sto muovendo molto. Il momento è talmente difficile per il Paese che le persone debbono rendersi conto che l’assenza dal voto e dalla politica ci ha portato alla situazione in cui ci troviamo. Dunque, il primo obiettivo è ridare fiducia e riportare la gente alla politica”. N.9 al Senato per il PDL, quali temi porterà in Parlamento, in caso di elezione (praticamente già certa)? “Università e ricerca, e l’innovazione nelle imprese. Unici settori che possono far crescere il Paese”. Reazioni dal mondo accademico alla sua candidatura? “Molti hanno compreso il sacrificio: il distacco dall’Università, dalla ricerca, dal CIRA. Mondi a cui sono molto legato”. (P.I.)