“A 4-5 anni dalla laurea il 100 per cento dei nostri laureati lavora”

Ha un’anima fortemente interdisciplinare, in un connubio tra chimica, materiali, bioingegneria e discipline che si occupano della produzione manifatturiera, il Dipartimento di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale (DICMaPI). Ne è Direttore il prof. Luigi Carrino, ordinario di Tecnologie e Sistemi di Lavorazione, fondatore e direttore di numerosi centri e laboratori di ricerca, come il Cira (Centro Italiano Ricerche Aerospaziali) di Capua, oggi Presidente del Dac (Distretto aerospaziale della Campania).
Due i Corsi di Laurea Triennale che incardina, la cui sede è Piazzale Tecchio, Ingegneria Chimica e Scienza e Ingegneria dei Materiali; seguiti dai corrispondenti percorsi Magistrali e dalla Magistrale in lingua inglese in Industrial Bioengineering. A presentare le due Triennali, la prof.ssa Almerinda Di Benedetto, Vice Direttrice del Dipartimento. Ad Ingegneria Chimica “si studiano le trasformazioni chimiche, biochimiche e fisiche per sviluppare prodotti mediante processi chimici nel rispetto della sostenibilità ambientale e della sicurezza industriale, a servizio delle imprese e della ricerca di frontiera”. A Scienza e Ingegneria dei Materiali “ci si occupa dello sviluppo di materiali per un mondo più sostenibile, dalla scala atomica alla produzione industriale, con competenze trasversali, a servizio delle imprese e della ricerca di frontiera”. 
Passione per le discipline scientifiche come Matematica, Fisica e Chimica, forza di volontà e dedizione sono dei must che una matricola deve assolutamente possedere: “L’inizio è sempre difficile poiché il passaggio dalla classe scolastica all’aula universitaria richiede un cambio di mentalità nonché la capacità di adattarsi a nuove modalità di didattica”. Il primo anno “dei Corsi di Studio in Ingegneria è simile e il punto più critico è rappresentato quasi sempre dall’esame di Analisi. Superato questo, però, i ragazzi proseguono il loro percorso con minori difficoltà”. Con il secondo anno, poi, ci si avvicina “alle singole Ingegnerie e si presentano le discipline specifiche”. Questo è il momento in cui, generalmente, si accende l’entusiasmo dello studente poiché “entra realmente nel vivo del Corso che ha scelto. Un esempio per Ingegneria Chimica, lo studio dei reattori chimici, dei processi chimici; per Scienza e Ingegneria dei Materiali, lo studio delle proprietà dei materiali e come questi si comportano. Quando l’interesse prende vita è più facile appassionarsi a quell’insegnamento, studiare e superare l’esame”. Sacrificio è una parola chiave: “Bisogna studiare almeno otto ore al giorno, con costanza e tutti i giorni, come a scuola. Inoltre, è fondamentale, quando si ha una difficoltà, rivolgersi immediatamente al docente e chiedere spiegazioni. Ci sono anche le attività di tutoraggio fatte da dottorandi e che possono offrire un supporto, ad esempio, sulle materie di base come Analisi Matematica e Fisica”. Altrettanto importante la componente pratica delle attività didattiche: “Dalla fine del secondo anno si comincia ad entrare nei laboratori. Gli ingegneri chimici svolgono attività di laboratorio informatico dove imparano a progettare i processi chimici al calcolatore e poi entrano nei laboratori a svolgere attività sperimentale. Gli ingegneri dei materiali fanno prove di sviluppo, produzione e test di materiali”. Questi sono i primi approcci: “Ci sono anche degli insegnamenti che hanno una piccola parte teorica e sono svolti quasi interamente in laboratorio. Si tratta per lo più degli insegnamenti a scelta autonoma, che hanno un numero relativamente basso di studenti. Il vero, importante ingresso in laboratorio, comunque, si fa con la tesi della Magistrale quando i ragazzi sono coinvolti in attività di ricerca”. Quanto alle prospettive occupazionali, queste sono piuttosto incoraggianti, dal momento che “a 4 – 5 anni dalla Laurea Magistrale il 100% dei nostri laureati lavora. La loro collocazione è ad ampio spettro poiché, oltre a delle competenze specifiche, hanno una forma mentis tarata sul problem solving tale da poter lavorare in campi differenti. Ci sono alcuni nostri laureati, ad esempio, che si sono inseriti nell’alta finanza o nel marketing, in posizioni e ambienti diversi da quello per cui hanno studiato, ma dove riescono a fare carriera”. Alcuni settori di punta sono “quelli dell’energia, della farmaceutica, l’agroalimentare, il settore dei materiali, dei detergenti, la cosmetica, ma anche il settore della sicurezza industriale, delle tecnologie ambientali e delle biotecnologie industriali e mediche”. Qualche esempio concreto: “Nostri laureati sono collocati in aziende come DuPont, Procter & Gamble, Unilever”. C’è grande desiderio, intanto, di ritornare alla didattica in presenza “cosa a cui teniamo molto poiché noi siamo una comunità. Il nostro Dipartimento offre agli studenti servizi come la Biblioteca Massimilla, nella quale i ragazzi trascorrono sempre molto tempo a studiare, una sala calcolo per attività di modellazione matematica e di studio al calcolatore e aule comuni".
 
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