Cambio al vertice della Scuola, le priorità da mettere in agenda secondo gli studenti

Potenziamento dell’interattività della didattica, in presenza o a distanza, valorizzazione e incremento dell’attività pratica, interventi di ristrutturazione e ammodernamento tecnologico delle strutture, internazionalizzazione. In occasione del cambio al vertice della Scuola di Medicina e Chirurgia, studenti e rappresentanze studentesche si esprimono sui punti di forza, suggerendo e consigliando la direzione in cui la Scuola, di concerto con tutti gli organi di cui si compone, dovrebbe muoversi nel prossimo futuro anche in considerazione del tanto desiderato ritorno alla normalità.
La platea studentesca è concorde nell’apprezzamento della qualità del corpo docente così come degli sforzi compiuti per garantire il pieno svolgimento delle attività didattiche nonostante la pandemia. “Seppure con qualche difficoltà iniziale, è stata trovata la migliore soluzione nel minore tempo possibile. L’efficienza della didattica non è stata intaccata garantendo, quindi, agli studenti un alto livello di preparazione – comincia Augusto Minieri (ultimo anno di Medicina e Chirurgia) – Il corpo docente ha fatto un gran lavoro e dobbiamo considerare che i nostri professori sono sia insegnanti che medici”. Da potenziare, l’attività pratica, poiché c’è differenza tra sapere e saper fare. “Gli studenti di Medicina italiani, si sa, sono molto bravi nella teoria, ma difettano nella pratica – prosegue – Al terzo anno, ad esempio, abbiamo Medicina di Laboratorio che prevede alcuni tirocini pratici in cui si impara a leggere il vetrino, si fa una prova con il braccio robotico. Sono cose che si provano un giorno, una volta, e che dovrebbero essere incrementate così come si dovrebbe puntare di più anche sull’esperienza nei reparti e viverli più da medico”. Una formazione di questo genere “è certamente delicata ed è da implementarsi gradualmente e nel corso degli anni. Alla Specialistica poi impari tutto, ma arrivare con alcune cose già acquisite è meglio”. 
Odontoiatria “in reparto si va come secondo operatore”
Sulla stessa lunghezza d’onda Matteo Cafasso (nella Commissione Paritetica del Dipartimento di Neuroscienze e Scienze Riproduttive ed Odontostomatologiche) che chiede più attività sul campo per il Corso in Odontoiatria e Protesti Dentaria. “Il sesto anno è proprio dedicato ai tirocini. Tuttavia in reparto si va come secondo operatore o semplicemente come osservatore mentre, in altre università, gli studenti hanno addirittura anche i loro pazienti. E la pandemia, purtroppo, ci ha dato il colpo di grazia come sto sperimentando proprio questo semestre”. Un ultimo invito, riguardante l’edificio 14, sede degli aspiranti odontoiatri: “Bisognerebbe investire nell’acquisto di nuovi riuniti – le apparecchiature che comprendono i vari strumenti che utilizza il dentista – e strumenti, dai compositi ai fili di sutura”. Una proposta per innovare la didattica e renderla più smart e al passo con i tempi arriva dal futuro camice bianco Mario Cirillo (rappresentante nel Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia): “La didattica a distanza è, in sostanza, uguale a quella in presenza. Nel senso che c’è il professore che spiega, che legge il testo o le slide. Potrebbero proporre anche qualcosa di più come l’uso di programmi o piattaforme per rendere lo studio un po’ più interattivo. E questo è un suggerimento valido sempre, anche quando saremo tornati in aula”. Un esempio: “Quando ho sostenuto l’esame di Anatomia ho utilizzato un programma per la realtà aumentata che permetteva di sezionare organi, muoverli, ruotarli. Se diventasse parte integrante del programma darebbe una visione più concreta della disciplina rispetto al libro bidimensionale”. Questi supporti potrebbero aiutare “anche nella comprensione della struttura del farmaco, quando si affronta questo esame. Così come ci sono tanti materiali multimediali utili che mostrano, ad esempio, le procedure mediche che andiamo a studiare. Tanti insegnamenti, non solo del nostro Corso, potrebbero trarre beneficio dall’impiego smart della tecnologia”. 
Capitolo strumentazioni e dotazioni tecnologiche. “Che abbiamo ma che talvolta sono impiegati poco – specifica Simone Magelli (membro del Consiglio della Scuola) – La Scuola, ad esempio, ha comprato un tavolo anatomico. È stato montato e presentato, ma non impiegato per la didattica. Altro strumento utile è un’aula multimediale nell’edificio 6, collegata con le sale operatorie di chirurgia generale e dove ci sarebbe un bel da fare lezioni interattive. Forse siamo nel campo delle Scuole di Specializzazione qui, ma impiegare queste dotazioni anche un po’ per le nostre lezioni non sarebbe una cattiva idea”. Simone immagina anche “una Scuola di Medicina e Chirurgia 2020, accessibile a tutti. Ci vorrebbe un’applicazione che connetta gli studenti alla Scuola, che ne pubblicizzi tutte le attività, che sono tante, e permetta di tenere insieme tutte le informazioni utili”. Tra gli ultimi eventi più interessanti, “un paio di webinar sul rapporto tra università e Covid in cui sono intervenuti anche il prof. Califano e il Rettore”. Continua Pasquale Bufalino, sesto anno di Medicina e Chirurgia (ex consigliere di Scuola, ora nel Consiglio di Ateneo): “Incremento dei servizi informatici, potenziamento della rete wireless con cablaggio LAN previsto in tutte le aule, proiettori più efficienti. Con l’organizzazione della didattica blended c’è stato un passo avanti in questa direzione e ora non resta che monitorarne la tenuta”. Il vero test si potrà fare “solo, appunto, con il ritorno alla normalità. Durante l’emergenza si è partiti dalle criticità più evidenti, ora bisogna andare in questa direzione”. 
Sedie rotte e bagni sporchi
Ci sono questioni, poi, su cui gli studenti si concentrano da tempo. “Le strutture – prosegue Pasquale – Ad esempio, in molte aule del Policlinico, a volte, era difficile seguire perché le sedie erano rotte, mancavano o non avevano le tavolette d’appoggio. Ora che gli studenti seguono da casa, magari, si potrebbe intervenire a correggere questi difetti prima che si rientri tutti”. Altra nota critica sono “i bagni, soprattutto quelli dell’edificio 20, in cui mancano la carta, il sapone. Non sono per nulla puliti e questo è mortificante sia per noi studenti che per i pazienti, dal momento che i servizi igienici sono condivisi con loro. Il problema andrebbe considerato tanto dalla Scuola che dall’Azienda Ospedaliera”. Molto apprezzata è anche la biblioteca, che si trova nell’edificio 20: “È un servizio che funziona davvero bene – commenta Noemi Pollola (rappresentante del Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia) – Sono gli stessi studenti spesso a fornire testi o avanzare proposte di acquisto di nuovi materiali. Chi si occupa della biblioteca è efficiente e provvede all’aggiornamento”. È stata sottolineata altre volte,“anche la carenza di spazi studio. Un’aula doveva essere ristrutturata e aperta nell’edificio 20. I lavori dovrebbero anche essere terminati, ma a causa dell’emergenza non se ne è più parlato. Nell’edificio 20 abbiamo due aule studio, altri punti studio sono in vari edifici, ma noi siamo davvero tanti”. Altra proposta avanzata alla Scuola pre-emergenza, “era un punto ristoro in cui gli studenti potessero consumare un pranzo al sacco. In mensa naturalmente non si può, al momento oltretutto la convenzione per la mensa è stata anche sospesa. In teoria non si potrebbe mangiare neanche sotto i gazebo all’esterno o nelle aule studio. Qualche volta, quando si poteva, si mangiava sui prati che sono belli e curati”. Uno spazio dove creare questa sala “era stato individuato, nell’edificio 2, nella vecchia segreteria degli specializzandi che era stata trasferita”. Noemi si sofferma anche sul tema dell’internazionalizzazione immaginando, con un pieno ritorno alla normalità, “magari un aumento delle borse Erasmus. I nostri studenti sono sempre felici di andare fuori per fare nuove esperienze”. Lo stesso suggerimento arriva anche da Yasith Wanniachchi che da Biotecnologie per la Salute è approdato a Medicina (per cui è un referente non eletto): “Su Biotecnologie le borse sono sempre state sufficienti, forse si potrebbero aumentare un po’ per Medicina. Sono sicuro che farebbe piacere agli studenti potenziare, in merito alle scelte, anche qualche meta extraeuropea. Ma ci rendiamo conto che non è questo il momento di parlarne”. Una questione su cui Yasith sottopone l’attenzione, “ma che so non dipendere dalla Scuola, è il trasporto. Il collegamento c’è, grazie alla linea 1 o ai pullman. Tuttavia, le corse potrebbero essere più frequenti. Quando sarà il momento, si potrebbe investire in un potenziamento del trasporto”.
 
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