Carriera internazionale: i consigli del prof. Mastroianni, Giudice della Corte Europea

Un’ottima conoscenza dell’inglese, un percorso di studi ben direzionato, qualche esperienza oltre confine. E, ovviamente, tanta determinazione. I consigli del prof. Roberto Mastroianni, Giudice del Tribunale della Corte di Giustizia dell’Unione Europea dall’agosto del 2019, ordinario di Diritto dell’Unione Europea al Dipartimento di Giurisprudenza, nomina arrivata dopo 25 anni di attività universitaria (“Ho lasciato temporaneamente l’insegnamento – è in aspettativa fino al 2025 – che ho svolto con dedizione per tanti anni”), agli studenti che sognano nel proprio futuro una carriera internazionale. Il docente era già stato in passato presso la Corte di Lussemburgo: “Tra il 1997 e il 2000, sono stato il referendario dell’avvocato generale Giuseppe Tesauro, lavorando con lui alla Corte di Giustizia. Negli anni ho sempre tenuto vivi i contatti, spesso durante il corso di Diritto dell’Unione Europea ho portato gli studenti al Parlamento europeo per coinvolgerli in un’esperienza di respiro internazionale”. Da professore a Giudice: “La materia trattata è la stessa, applico semplicemente le regole, e lo studio è diventato operativo. Ciò che uno studia da ragazzo è un punto di partenza per svolgere, poi, in futuro se si vorrà, il ruolo di giudice”. Il Dipartimento federiciano,sottolinea il prof. Mastroianni, “rispetto al passato, offre la possibilità di scegliere percorsi di interesse, quelli più adatti alla propria vocazione. Uno di questi indirizzi attiene proprio al diritto internazionale”. Un primo passo per avvicinarsi a questo mondo, poi “ci sono i corsi di perfezionamento promossi dall’università, e convenzioni che attuano uno ‘scambio’ fra laureati’. Le opportunità ci sono, basta perseguire con dedizione un determinato interesse”. È indispensabile “acquisire durante gli anni universitari, preferibilmente anche prima, la conoscenza della lingua inglese”. Il Diritto dell’Unione Europea, sottolinea, “è una materia fondamentale anche per chi volesse affacciarsi ad un profilo professionale tradizionale. Oramai parliamo di norme che si applicano quotidianamente nel sistema giuridico italiano e a qualunque professione”. Naturalmente occorre “essere motivati. La motivazione fa superare qualsiasi difficoltà. Un giurista deve essere determinato e deve imparare a confrontarsi con mondi diversi. Consiglio sempre di uscire dalla propria comfort zone e aprirsi alle prospettive verso altri Paesi”. Vent’anni di insegnamento a Napoli (“prima da associato e poi da ordinario”) alla Federico II: “ho trovato studenti straordinari, i ragazzi di Napoli sono uno stimolo a migliorarsi, a proporre sempre cose nuove. Studenti curiosi che mi hanno fatto veramente stare bene”. Al docente manca tanto il contatto con gli allievi, così “ogni tanto mi faccio ospitare da qualche collega per rientrare in aula, chiacchierare con gli studenti. Ma dopo tanti anni era anche giusto cambiare e trovare nuovi stimoli”. Quando ritorna fra le aule universitarie, racconta in cosa consiste il suo nuovo ruolo. “Gli studenti vogliono conoscere il mio lavoro e cosa faccio praticamente, sapere come funziona la Corte e com’è lavorare presso l’Ufficio del Giudice. Spesso mi chiedono se c’è possibilità di svolgere stage di breve durata. Devo dire che non è difficile, con una buona preparazione in lingua inglese, dopo laurea effettuare uno stage o un tirocinio presso i diversi uffici della Corte. Altra cosa è trovare un lavoro duraturo, la possibilità c’è, solo che diventa più complicato fare carriera”.
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