Caterina, matricola ad Ingegneria Informatica, vince la borsa di studio Stem

L’incentivo, messo a disposizione da Intesa San Paolo, ha l’obiettivo di  incoraggiare l’iscrizione delle ragazze a Corsi di Studio in materie STEM

Si definisce una studentessa perfezionista e meticolosa, perché nel suo studio non lascia nulla di inesplorato, ma anche una curiosa che, proprio come una bambina che sta scoprendo il mondo per la prima volta, non smette mai chiedersi il perché delle cose. Perfezionista, meticolosa e curiosa, tre aggettivi non casuali che descrivono la personalità vivace e ambiziosa di una giovane abituata ad analizzare e catalogare il mondo attraverso gli occhi della Matematica e che, con questa, sente di poter andare lontano. Vent’anni, matricola di Ingegneria Informatica, così si presenta Caterina Condurro, la vincitrice della borsa di studio STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) conferita da Intesa Sanpaolo.

La telefonata di Ateneapoli la raggiunge proprio mentre è a Monte Sant’Angelo per la consegna di alcuni documenti relativi al premio. 15mila euro, una bella somma che Intesa Sanpaolo – nell’ambito di un progetto di cooperazione con l’Ateneo – ha messo a disposizione di una matricola STEM nelle tre annualità di Corso per favorirne la carriera. “Sono molto felice – esordisce – Vorrei sfruttare questa borsa per acquisire certificazioni di lingua e di informatica in modo da potenziare ulteriormente il curriculum di studi. Sento il bisogno di ampliare i miei orizzonti: dopo la Triennale mi piacerebbe provare a proseguire il percorso fuori Napoli e devo essere preparata”. Requisito per l’ottenimento della borsa era un alto voto di maturità: Mi sono diplomata con 100 e lode al Liceo Pimentel Fonseca di Napoli, indirizzo Scienze Applicate. Ho sempre amato le discipline scientifiche, meno le materie teoriche, ed ecco perché ho scelto Ingegneria, in particolare Informatica. Avevo deciso che questa sarebbe stata la mia strada sin dal terzo anno di liceo, quando avevo cominciato a raccogliere informazioni sulle Università. Sono un tipo precoce, lo so!”, scherza. Alla Federico II, in eredità della scuola, ha portato una mente analitica, allenata al ragionamento logico: “Mi sta aiutando molto. Il tipo di studio che richiede l’Università è diverso, molto più approfondito. Ad Ingegneria abbiamo dei libroni pieni di formule da affrontare che vanno studiati in maniera filosofica, chiedendosi il perché di quanto leggiamo. Dobbiamo andare oltre la semplice definizione o la formula con cui si risolve il problema e capire il ragionamento che è alla base di quel calcolo

“La Matematica mi è sempre piaciuta”

E lei, quel ragionamento, riesce davvero a vederlo: La Matematica mi è sempre piaciuta perché è una disciplina oggettiva, non la si può contraddire. E poi la si legge in tutto quello che ci circonda. Un fulmine che cade, un’automobile che si muove: alla base c’è un’azione fisica che si regge su un meccanismo interpretabile con la Matematica”. Dalla sua voce traspare una reale passione. È chiaro che ad Ingegneria Informatica si senta a casa: “Sì, anche perché sono sempre stata affascinata dalle evoluzioni in campo tecnologico. Sin da bambina mi sono chiesta come fosse possibile che, con un semplice click, potesse aprirsi un mondo”. Il primo semestre con annessa sessione d’esami, racconta ancora, “non è partito esattamente con il piede giusto. Di recente ho perso il mio papà. La borsa STEM è arrivata pochi giorni dopo e la prima cosa che ho pensato è che fosse un suo segno perché lo studio per me è sempre stato importantissimo. Con il secondo semestre conto di rimettermi in carreggiata”. Studiare, prosegue, “mi piace. A scuola non mi pesava chiudere i libri anche a notte fonda, l’importante era che avessi terminato i compiti. Rendere nel mio percorso è qualcosa che sento di dovere ai miei genitori, ma soprattutto a me stessa. E il punto non è il 30 e lode all’esame, ma aver interiorizzato il concetto ed essere in grado di utilizzarlo nel concreto”. Al momento è impegnata con Analisi II, Fisica II, Algebra e Geometria e Calcolatori Elettronici: All’Università conviene entrare come una tabula rasa e ricominciare da zero. Io utilizzo poco i manuali perché mi baso sui miei appunti e, chiaramente, non manco mai a lezione. Ed è dalle mie note che parto nello studio, per costruire una base di conoscenze su cui poter approfondire. Ma è meglio non eccedere e non accumulare troppi concetti, altrimenti si va in confusione”. Nello studio, come nella carriera, Caterina guarda lontano: “Prima di scegliere la Magistrale mi informerò per bene sulle varie branche dell’Ingegneria Informatica. Mi piacciono molto il campo della sicurezza e il software design”. C’è davvero tanto da scoprire, “anche nella vita. Ci tengo ad essere una persona completa. Sono un’appassionata lettrice, mi piace molto la letteratura romantica, suono il violino e pratico sport. Bisogna ritagliare uno spazio per sé anche nei giorni più impegnati. La Matematica non deve essere l’unico scopo della mia vita”, scherza. E la borsa STEM è anche un ulteriore incoraggiamento a farsi strada in un mondo forse ancora un po’ troppo maschile: “Quando ho iniziato a seguire le lezioni – al primo anno sono in comune con altri Corsi – ho conosciuto tante ragazze iscritte, per lo più a Biomedica. Ingegneria Informatica sembra essere effettivamente più maschile”. La molla, dice, “deve scattare nella donna. Se la società tende ancora a sottovalutarci, quantomeno in relazione a certi ambiti o professioni, spetta a noi credere in noi stesse e dimostrare che ce la possiamo fare!”.

Carol Simeoli

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