Con Socialab un’incursione nel mondo della comunicazione

Parte il 22 aprile la seconda edizione del Laboratorio promosso dal prof. De Luca Picione

“SOCIALAB nasce dall’idea – risalente ad un po’ di anni fa, quando non c’erano ancora i social e il web non era il 2.0 – di avvicinare i giovani al mondo della comunicazione”. È alla seconda edizione il Laboratorio Public, Social and Political communication SOCIALAB del prof. Giuseppe Luca De Luca Picione, un ecosistema di lavoro in cui gli studenti vengono guidati alla scoperta dei processi comunicativi e nella produzione di articoli giornalistici, comunicati, post, stories e video in collaborazione con Progetto Campania, altre testate e giornalisti dell’Ordine. Le lezioni si terranno dal 22 aprile all’8 giugno, in un mix di presenza in aula e collegamento da remoto. Valido 4 crediti formativi, il Laboratorio si rivolge ad un massimo di 30 studenti del Corso Triennale in Economia Aziendale. Impatto dei processi comunicativi nello spazio pubblico, ruolo dei media nella rappresentazione e nell’immagine delle istituzioni politiche, reti social e post-spettatorialità, il  paradigma della comunicazione che vede gli utenti attori e protagonisti delle proprie scelte culturali: i margini di discussione teorici sono ampi. Quanto agli aspetti applicativi: “Durante le lezioni si cercherà di riprodurre quel senso di ‘gavetta’ che ha sempre accompagnato il professionista che lavora ad un giornale. Partendo dai lanci, come quelli dell’Ansa, penseremo a come produrre articoli e altri contenuti andando a monitorare, nei giorni successivi, il reale sviluppo di quel lancio e come è stato trattato dalle testate nei vari spazi, dalla pagina di giornale ai social”. Il prof. De Luca Picione, iscrittosi in gioventù all’Ordine dei Giornalisti, è docente di Sociologia generale, inquadrato “in un Dipartimento – Economia, Management e Istituzioni – in cui sono molto forti i temi della cultura aziendale e del marketing e, infatti, insegno a studenti che non si laureano in Sociologia, bensì in Management. La cultura della comunicazione, in questo ambito, diventa particolarmente rilevante. E aggiunge: “Questo percorso è anche in sintonia con gli obiettivi della Terza Missione di Ateneo. La stessa testata Progetto Campania, ad esempio, nata come spin-off di quanti studiavano a Sociologia, oggi si propone di essere una palestra educativa e culturale per i nostri giovani”. Produrre un contenuto, prosegue, non è affatto complesso per quanto, spesso, lo si faccia in maniera inconsapevole. Basta pensare ai social. “Ogni volta che interveniamo nello spazio pubblico, con un post o una storia, mettiamo in campo una produzione culturale che ha un impatto sugli altri, spiega. Questo vale per il singolo, ma anche per le istituzioni o le imprese. Pone l’esempio dei profili social dei politici, grandi macchine comunicative che dovrebbero affiancare i giornali e non sostituirsi ad essi, o al conflitto in Ucraina “e alla diffusione di contenuti in proposito tramite Tik Tok, un social spesso considerato frivolo, ma che si sta rivelando utile per quello che un tempo avremmo definito il giornalismo dei cittadini. Siamo, insomma, in un contesto in cui ogni attore sociale diventa produttore e fruitore dei propri consumi culturali. Ed è cambiata la mappa concettuale del lettore stesso: “I nati prima del 1970 sono abituati al giornale cartaceo, prima pagina, titolo alto, editoriale e così via. Oggi, invece, il web fa sì che vi sia un flusso continuo di comunicazione, all’interno del quale titolazione, immagini e video finiscono per diventare il cuore della notizia perché si ha meno tempo di leggere”. Un nuovo modo di comunicare, dunque? “Siamo sempre immersi nel mutamento, lo dico da sociologo. Dobbiamo imparare a cogliere le opportunità che il nostro tempo ci offre, senza lasciarci dominare. Ancora i social, ad esempio: durante il lockdown sono stati un’importante forma di comunicazione. Il problema subentra nel momento in cui questi diventano uno strumento di orientamento delle nostre opinioni o il fine ultimo della giornata”

Carol Simeoli

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