Esami al Demi, primi bilanci dei docenti

I primi esami sono sempre i più difficili. Ci sono il metodo di studio da perfezionare, le discipline mai affrontate prima che spaventano e un’ansia da prestazione con cui non si smette mai di fare i conti. Già dal secondo anno, però, si comincia a crescere e a stringere legami fruttuosi con i colleghi con cui ci si sostiene a vicenda. Questo, almeno, è quello che accade dal punto di vista dello studente.

E i docenti? Di sessione in sessione, dall’altra parte della cattedra, o di uno schermo come negli ultimi tempi, osservano centinaia e centinaia di futuri professionisti. La loro prospettiva sugli ostacoli da superare, naturalmente, è diversa: anche gli esami più complessi non sono davvero tali se si centra il punto della questione e li si affronta ragionando nel modo giusto. È questo che, nell’ultimo mese, i docenti del Dipartimento di Economia, Management e Istituzioni hanno cercato di spiegare ai tanti allievi che ora stanno esaminando nella sessione di esami di gennaio-febbraio, la prima del nuovo anno.

La prof.ssa Roberta Marino si sta confrontando con i più giovani avendo tenuto, al primo semestre, l’insegnamento di Istituzioni di Diritto Privato (cattedra E-O) alle matricole di Economia Aziendale. “I risultati di questi primi appelli sono stati soddisfacenti, anche perché molti studenti avevano sostenuto la prova intercorso, ottenendo una riduzione del programma”, spiega. Privato è uno dei tipici scogli, “uno dei più complessi tra gli insegnamenti di Diritto.

Ma il primo semestre, in generale, è impegnativo poiché affianca tre esami (Ragioneria ed Economia Aziendale, Metodi Matematici e Istituzioni di Diritto Privato, N.d.R.) che si basano su discipline per cui sono necessari metodi di studio differenti”. Diritto Privato chiama gli studenti “a relazionare su tutti gli istituti civili e su un bagaglio di regole che serviranno per affrontare i successivi Diritto Commerciale, Tributario, Fallimentare”. Per assimilare bene i contenuti, la docente suggerisce di “leggere e ripetere ad alta voce, tenendo alla mano il Codice Civile. È assolutamente necessario che si utilizzi un manuale universitario e non quei compendi che a volte girano all’università, con riassunti fatti da altri e sempre incompleti”.

Il Diritto va studiato “in prima persona”, perché “permette di acquisire quello spirito critico necessario a capire, ogni volta, con cosa ci si sta confrontando”. Si dice soddisfatta la prof.ssa Alessandra Allini che, nel solo mese di gennaio, ha esaminato quasi tutta la sua classe di Economia Aziendale, primo anno di Hospitality Management. “Quarantasette ragazzi hanno già sostenuto e superato l’esame, ne mancheranno forse uno o due. Anche le performance sono state elevate, con circa metà degli esaminati che ho valutato dal ventotto in su”. Un risultato notevole per Economia Aziendale che è corposo e denso di concetti: “Il programma prevede una parte teorica, a cui manca la sezione di bilancio e principi contabili inquadrata in un esame apposito, e poi un project work in cui i ragazzi sono chiamati ad applicare quanto appreso e che copre il 20-30% della valutazione finale”. Hospitality Management “è un Corso Professionalizzante che ha classi selezionate in partenza. Gli studenti sono molto motivati e l’essere continuamente chiamati a lavorare a progetti applicati li aiuta a mantenere il ritmo e a non lasciare nulla indietro”. È generalmente considerato uno scoglio al secondo anno di Economia Aziendale, Macroeconomia: “A volte viene considerato un esame di Matematica, ma non è affatto così. Macroeconomia mette insieme Economia e quantificazione dei modelli economici”, chiarisce il prof. Luigi Balletta (cattedra L-Z). Vengono sì impiegate equazioni, derivate, “ma qui la questione non è studiare Matematica.

È saperla usare ai fini del ragionamento economico e non tutti gli studenti riescono perché, chiaramente, non sono abituati”. Le performance rilevate nella prima metà della sessione, a gennaio, “sono in linea con gli anni passati. Sui circa centoventi che hanno sostenuto l’esame, la percentuale di bocciati è intorno al 20%”. In questo esame, rassicura il docente, non si incappa in tranelli: “Al termine delle lezioni fornisco un elenco degli argomenti trattati. Le prove vertono su quelli, ma bisogna padroneggiarli tutti”. Poi commenta: “La presenza di ostacoli aumenta il valore del percorso formativo e allena gli studenti alle sfide che, poi, dovranno affrontare sul lavoro”. 
La prospettiva, probabilmente, cambia quando si arriva alla Magistrale.

I concetti di base sono già acquisiti e anche le prove di valutazione si discostano dall’esercitazione con più domande orali della Triennale. Ha esaminato i primi ottanta allievi, la prof.ssa Tiziana Russo Spena, che, al primo semestre, ha tenuto le lezioni di Governo ed Etica di Impresa alla Magistrale di Economia Aziendale. “Il nostro obiettivo è osservare e capire i fenomeni aziendali, con molta attenzione al contesto della trasformazione digitale e alle sfide inerenti la gestione etica e sostenibile”. Durante il corso “si lavora molto in aula. Divido il programma in tre aree tematiche e assegno dei project work, uno per ciascuna area, su cui gli studenti devono relazionare a lezioni non ancora concluse”. È un modo “per sollecitarli alla riflessione sulle sfide che li attendono e, chiaramente, li aiuta a raggiungere una piena preparazione in vista dell’esame finale”. 

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