Ferdinando ha imparato a fare i conti con le sue lentezze: “devo accettarle, gestirle, andare avanti”

“Ho compiuto ventisei anni a febbraio e frequento l’ultimo anno del Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale. Sono entrato in contatto con Sinapsi intorno a dicembre del mio primo anno. Lì ho iniziato il mio percorso ed è stato uno scoprire me stesso e le mie difficoltà. Inizialmente è stato complicato perché neppure io le conoscevo bene fino in fondo, pur avendole sperimentate già quando ero a scuola al liceo, e sono andato a rilento”. Ferdinando De Capua racconta la sua storia di studente universitario affetto da disturbi specifici dell’apprendimento. In particolare da dislessia e disortografia. Ha difficoltà ad effettuare una lettura accurata e fluente e scrive con fatica. “Quando hai un disturbo come il mio e sei in un indirizzo umanistico – dice – è diverso dal frequentare un indirizzo tecnologico. Cambia l’approccio alle materie, ma andando avanti nel tempo ho conosciuto le mie difficoltà ed ho fatto affidamento su Alfonso Gentile, il mio referente a Sinapsi. Progressivamente è andata sempre meglio. Ho superato due esami il primo anno, quattro il secondo e poi tra quattro e sei. Mi sono laureato alla Triennale in cinque anni e non lo considero un cattivo risultato, anche perché ho dovuto recuperare pure l’impatto del passaggio dal liceo all’università. Quello che non di rado crea problemi anche agli studenti che non sono dislessici”. De Capua immagina il suo cammino universitario “come se fosse un palazzo da costruire sempre più alto. Sono diventato più bravo con i software e le varie piattaforme. È un‘avventura. Ora sono all’ultimo anno e mi mancano sei esami alla fine del percorso. Ho anche imparato a fare i conti con me stesso e le mie lentezze. Fanno parte della mia natura, sono intrinseche al mio essere. Devo accettarle, gestirle, andare avanti e non farmi distrarre dall’obiettivo. Ho iniziato a sognare di fare l’ingegnere quando tutti i miei compagni di classe volevano fare i calciatori”.
I quiz a risposta multipla “il mio incubo”
Il bilancio dell’esordio nella Laurea Magistrale è buono. Racconta lo studente: “Ho finito il primo anno con una media dignitosa ed ho avuto la soddisfazione di un trenta in Trasporti merce e logistica, insegnamento del prof. Vittorio Marzano. Ogni esame ha una sua particolarità e difficoltà, ma anche con l’esperienza riesci a capire dove sta la problematica”.
Gli ultimi dodici mesi hanno determinato per De Capua una difficoltà in più, quella della didattica a distanza. “Sostenere un esame attraverso lo schermo di un computer – spiega – per me può essere faticoso. Ho le mie lentezze e il professore che non siede davanti a me in cattedra, ma mi guarda tramite la telecamera ed uno schermo, può fraintendere le mie incertezze e le mie esitazioni. Può confondere più facilmente di quanto accada guardandomi negli occhi in aula le difficoltà determinate dalla mia dislessia e disortografia con la mancanza di preparazione, con la non conoscenza degli argomenti che si portano all’esame”. In didattica a distanza, inoltre, è ancora più frequente che in aula il ricorso, durante gli esami, ai quiz a risposta multipla. “Sono il mio incubo di studente – confessa Ferdinando – e non dipende dalla circostanza che sia o non sia preparato. Come capita a tutti i miei colleghi, ci sono esami ai quali mi presento con una migliore preparazione ed altri ai quali vado con qualche lacuna. Questo fa parte del gioco, è normale. Il punto è che, anche se sono ben preparato, la modalità di esame con il quiz a risposta multipla, alla luce dei miei disturbi specifici dell’apprendimento, mi penalizza molto. Vado pesantemente in difficoltà”.

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