Geopolitica del mare, un insegnamento inedito nel panorama universitario

Volendo usare un linguaggio da calciomercato, si potrebbe dire che il Dipartimento di Studi Umanistici ha piazzato due colpi di assoluto valore. Si tratta, in primo luogo, di Geopolitica del mare, un insegnamento a scelta di 12 crediti del tutto inedito – tanto per la Federico II, quanto per l’intero panorama universitario italiano – che prende il via in questo secondo semestre (prima settimana online) e afferisce al piano studi della Magistrale in Lingue e Letterature per il Plurilinguismo europeo (anche questa nuova di zecca). L’altro acquisto forte, invece, è chi dietro quella cattedra ci si è appena seduta: la prof.ssa Maria Paradiso, vera e propria new entry per l’Ateneo, arrivata lo scorso settembre dopo tre anni da ordinaria alla Statale di Milano dove ha tenuto le redini dei corsi di Geografia politica ed economica e Geografia del turismo. Quello della docente è un passato dalle forti tinte internazionali: un Master post lauream in Pianificazione del Territorio in mercato immobiliare nel ’90; un Dottorato di ricerca in Geopolitica a Trieste, in coadiuvazione con la Sorbona di Parigi; tra i fondatori dell’Università del Sannio, nonché primo Presidente della Commissione Mediterraneo dell’International Geographical Union. Ma, a ben vedere, quello alla Federico II è un ritorno: nel 1988, all’ombra del Vesuvio, il conseguimento della Laurea in Scienze Politiche. Il cammino professionale, come un cerchio, torna a chiudersi nel chiostro di Porta di Massa. Lo sguardo accademico, tutto rivolto verso il mare. “Parliamo di un corso molto innovativo – racconta – aperto sì, nello specifico, agli iscritti di Lingue, ma in realtà a tutta la platea studentesca, penso agli ingegneri che si occupano di porti e sostenibilità, ai biologi marini”. Non si potrebbe comprendere la vera natura di questo nuovo percorso senza partire da due parole, da un lato un luogo, dall’altro una disciplina: il mare, inteso come “spazio umano, di vita e sociale. Una frontiera sulla quale si coalizzano e costruiscono interessi antagonisti, importanti in senso generale per tutti i cittadini del mondo perché si parla di sfruttamento sempre più intensivo delle risorse, e per i rapporti tra Stati”; poi la Geografia, “troppo trascurata in Italia, ma che a noi servirà perché analizziamo i comportamenti umani negli spazi. La Geopolitica del mare ha un approccio olistico e dalla Geografia deve mutuare i metodi: confine, prossimità, accessibilità. Analizzare il trasporto, l’interazione tra il dispiegamento delle infrastrutture sul territorio e l’impatto ambientale”. Tutto questo ha un preciso scopo accademico. Lasciare che gli studenti comprendano quali sono gli strumenti teorici e le metodologie attraverso le quali “questi spazi diventano oggetto di un focus. Perciò trasmetterò loro innanzitutto concetti base di Geopolitica e Geografia economica. Su questi piccoli mattoncini, costruiremo poi l’analisi concreta di alcuni spazi geografici in evoluzione, come il Mar Baltico, il Mediterraneo, il Mare Indocinese. Cioè lì dove si giocano le aspirazioni degli Stati, dei grandi gruppi economici e delle Organizzazioni non governative. Se ce ne sarà modo, organizzeremo project work, visite di studio e seminari, per garantire una dimensione che sia più concreta e applicativa”. Pare quindi evidente che chiunque sceglierà di seguire questo corso si renderà conto di quale groviglio di interessi politici ed economici possa essere il mare. A partire dagli oceani di sale, “noi studiamo i perché dell’agire umano”.


Cl. Tr. 

Scarica gratis il nuovo numero di Ateneapoli su www.ateneapoli.it

- Advertisement -

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here





Articoli Correlati