Gli studenti di Ingegneria preferiscono seguire da casa, il grande rientro è atteso a settembre

Il Collegio di Ingegneria ha riaperto le sue porte per lo sprint finale del secondo semestre. Sono tornati in aula, tra il 26 aprile e il 3 maggio, scaglionati e dietro prenotazione, primo e secondo anno delle Triennali. Non tutti gli studenti però hanno scelto di rientrare in sede preferendo, piuttosto, la modalità a distanza a riprova del fatto che il timore di un lungo spostamento con il trasporto pubblico è ancora alto. A delineare una panoramica della situazione, i Coordinatori dei vari Corsi di Laurea che illustrano anche alcune delle novità in partenza dal prossimo anno accademico.
In merito al rientro, “la risposta degli studenti è stata buona anche se i numeri non sono elevatissimi”, commenta il prof. Raffaele Savino per Ingegneria Aerospaziale. Il primo anno del Corso è suddiviso in sei canali, da circa 150 immatricolati, in comune con Ingegneria Meccanica: “Alle prime settimane di lezione, sulla piattaforma Go-In, c’erano circa una 50ina di prenotati a canale. Al secondo anno gli Aerospaziali sono suddivisi in tre canali, con circa 30 o 40 prenotati a canale. L’affluenza poi è più alta a Fuorigrotta che a San Giovanni”. Rispetto al primo semestre, inoltre, “abbiamo notato un calo anche nei numeri di chi segue da casa negli orari prestabiliti. Avendo la possibilità usufruire delle lezioni registrate c’è evidentemente chi sta scegliendo di recuperarle in un secondo momento”. Al corso è stata assegnata un’aula nel plesso di Agnano che “abbiamo destinato alle lezioni del primo anno della Magistrale. Ma anche in questo caso, la maggior parte degli studenti è da casa. Nelle prossime settimane, poi, valuteremo se ci sarà la possibilità di svolgere attività in aula con piccoli gruppi del secondo anno Magistrale”. C’è stata un’inversione di tendenza, invece, su Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio: “Dalle prime indagini tra i ragazzi, sembrava che fossero maggiormente orientati verso la dad – riflette il prof. Massimiliano Fabbricino – Invece, al primo anno, sul canale di San Giovanni abbiamo un po’ più del 50% in aula, su Fuorigrotta un po’ meno della metà. Circa la metà è il dato anche per il secondo anno”. Le motivazioni della scelta sono diverse: “Le matricole hanno sentito l’esigenza di seguire le lezioni all’università, gli studenti al secondo anno, invece, pur trovandosi bene online, desideravano poter interagire di persona”. Poi prosegue: “Stiamo valutando la possibilità di svolgere qualche incontro in laboratorio o visita tecnica, attività rivolte per lo più alla Magistrale. Ma i docenti preferiscono aspettare ancora un po’, fine maggio o inizio giugno, per evitare di incappare in una serie di stop and go come nel primo semestre”. È molto interessante infine, a parer del docente, un’opportunità che gli allievi Magistrali potranno cogliere dal prossimo anno accademico. Trattasi di un progetto nazionale che vede il coinvolgimento di otto Collegi di Ingegneria d’Italia, “tra cui il nostro. Gli studenti, anche quelli già laureati, potranno usufruire di un pacchetto di esami da sostenere da 30 crediti – siamo nell’ambito delle tecnologie green e delle infrastrutture smart – Chi non ha concluso ancora il percorso può innestare parte di questi cfu nei crediti formativi che deve acquisire da piano di studi. Due terzi di questi crediti, comunque, devono riguardare discipline che non sono caratterizzanti per il nostro Corso”. 
“Il parcheggio di via Claudio è quasi vuoto”
È maggiore il numero di frequentanti in collegamento da casa, circa i due terzi, anche per Ingegneria Civile, “per un problema essenzialmente di trasporti – conferma il prof. Gianfranco Urciuoli – Ma questo vale un po’ per tutti i Corsi di Laurea. Basta guardare il parcheggio di via Claudio che, in tempi normali, era affollato di automobili e motorini mentre adesso è quasi vuoto”. La teledidattica ha fatto, comunque, il suo dovere e, anche in futuro, potrà offrire ulteriori opportunità di approfondimento: “La parte progettuale è stata più penalizzata mentre, dal punto di vista della teoria, non si è perso nulla. Sul primo anno di Ingegneria Civile, ad esempio, abbiamo introdotto dei seminari che illustrano profili professionali e discipline caratterizzanti. Sono stati molto apprezzati dagli allievi e tramite il digitale sarà possibile avere più ospiti, anche da varie località”. È riuscito a riportare in sede quasi tutti i suoi studenti Scienza e Ingegneria dei Materiali: “Abbiamo impiegato l’ulteriore aula assegnateci per il terzo anno della Triennale e per il primo della Magistrale in Ingegneria dei Materiali. In aula ci sono circa una dozzina di ragazzi, una ventina sono a casa”, precisa il prof. Giovanni Filippone. Questa impostazione “era stata posta in essere già all’inizio del semestre, quando l’ingresso della Campania in zona rossa aveva bloccato tutto sul nascere. I numeri contenuti ci aiutano a monitorare la situazione: è stato semplice verificare come i frequentanti in sede siano napoletani che non hanno bisogno di affrontare lunghi spostamenti per arrivare all’università”. Quanto al secondo anno della Magistrale, “la maggior parte degli studenti è impegnata con la tesi sperimentale e quindi è in laboratorio. Su questo anno gli esami sono per lo più a scelta e non sarebbe stato fattibile predisporre le lezioni in presenza”. Per il prossimo anno, informa infine il docente, “il pacchetto degli esami a scelta si amplierà leggermente con qualche nuovo insegnamento legato ai temi della sostenibilità e della modellazione dei materiali con un nuovo docente, Giuseppe Milano, appena arrivato da noi dopo aver insegnato per alcuni anni in Giappone”. C’è in aula il 25% della classe al secondo anno di Ingegneria Chimica: “È quanto ha osservato un docente che ha il suo insegnamento su questo anno – precisa il prof. Giovanni Ianniruberto – Alla Magistrale sono stati avviati incontri in presenza, una volta a settimana, per esercitazioni o altre attività integrative per la disciplina in questione”. Non si sono, di fatto, mai fermate le attività laboratoriali “soprattutto perché connesse per lo più alla tesi. Qualche collega, comunque, sta chiedendo le autorizzazioni necessarie al Direttore del Dipartimento per svolgere attività con piccoli gruppi nei nostri laboratori”. Ingegneria Biomedica “ha un numero di iscritti molto alto che, quest’anno, è anche cresciuto del 10-15% – conclude il prof. Francesco Amato – Non è semplice organizzare quindi le lezioni in presenza, così come è complesso monitorare canali in cui gli studenti seguono insieme a colleghi di altri Corsi”. Il grande ritorno, “immagino, lo avremo a settembre quando una buona parte della popolazione sarà vaccinata. E la sensazione comune è che parte di questa esperienza verrà comunque integrata in quello che sarà un graduale ritorno alla normalità”.
 
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